Il settimanale dei giovani dai 7 ai 77 anni
Nel 2023 ricorre il 77° anniversario della pubblicazione in Belgio del primo numero del settimanale Tintin, la rivista creata il 26 settembre del 1946 da Hergé – alias Georges Remi, il padre del giovane reporter dal ciuffo ribelle – e dall’editore Raymond Leblanc, proprietario delle Éditions du Lombard. L’anniversario è degno di una celebrazione perché il Journal de Tintin è appunto definito il periodico “dei giovani dai 7 ai 77 anni”, come recita lo slogan riportato in copertina. Il settimanale è scomparso dalle edicole franco-belghe nel 1988 ma quest’anno, proprio per festeggiare la ricorrenza dei suoi 77 anni di età, ritorna nei chioschi e nelle librerie d’oltralpe sotto forma di un numero davvero eccezionale: un gigantesco albo di 400 pagine! L’albo in questione si intitola Journal Tintin. Numéro spécial 77 ans (Giornale Tintin. Numero speciale 77 anni) ed è pubblicato da Le Lombard e dalle Éditions Moulinsart, che detengono i diritti relativi al personaggio di Tintin.
Il corposo volume esce in una versione in brossura, stampata in 60.000 copie, l’8 settembre 2023 al prezzo di 29,90 €, ma è diffuso anche in una versione rilegata, edita il 10/11/2023, con il prezzo maggiorato a 39,90 €. Contribuiscono al librone più di 80 autori contemporanei, che abitualmente collaborano con le edizioni Le Lombard. I vari disegnatori e soggettisti rendono omaggio con 65 nuovi brevi episodi ai classici eroi del settimanale.
Le Lombard e Moulinsart hanno già festeggiato i settant’anni del giornale con un albo cartonato di ben 777 pagine composto da vecchie storie brevi della rivista, La grande aventure du journal Tintin: 1946-1988 (La grande avventura del giornale Tintin: 1946-1988, costo 49 €), pubblicato nel 2016. Quest’anno, in concomitanza con l’uscita del Journal Tintin. Numéro spécial 77 ans, Le Lombard e Moulinsart stampano anche un secondo tomo antologico, sempre di 777 pagine, La grande aventure du journal Tintin. Tome 2: Escale en France 1948-1988 (La grande avventura del giornale Tintin. Tomo 2: Scalo in Francia 1948-1988),al prezzo di 59 €. Il nuovo tomo, come il precedente, comprende la ristampa di antichi episodi composti ciascuno di poche tavole, che però sono apparsi sull’edizione francese del giornale, distribuita in edicola a partire dal 1948, e cioè due anni dopo la nascita in Belgio del periodico.
La linea chiara
Il Journal de Tintin, nel corso della sua storia, ospita le avventure a puntate del personaggio creato da Hergé, nonché i memorabili episodi fantascientifici e fantarcheologici di Blake e Mortimer, ideati da Edgar Pierre Jacobs. Hergé e Jacobs sono i fondatori della cosiddetta “scuola di Bruxelles” o della “linea chiara”, a cui appartengono anche altri collaboratori del settimanale, come Jacques Martin e Bob de Moor. Jacques Martin crea sul Journal de Tintin nel 1948 il personaggio di Alix, un giovane gallo protagonista di epiche imprese ambientate nell’età di Giulio Cesare, mentre Bob de Moor si ispira a vicende storiche del XVI secolo, nella documentatissima serie di avventure marinaresche dedicate a Cori il mozzo, inaugurata nel 1951.
Il termine “Klare Lijn” (“ligne claire/linea chiara”) per indicare lo stile di Hergé e degli altri membri della Scuola di Bruxelles, è coniato nel 1977 dal disegnatore olandese Joost Swarte, in occasione di una mostra su Tintin a Rotterdam. La “linea” di Hergé & C. è definita “chiara” perché, nelle vignette dei vari personaggi, gli ambienti e il paesaggio risultano sempre nitidi, anche in prospettiva, dato che i differenti piani sono disegnati con un tratto dello stesso spessore. Le immagini non vengono sfumate con la matita o con il pennino, e le eventuali ombre sono riprodotte con un nero pieno. Abolito il tratteggio, le linee sono economizzate il più possibile e servono solo per delimitare i contorni delle figure, o, al massimo, per dare espressione grafica alle pieghe degli abiti e a qualche lineamento del viso. Anche i colori sono piatti, senza effetti di ombre o di luci.
