“Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni”: le origini del mito

“Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni”: le origini del mito

Riscopriamo sette storie “cult” firmate da Carl Barks sul papero più ricco del mondo e su come è diventato il personaggio più complesso e affascinante della Disney.

Vita E Dollari Di Paperon De' Paperoni CoverIn occasione del suo settantacinquesimo anniversario, la Panini Comics ripropone sette fondamentali storie dello Zio Paperone scritte e disegnate da Carl Barks, uscite tra il 1949 e il 1954; un sommario in verità già saggiamente proposto in volume nel lontano 1968, all’interno della prestigiosa collana Oscar Mondadori grazie a un’attenta selezione di Dino Buzzati e Mario Gentilini con l’obiettivo di illustrare i tratti distintivi del papero più ricco del mondo.

Il volume – curato a livello grafico dall’AmarenaChicStudio che ha effettuato anche la ricolorazione delle tavole originali – ha un formato verticale e non orizzontale rispetto ai precedenti “I Pensieri di Pippo” e “Le Follie di Eta Beta”, dettato dal fatto che Barks disegnava tavole con formato da comicbook e non strips come faceva ad esempio Floyd Gottfredson.

Leggere queste storie vuol dire sia conoscere in profondità il lavoro di caratterizzazione di Barks su Paperone, sia anche capire come la definizione di un tirchio senza speranze appare molto riduttiva nell’inquadrare il personaggio, in realtà tra i più complessi dell’universo disneyano. Paperone è caratterizzato da una rigorosissima parsimonia, ma i suoi valori di onestà e coerenza – al pari del legame con la famiglia – superano di gran lunga il suo attaccamento per il danaro: prova ne è, nel corso delle storie, lo spendere cifre spropositate per contendere a Paperino la riconoscenza dei nipotini a Natale, oppure regalare trenini agli orfanelli, o ancora, rinunciare a un tesoro per aiutare una vecchia amica in difficoltà economiche. Tutto ciò rivela, in un gioco di specchi da parte di Barks, un animo luminoso i cui doni sono rigorosamente nascosti, in un carattere che mescola una sorta di pudicizia, rigore morale e misantropia.

L’elemento più vistoso del personaggio, ovvero il rapporto con il denaro, è un aspetto complesso perché il nostro zione ha una passione per le monete che potrebbe sconfinare nell’attaccamento feticista: le lucida, ci nuota dentro, le coccola, le bacia e si ricorda di ognuna di esse il modo in cui l’ha guadagnata. Ma ciò costituisce solo il profilo esteriore (e giocoso) di Paperone, ovvero un punto dal quale Barks è partito per arrivare alla costruzione del suo lato più affascinante, legato non solo al senso degli affari ma anche al suo spirito avventuroso: un’instancabile ricerca di sfide e conquiste, lottando sempre lealmente – e qui la sua forza morale è ferrea – senza scendere a compromessi oppure ricorrere a scorciatoie e inganni, salvo nei casi dove deve difendere sé stesso o i suoi averi da aggressioni truffaldine. Perché il personaggio non è avido né ingiusto, ma al di là di un bisogno compulsivo di accumulare ricchezze, è pervaso da uno spirito di giustizia e un’onestà incorruttibili che dettano le linee principali delle sue norme di comportamento, a volte spietate, ma sempre coerenti ed oneste.

Vita E Dollari Di Paperon De' Paperoni ImgAccompagnate dagli interessanti redazionali introduttivi di Alessandro Sisti e Alberto Savini, le sette storie in sommario ci presentano tutti gli aspetti discussi fino ad ora di Paperone, muovendosi in una dimensione narrativa che unisce il comico-familiare con l’avventura esotica. Trame che contribuiscono a comporre una personalità decisamente imprevedibile che, forse, proprio per il suo suggestivo carattere, riesce ad apparire continuamente nuovo, vivo e originale fino ad oggi.

