Grandi autori Disney al servizio di Paperino

Grandi autori Disney al servizio di Paperino

Per i 90 anni di Paperino, Panini pubblica un volume dove sfilano, attraverso le loro storie, alcuni dei principali fumettisti che lo hanno scritto e disegnato.
Paperino D'autore Cover

I volumi monografici su un singolo personaggio Disney non sono una novità: fin dagli anni Settanta, quando Mondadori pubblicava tomi cartonati di grandi dimensioni intitolati “Io…” e il nome dei vari protagonisti dell’universo di Paperi e Topi, il concetto ha attecchito facilmente presso il pubblico, attratto dalla possibilità di leggere un’antologia dedicata singolarmente ai propri beniamini.

Tra la fine degli anni Novanta e la prima metà dei Duemila l’approccio si è man mano sofisticato, accompagnando alle storie in ristampa approfondimenti che fornissero al lettore spunti e informazioni interessanti e che costruissero un percorso, complice una selezione più ragionata.
The best of… e Il meglio di… sono due progetti che ben riassumono tale direzione – la prima rivolta alla sola produzione italiana, la seconda dal respiro più internazionale e volutamente circoscritta a quanto realizzato prima degli anni Ottanta – così come la presenza di Topolino, Paperino & co. all’interno di collane dedicate ai miti del fumetto tout-court, come ad esempio I Classici del Fumetto di Repubblica e I Classici del Fumetto dell’etichetta BUR per Rizzoli.
In seguito, gli anniversari a cifra tonda dei vari eroi disneyani sono stati spesso l’occasione per volumi-strenna volti alla celebrazione della figura di turno.

Panini Comics, una volta ottenuti i diritti per la pubblicazione de fumetti Disney in Italia, non ha puntato da subito su questo concept (pur operando pressoché nella stessa maniera con l’universo Marvel), ma recentemente ha rieditato in versioni rivedute e corrette titoli storici come I pensieri di Pippo, Le follie di Eta Beta e Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni.
Difficilmente però ha realizzato raccolte di pregio ex novo, pensate e imbastite per l’occasione di turno: in tal senso Paperino d’autore, uscito in occasione dei novant’anni del personaggio, costituisce un “ritorno alle origini” a cui guardare con favore.

Il percorso

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La proposta è meritoria anche perché è forse la prima volta, rispetto agli esempi citati sopra, che un volume di questo tipo intraprende un percorso prettamente cronologico e al contempo completo, per quanto possibile. Non ci si concentra infatti su una sola scuola artistica né ci si ferma ai Maestri riconosciuti degli anni d’oro, ma si parte dalle origini – rappresentate dalle strisce giornaliere di Floyd Gottfredson e di Al Taliaferro degli anni Trenta – per arrivare alla produzione italiana ed estera contemporanea, offrendo uno sguardo decisamente ampio sulla carriera a fumetti del papero vestito alla marinara.
Tale approccio, formulato da Davide Del Gusto, è quindi particolarmente meritorio proprio per la visione che incarna e che si rivela interessante tanto per il neofita quanto per l’esperto appassionato.

Le storie

Con queste regole d’ingaggio, non era semplice riuscire a impostare un indice effettivamente funzionale, e infatti accanto a scelte particolarmente ispirate c’è anche qualcosa che funziona meno.

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Ad esempio, le pagine dedicate alle daily-strip di Taliaferro – il primo autore fondamentale del Paperino a fumetti, che ha saputo traghettarlo dai disegni animati alle vignette su carta – sono solo due per un totale di appena dieci strisce e, vista la scarsa diffusione di questo materiale al di fuori della collana dedicata al fumettista, sarebbe potuta essere l’occasione per presentare un ventaglio più ampio del suo lavoro e di conseguenza per mostrare una maggior varietà di situazioni comuni nelle quali quel primigenio Donald Duck veniva coinvolto in queste genuine vicende urbane.
Comprensibile invece la presenza di una sola storia di Carl Barks, considerando che con questo autore si passa a storie di più di trenta tavole nate per gli albi americani: la scelta di Paperino e il sentiero dell’unicorno è peraltro particolarmente felice, ottima nel mostrare le migliori caratteristiche del personaggio in un contesto avventuroso nel quale l’Uomo dei Paperi l’ha spesso calato.