Per la cronaca, ricordiamo che la “linea chiara” della Scuola di Bruxelles si contrappone alla cosiddetta “linea scura” (ligne sombre) della “Scuola di Marcinelle”, a cui appartengono autori come Jijé (Joseph Gillain), André Franquin, Morris (Maurice de Bévère), Peyo (Pierre Culliford), ecc., che pubblicano i loro fumetti sul Journal de Spirou, un settimanale edito da Dupuis e fondato il 21 aprile del 1938, appunto nel comune di Marcinelle in Belgio (vicino a Charleroi).
Su “Tintin”si adeguano allo stile della linea chiara di Hergé e di Jacobs anche altri celebri cartoonist franco-belgi, come Albert Weinberg, disegnatore del pilota aeronautico Dan Cooper, Jean Graton, padre del campione automobilistico Michel Vaillant, Raymond Reding, autore delle storie sportive del tennista Jari, e Tibet (Gilbert Gascard), che disegna le vicende poliziesche del giornalista-detective Ric Roland (in francese Ric Hochet), sceneggiate da André Paul Duchâteau. Le storie di questi autori sono pubblicate sul settimanale al ritmo di due tavole a puntata, e poi vengono raccolte in albi cartonati di 62 o 44 pagine, editi da Les Éditons du Lombard.
Il periodo del maggior successo editoriale del “Journal de Tintin” coincide con la nomina di Greg (Michel Regnier) a capo redattore. Greg – in carica dal 1965 al 1974 – creerà dei nuovi personaggi che si discosteranno dal canone grafico della ligne claire, come l’avventuriero Bernard Prince, disegnato da Hermann (Hermann Huppen), l’agente segreto Bruno Brazil, realizzato graficamente da William Vance (William van Cutsem) e l’eroe della fantascienza Luc Orient, per i disegni di Eddy Paape. Nel 1974, quando Greg lascia la redazione, il Journal de Tintin, grazie ai cambiamenti da lui apportati alla rivista, ha raggiunto l’apice di 240.000 copie vendute alla settimana!
Le avventure dei principali autori di Tintin saranno diffuse anche in Italia a partire dal 1963 nella bellissima collana degli albi in brossura dei Classici Audacia, editi da Arnoldo Mondadori. Successivamente compariranno a puntate sul Corriere dei Piccoli, che dal 1968 prenderà a modello, anche nella veste grafica, proprio il settimanale delle Éditons du Lombard. In tempi recenti, alcune delle classiche storie del Journal de Tintin sono riproposte in edicola negli albi editi dalla Gazzetta dello Sport.
Il numero speciale per i 77 anni del Journal de Tintin
Dunque, i vecchi e gloriosi personaggi del periodico franco-belga tornano alla ribalta nel volume celebrativo di cui si parlava sopra, Journal Tintin. Numéro spécial 77 ans. Però le nuove storie non sono tutte dello stesso livello. Quelle che cercano di far rivivere gli eroi del passato, senza parodiarli, sono senz’altro migliori di quelle che non li prendono troppo sul serio. Deludono un po’, per esempio, le rivisitazioni umoristiche di Ric Roland/Ric Hochet, di Bernard Prince e di Thorgal (creato da Jean Van Hamme e da Grzegorz Rosinski) del pur bravissimo disegnatore François Boucq, che infiltra dappertutto il suo personaggio dell’assicuratore Jérôme Moucherot, detto “la Tigre del Bengala”. Invece, risultano ben congegnate, pur nello spazio di poche tavole, le nuove imprese di Michel Vaillant di Vincent Dutreuil (disegni) e Denis Lapière (testi), di Corentin (eroe di Paul Cuvelier) di Christophe Simon, e di Ringo (creato da William Vance) di Yves Swolfs (disegni) e Jackie De Gennaro (testi). Per l’occasione, Cosey (Bernard Cosendai), Derib (Claude de Ribapierre) e Hermann realizzano personalmente delle nuove avventure di breve respiro dei personaggi sui quali hanno costruito la loro fama, quali, rispettivamente, Jonathan, Buddy Longway e Comanche.
