A Lucca Comics and Games 2014 è stata annunciata la nascita di Atomico, etichetta digitale ideata per produrre fumetti. Le tre miniserie che saranno realizzate mediante crowdfunding sono: Quebrada – Seconda caduta, che si avvarrà di Matteo Casali ai testi e Michele Bertilorenzi ai disegni (con copertine di Giuseppe Camuncoli); Zeroi, sceneggiato da Matteo Casali e Tuono Pettinato e disegnato da Cristian “Cinci” Canfailla, e Rim City, scritto da “Doc Manhattan” Apreda e disegnato da Daniele Orlandini.
Matteo Casali, uno dei fautori dell’intera operazione, risponde ad alcuni quesiti sulla realizzazione delle miniserie. Insieme al disegnatore Michele Bertilorenzi si focalizza poi su Quebrada – Seconda caduta.
Intanto, perché la scesa in campo con Atomico?
Matteo Casali (MC): La risposta più sincera credo sia “perché la voglia di fare qualcosa di nuovo si è fatta avanti fortissima”. Quando mi capita di raccontare la mia esperienza, ormai piuttosto lunga, di sceneggiatore, non manco mai di ricordare gli inizi con l’autoproduzione e il comics lab Innocent Victim fondato insieme con Giuseppe Camuncoli. E tutti quelli che me ne hanno sentito parlare, si sono sempre accorti di quanto mi sia piaciuto l’inizio del viaggio che mi ha portato fin qui, quando eravamo, anche senza saperlo, un po’ come pionieri che affrontano un territorio nuovo e sconosciuto. Col passare del tempo, poi, abbiamo tracciato mappe e piste, anche importanti, che ora percorriamo (per restare in metafora) con più tranquillità. Ma la voglia di scoprire nuove terre è rimasta. Sono un po’ un romantico, in fondo, e Atomico vuole essere proprio questo: un luogo che non c’è mai stato prima e che ho voglia di scoprire e mappare insieme agli amici e colleghi (splendidi cartografi?) che si sono imbarcati in questa avventura.
L’idea per le storie che saranno pubblicate nasce prima dell’idea di Atomico, e in esso hanno così trovato uno sfogo, o sono nate appositamente?
MC: Be’, se per Quebrada è abbastanza ovvio, visto che il concept originale vide la luce per la prima volta al Lucca Comics del 1999 (con aggiunte e nuove edizioni attraverso gli anni successivi), gli altri progetti che ci auguriamo vedranno la luce attraverso Atomico hanno genesi un po’ diverse. Zeroi, scritto da me e Tuono Pettinato per le matite di Cinci, è un progetto che abbiamo coccolato per qualche anno, in attesa di trovare il modo di realizzarlo e una giusta collocazione. Rim City, scritto da Alessandro “Doc Manhattan” Apreda e disegnato da Daniele Orlandini è un’idea alla quale Alessandro ha dato una forma definitiva per il lancio del Progetto Atomico.
Come è stata la risposta al progetto da parte dei potenziali lettori?
MC: Siamo molto soddisfatti dell’interesse dimostrato finora da appassionati e curiosi. Vogliamo che Atomico sia un luogo speciale per autori (presenti e futuri) e lettori, dove la loro vicinanza possa permettere ai primi di creare storie belle e farlo professionalmente, per il piacere dei secondi, che possono contribuire attivamente a generare un fumetto. Cosa che non è mai stata possibile prima d’ora. Speriamo e contiamo che l’interesse finora raccolto si trasformi in passione e i lettori di Atomico siano tanti, anche dopo che il crowdfunding sarà terminato e i fumetti saranno disponibili.
Tanti progetti sono nati sull’onda dell’entusiasmo del web per poi naufragare al momento di fare i conti con gli acquisti veri. Il crowdfunding è un modo per evitare di fare un salto nel vuoto?
MC: No. Almeno, non nel nostro caso. La filosofia di Atomico è più sfaccettata. Da una parte, c’è la voglia di coinvolgere il lettore in una fase primaria che anticipi la realizzazione stessa del fumetto, creando un grado di coinvolgimento da subito: il lettore, per la prima volta nella storia, può scegliere cosa verrà realizzato o meno, partecipando in modo attivo e piuttosto diretto alla generazione di entertainment che desidera veder realizzato. Dall’altra c’è la consapevolezza di voler dare agli autori una remunerazione corretta per il loro lavoro, cosa non scontata, in Italia, e consentire loro di dedicarsi anima e corpo a quel lavoro per realizzarlo al meglio. Niente più dream project nel cassetto, realizzati nei ritagli di tempo perché “bisogna pur campare,” ma prodotti di qualità che vedono la luce sul mercato grazie a lettori che sanno cosa vogliono e cosa possono aspettarsi. È quello che ci piace chiamare “l’aspetto sindacale” di Atomico, quello che garantisce equo compenso in cambio di belle storie, che è la ragione stessa della raccolta fondi. Ci guadagnano tutti, così. Gli autori, che possono crescere professionalmente e artisticamente dedicandosi a una storia alla quale tengono e che vogliono raccontare, e i lettori, che possono contare su una storia fatta come si deve, in un tempo ragionevolmente breve e disponibile per pochissimi euro.