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La sceneggiatura è ritmata e avvincente e la maestria grafica dell’autore permette di avere una gabbia particolarmente moderna e cangiante.
Doveroso infine lo sguardo ad altri esempi di autori USA dell’epoca, nella persona di Paul Murry con la simpatica Paperino cerca lavoro, che oggigiorno può apparire forse un po’ blanda per il ritmo e le dinamiche tra il protagonista e Qui, Qui, Qua, ma che fornisce una preziosa testimonianza d’epoca e che graficamente mostra le qualità di un segno classico in ogni caso fortemente espressivo.

La produzione italiana degli anni Sessanta-Settanta-Ottanta trova ampio spazio nella parte centrale del tomo, presentando mostri sacri riconosciuti come Luciano Bottaro, Romano Scarpa, Giovan Battista Carpi e Giorgio Cavazzano. È un peccato però rilevare la rumorosa assenza di Massimo De Vita.
Paperino e il duello alla pistola, di Carlo Chendi e Bottaro, ben rappresenta il rapporto burrascoso, tipico nelle storie italiane di quei decenni, tra Paperino e Zio Paperone, mostrandone la forte carica di comicità e mettendo in campo una versione irresistibile del personaggio, vagamente autoironico, maestro della pantomima e in grado di incassare brillantemente i colpi dell’avversa fortuna; dal punto di vista della recitazione e della plasticità corporea, il disegnatore ligure mette in pratica quella eccezionale frenesia visiva che avrebbe caratterizzato buona parte della sua carriera, in particolare quella finale.
Di sensibilità diversa è invece Scarpa che con Paperino istruttore di camping mostra sì un Paperino vessato, ma anche capace di dimostrare quanto vale e di avere ogni tanto qualche riconoscimento per l’impegno che sa mettere nei compiti che suo malgrado gli vengono assegnati. Il tratto di questo periodo è caratterizzato dall’inchiostrazione guizzante di Giorgio Cavazzano, che aveva riplasmato il segno scarpiano in maniera evidente, con risultati ibridi ma generalmente convincenti.

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Carpi è chiamato a illustrare la breve parodia della Carmen di Bizet (e della novella dalla quale fu tratta), su testi del colto Guido Martina: atteggiamenti al vetriolo, dinamiche poco accomodanti, illegalità diffuse e tiri mancini fanno da ossatura a una vicenda in costume rapida e che sa intrattenere, facendosi in questa sede buona rappresentante di tutto quel filone di adattamenti di opere narrative e permettendo al disegnatore di sfoggiare il suo stile preciso e affilato come un rasoio, che sa interpretare in maniera straordinariamente pulita le fattezze dei Paperi disneyani, gli abiti d’epoca e le ambientazioni andaluse.

Paperino e l’insolito remake non è forse la scelta migliore per l’occasione, invece: una storia metanarrativa che vede il protagonista insieme a Topolino, Pippo e Gambadilegno recitare nell’adattamento filmico della loro storica avventura Topolino giornalista, con Donald determinato a ritagliarsi più spazio di quanto ne ebbe allora. L’idea è simpatica ma la sua peculiarità la rende una mosca bianca che finisce per dire poco sulla figura a cui è dedicato il volume. Anche artisticamente Cavazzano non è in una delle sue fasi migliori, trattandosi di un momento di transizione caratterizzato da un segno solido e piacevole ma tutto sommato basico e comune, lontano dagli exploit del decennio precedente o dall’armonia di quello successivo.

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Passando invece a storie più recenti, Paperino e la vacanza a prezzo stracciato di Enrico Faccini e La filosofia di Paperino di Giulio Giorello, Tito Faraci e Silvia Ziche sono due prove brillanti che rappresentano efficacemente il personaggio: nel primo caso grazie a una classica situazione impossibile nella quale infilarlo, portandolo a reagire in maniera forsennata e autodistruttiva, nel secondo con una riflessione sulla sua natura tanto azzeccata quanto divertita.
Faccini attinge a piene mani dall’animazione per costruire una vicenda che gioca al rialzo tavola dopo tavola, e il suo tratto rende benissimo lo stress subito e il caos imbastito; Faraci ricorre invece a una sottile commedia degli equivoci per indagare l’animo del personaggio, coadiuvato da una Ziche felicemente in grado di accentuare lo smarrimento derivato da quanto avviene con il suo tratto sintetico e caricaturale.

