Nell’analisi dei numeri precedenti, evidenziavamo come, a nostro giudizio, l’utilizzo massiccio di didascalie appesantisse eccessivamente la narrazione, troppo compassata e in alcuni casi cacofonica nell’accoppiata con i disegni. In Albero genealogico, Cullen Bunn opera invece di sottrazione, lasciandosi aiutare dai disegni e orchestrando una trama decisamente più fluida e godibile. Un risultato ottenuto da un lato limitando appunto l’utilizzo eccessivo delle didascalie e servendosi di dialoghi più pregnanti; dall’altro costruendo un alternarsi di scene ambientate tra presente e passato, gestendo ottimamente i tempi narrativi. Al di là del lato squisitamente tecnico, anche lo sviluppo della trama ne risente positivamente.
Continua l’eccellente lavoro di Tyler Crook ai disegni: le sue tavole in acquarello, oltre che realizzate con la solita cura, si confermano perfette per l’ambientazione campestre del fumetto. Nella consueta, corposa e graditissima appendice è possibile scoprire numerosi dettagli sul processo creativo, grazie alle note di Crook stesso, che illustra il lavoro preparatorio per tavole, copertina e design dei personaggi.
Si tratta quindi di un’ulteriore crescita per Harrow County, che aggiunge compiutezza a un racconto che già sfruttava appieno la sua ambientazione per risultare inquietante e subdolo, illustrato da disegni di alto livello.
Abbiamo parlato di:
Harrow County vol. 4 – Albero genealogico (contiene Harrow County #13–#16)
Cullen Bunn, Tyler Crook
Traduzione di Valerio Stivè
ReNoir Comics, 2018
152 pagine, colori, brossurato – 14,90€
ISBN: 9788865671849