Può essere un modo anche per responsabilizzare il lettore?
MC: Assolutamente sì. Con Atomico, il lettore diventa parte attiva nella realizzazione del fumetto. in un certo senso, smette di essere “solo” un fruitore e sceglie cosa vuole leggere non già sullo scaffale della libreria o dell’edicola, ma fin dalle prime fasi di lavorazione di una storia. Senza che questo sostituisca o possa essere ritenuto migliore del fumetto realizzato secondo la tradizione, che tutti noi facciamo (e leggiamo!) con piacere e passione. Atomico vuole essere una cosa in più che permetta ai lettori un approccio diverso e possa aggiungersi a quanto già disponibile. Aumentare l’offerta credo sia una ricchezza per tutti. Alla fine ci sono lettori, là fuori, che Atomico vuole provare a “conquistare” e far appassionare al fumetto. E iniziare a farlo da lettori che “sanno cosa vogliono”. E se lo prendono, fin da prima che esista.
QUEBRADA – SECONDA CADUTA
(scritto da Matteo Casali e disegnato da Michele Bertilorenzi)
È passato un po’ di tempo da quando avete pensato e ideato Quebrada. Che cosa è cambiato nello scrivere queste storie per voi e come questo si rifletterà nel fumetto?
MC: È passato un sacco di tempo, da quando ho iniziato a scrivere Quebrada. È stato, a tutti gli effetti, uno dei miei primi progetti da professionista e sono sempre stato molto felice di come sia stato accolto da critica e lettori. Adesso ho molta più esperienza sotto la cintura (non quella da campione) e posso mettere tutto al servizio di una storia che sia all’altezza del materiale originale e non solo… perché voglio superare me stesso e divertire tanto chi conosce l’ambientazione così come tutti i nuovi lettori che la scopriranno con Atomico.
Michele Bertilorenzi (MB): Io non ero tra i creatori di Quebrada, ma ne ero un fan accanito già dalla prima pubblicazione negli anni ’90. Ricordo che ai tempi giravo le fiere con le mie tavole orribili senza ottenere risultati e decisi di iscrivermi alla scuola di Comics di Firenze proprio per perfezionarmi e poter mostrare i miei lavori ad Innocent Victim. Ricordo che all’esame finale portai una tavola dipinta di Quebrada che in seguito, oltre dieci anni dopo, ho regalato a Matteo quando ci incontrammo come insegnanti della scuola… Ma il cerchio non è ancora chiuso, anzi, spero che Seconda caduta possa rappresentare un inizio per qualcosa di nuovo e stimolante!
Come mai avete deciso di riprendere Quebrada?
MC: Era ora, dannazione! Tutti sanno che è una delle cose che ho più amato scrivere e da anni (anni!) volevo scrivere qualcosa di nuovo. Con Atomico ho la possibilità di farlo senza scendere a compromessi di nessun genere. Come è sempre stato, per Quebrada, fin dall’inizio. E poi, a ogni fiera, la prima domanda che mi veniva fatta era sempre la stessa: “Quando leggeremo una nuova storia di Quebrada?” Dico davvero. A ogni fiera. Era ora, come si diceva…
MB: Ho poco a che fare con la “decisione” di riprendere Quebrada, essendo una creatura di Matteo e Cammo. Da quando conosco Matteo abbiamo parlato molte volte di possibili collaborazioni e le nostre discussioni terminavano spesso con lui che mi diceva frasi del tipo: “…E se Quebrada riparte dovrai disegnarlo tu! Non importa dove sarai o cosa starai facendo: dovrai liberarti e disegnarlo…”. Beh, eccomi qua, quindici anni dopo la mia prima tavola di Quebrada.
Le nuove storie saranno comprensibili anche per chi non ha mai letto niente di Quebrada?
MC: Assolutamente sì. Voglio ripresentare i personaggi e renderli familiari anche ai nuovi lettori. Però la storia riparte da dove l’avevamo lasciata, anche se non sarà necessario aver letto La Città delle Maschere (che si trova con difficoltà perché ormai esaurito), per andare avanti. Poi stiamo preparando una sorpresa per i sostenitori di Atomico, quindi restate sintonizzati…
Credete che le esperienze di entrambi per il mercato statunitense possano contribuire a regalare al prodotto un respiro internazionale, con potenzialità di riscontri anche all’estero?
MC: Non è il fine ultimo, però siamo sicuri che Quebrada possa avere appeal, per dirla con un po’ di esterofilia, per il mercato americano, centro- e sud-americano. Io, Mick e Cammo siamo un trittico che ha lavorato e lavora per gli Stati Uniti, quindi mi sento di non poter escludere niente. Ma prima viene la storia, fatta al 120% delle nostre possibilità per i lettori di Atomico. Il resto si vedrà.
MB: Dal mio punto di vista Quebrada potrebbe essere un prodotto funzionale anche oltre oceano. Siamo autori che hanno già collaborato spesso con gli USA e il taglio dei nostri lavori richiama sicuramente un certo tipo di fumetto americano. Tuttavia non ci stiamo concentrando su questo al momento ma a realizzare il miglior prodotto possibile per i lettori di Atomico e per noi stessi.
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Intervista condotta via mail nel mese di febbraio 2015.