Nel volume mancano nuovi episodi brevi di Tintin, dato che Hergé ha vietato la prosecuzione delle storie del suo personaggio dopo la sua morte, avvenuta nel 1983. Tre episodi sono invece dedicati a Blake e Mortimer di E. P. Jacobs, a cui fanno riferimento anche quattro pagine caricaturali ideate da Johan De Moor, dal titolo Back to the brochure (Ritorno all’opuscolo). La prima storia dei due celebri characters jacobsiani, disegnata da Teun Berserik e sceneggiata da Jean Van Hamme, s’intitola L’île du loup (L’isola del lupo). La seconda – Le traquenard maléphique (La trappola malefica) – è opera di Simon Van Liemt (disegni) e Yann (Yann Lepennetier, testi), mentre la terza – Mortimer et Blake à part (Mortimer e Blake a parte) – è scritta e disegnata da Lewis Trondheim.
L’episodio di Berserik e Van Hamme, ambientato in Scozia, è l’unica avventura “à suivre” – cioè a continuazione – di tutto il volume, e purtroppo lascia il lettore sul più bello. Quanto a Mortimer et Blake à part, si tratta di un omaggio ai due personaggi disegnato in chiave grottesca, con la partecipazione del coniglio antropomorfo Lapinot, creato da Trondheim. L’episodio migliore (e uno dei più riusciti dell’intera pubblicazione) è senza dubbio il secondo, Le traquenard maléphique,ispirato al tema dell’albo di E. P. Jacobs La trappola diabolica (1962). In questa avventura di dieci pagine, il disegnatore Simon Van Liemt si rifà con successo allo stile grafico esibito dal grande Maestro della Scuola di Bruxelles negli anni Sessanta, ma segue anche le orme di Gérard Forton, che dette una mano a Jacobs nella realizzazione grafica delle prime venti pagine de Il caso del collier (1967). Yann, lo sceneggiatore del nuovo episodio, escogita un plot molto intrigante, proponendo un paradosso legato ai fantascientifici e contraddittori viaggi nel passato, già sfruttato anche nel film di Robert Zemeckis Ritorno al futuro (1985) e risalente al libro di René Barjavel Il viaggiatore imprudente (1943).
Nella pellicola di Zemeckis, che inizia nel 1985, il protagonista Marty McFly (Michael J. Fox) è proiettato da una macchina del tempo nel 1955, e rischia di impedire il matrimonio tra suo padre e sua madre. Per questo motivo, il suo corpo perde consistenza e sta per scomparire. Infatti, in un mondo nel quale i suoi genitori non si sposano e non hanno figli, Marty ovviamente non esiste. Una sorte simile tocca alla giovane discendente di Agnès De La Roche (un personaggio medioevale della jacobsiana Trappola diabolica), che incontra Blake e Mortimer in Le traquenard maléphique e viene coinvolta in una paradossale reductio ad absurdum, legata sempre a una macchina del tempo.
In conclusione, l’albo Journal Tintin. Numéro spécial 77 ans merita senz’altro l’acquisto, non solo per la qualità di molte delle storie proposte, ma anche per gli interessanti articoli di commento, a partire dal primo di Daniel Couvreur, Le monde de Tintin s’enrichit du temps quipasse (Il mondo di Tintin si arricchisce con il passare del tempo), che è corredato da vignette e schizzi di Hergé, tratti dalle meravigliose avventure del suo immortale personaggio con i pantaloni alla zuava.
Abbiamo parlato di:
Journal Tintin. Numéro spécial 77 ans
A cura di Gauthier Van Meerbeeck
Editions Le Lombard – Éditions Moulinsart, 2023
400 pagine, brossurato, colori – 29,90 €
ISBN: 9782808212748