La finestra sulla produzione estera moderna e contemporanea si concentra giocoforza sul Nord Europa, dove Egmont – il più importante editore di fumetti Disney inediti dopo l’Italia – distribuisce i propri fumetti: appaiono in questa sezione Don Rosa, Marco Rota e Daan Jippes, tra nomi fondamentali per l’editore danese.
Il primo, a onor del vero, non ha sempre brillato per una grande considerazione nei confronti di Donald Duck, spesso stigmatizzato come l’americano medio con tutti i difetti del caso per far risplendere di riflesso la personalità di Zio Paperone; alcune sue brevi storie, costruite sul formato delle dieci pagine, hanno però saputo costruire trame fresche e deliziosamente comiche attorno al personaggio. Accadde al grattacielo de’ Paperoni ne è la dimostrazione: Paperino è un impavido lavavetri ma una serie di sfortunati incidenti ad altezze vertiginose minano la sua sicurezza, con esiti esilaranti. Anche il segno tozzo e rigido di Rosa si amalgama bene con i siparietti impostati nella vicenda.

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Stilisticamente più vicino alla matita barksiana è invece Marco Rota che con La notte dei pirati offre non solo un Paperino piacevolmente rotondetto ma anche atmosfere avvolgenti dettate da un ottimo gusto nel raffigurare le ambientazioni che fanno da sfondo alla vicenda.
Narrativamente abbiamo un personaggio allegro, un po’ fanfarone ma entusiasta e adattissimo a vivere un’avventura al limite dell’onirico.
Infine Jippes sfrutta il suo passato da animatore negli Studios Disney di Burbank per creare situazioni che non stonerebbero in un cortometraggio, impegnando Paperino in una partita a golf e contro la sfortuna che va ad annientare le sue doti. Scene paradossali ed efficacemente comiche portano avanti l’agile sceneggiatura, supportata da disegni freschissimi e dinamici a dispetto della loro ostinata classicità che guarda ossequiosamente allo stile di Carl Barks: il Donald Duck di Daan Jippes è snodato, movimentato, salta come un grillo e si piega in improbabili contorsioni che lo rendono vivo e “paperinesco”

Gli articoli

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Fattore fondamentale in questo tipo di volumi sono gli articoli introduttivi e di approfondimento: in Paperino d’autore sono a firma di Marco Travaglini, promettente nuova leva tra gli esperti divulgatori acquisiti da Panini per le pubblicazioni Disney, che ha già dimostrato in altre pubblicazioni di sapere il fatto suo.
In questo caso specifico la qualità dei suoi contributi invero non spicca particolarmente, forse pagando pegno di dover intervenire all’interno di una selezione di storie operata da un’altra persona. Fatto sta che i testi non riescono a comunicare i vari concetti in maniera convincente e coinvolgente: beninteso, le informazioni presenti sono tutte precise e corrette ma il problema si rintraccia nell’esposizione, troppo schematica e poco fluida.
Se questo favorisce sicuramente la chiarezza di quanto raccontato, magari adatta a lettori meno edotti sulla storia del palmipede, dall’altro lato rende il risultato finale leggermente didascalico, finendo per sacrificare qualunque possibile curiosità sull’altare di un nozionismo che, pur necessario, avrebbe forse giovato di un piglio diverso.
Infine, anche lo spazio stesso riservato a queste introduzioni risulta scarno, costringendo Travaglini a condensare in poche pagine evoluzioni lunghe decenni o autori appartenenti a correnti ed epoche molto diverse.
Ne risulta un bignami scritto con competenza e di sicura utilità per chi è a digiuno di qualunque informazione sul personaggio, ma che rischia di risultare un po’ ridondante per chi mastica maggiormente la materia.

Paperino d’autore si configura ad ogni modo come un volume ben congegnato: non si tratta di un’antologia vaga e generica né della solita riproposizione di capolavori conclamati, ma di un progetto con una sua direzione ben precisa, che autorizza la presenza di storie meno note in virtù della loro capacità di rappresentare degnamente la poetica degli autori che le hanno realizzate e le infinite anime che caratterizzano questo spettacolare caratterista.

Abbiamo parlato di:
Paperino d’autore
AA.VV.
Panini Comics, 2024
253 pagine, cartonato, colori – 27,00 €
ISBN: 9788828788355

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