“Zio Paperone e la scavatrice” (prima pubblicazione: 4 ottobre 1949) racconta la lotta tra Paperone e Paperino per esaudire il desiderio dei nipotini a Natale, instaurando una sfida connotata da un crescendo rossiniano esilarante, risolto solo dall’arrivo del deus ex-machina natalizio, Santa Claus. Storia importante perché Barks mostra per la prima volta l’ufficio-deposito dello zione con i topos grafici costituiti da pile e sacchi di monete ma, soprattutto, introduce un rapporto con Paperino che appare già codificato.

“Zio Paperone e la clessidra magica” (25 luglio 1950) vede lo zione imbarcarsi nella ricerca di una sabbia magica contenuta in una clessidra in grado di donare fortuna e ricchezza al suo possessore. La struttura del racconto è improntata sul tema dell’avventura esotica, passando attraverso vari scenari: dalla città all’oceano e poi al deserto del Sahara. Interessante la contrapposizione tra elementi grafici Disneyani e un forte realismo nelle scenografie e nella rappresentazione di animali e banditi Tuaregh.

“Zio Paperone e il ventino fatale” (20 novembre 1951) è una storia estremamente variegata e frizzante nelle idee che la compongono. Si presenta come una fiaba natalizia in chiave poetica, con uno sviluppo dove niente è lasciato al caso: ad esempio, un elemento apparentemente secondario (un trenino giocattolo) assume un diverso e ben più importante ruolo nell’esilarante finale, mostrando quanto fosse minuzioso il processo creativo di Barks.

“Zio Paperone e la disfida dei dollari” (11 febbraio 1952) è molto importante da un punto di vista storico perchè è la prima storia intitolata ufficialmente allo Zione, pubblicata sul n. 386 della collana antologica Four Color Comics, considerato successivamente e retroattivamente il primo albo della testata Uncle Scrooge a lui dedicata (debuttando nel 1953 direttamente con il n. 4). Al centro della trama un confronto di astuzia e caparbia ostinazione tra Paperone e la Banda Bassotti che qui sono ben sette. È una delle avventure più divertenti in assoluto con questi personaggi, dove vignette e battute si susseguono con vertiginosa comicità e continui colpi di scena, aprendosi con l’iconica immagine dello zione che si tuffa nel suo mare di dollari. Altro elemento importante è l’introduzione di un carattere ricorrente nelle storie di Paperone: più soldi ha e più aumentano le sue preoccupazioni.

Vita E Dollari Di Paperon De' Paperoni Img2“Zio Paperone e la stella del Polo” (23 gennaio 1953) è la storia con i toni marcatamente più sentimentali e nostalgici, mostrando da un lato il carattere ormai sedimentato (e coriaceo) di Paperone, ma dall’altro anche un aspetto sconosciuto e romantico che emerge nei confronti di una figura importante della sua giovinezza, da cercatore d’oro nel Klondike. Quest’ultima è l’indomita e fiera Doretta Doremì, personaggio che Barks non userà più, ma che sarà ripresa da altri autori come Romano Scarpa e Don Rosa.

“Zio Paperone e la dollarallergia” (29 aprile 1954) costituisce una vera e propria parabola sull’impatto della cultura occidentale sugli altri popoli. Omaggiando il mitico regno letterario di Shangri-La, Barks fa imbarcare Paperone e i suoi nipoti in un’avventura esotica a causa di un suo “affaticamento” da ricchezza, cercando una valle dove vive una società perfetta che non conosce l’uso del danaro. Una storia in bilico tra commedia, filosofia e critica sociale che presenta un ammonimento morale ben preciso.

“Zio Paperone e il tesoro delle sette città di Cibola” (27 luglio 1954), infine, è probabilmente la storia più spettacolare del lotto, con la classica ricerca di un tesoro che assume toni epici. Barks riesce ad equilibrare perfettamente elementi comici e avventurosi, con tante invenzioni narrative che arricchiscono uno sviluppo assolutamente imprevedibile (ma questo è un elemento ricorrente del suo lavoro) culminante in un climax sensazionale, ispirando l’immaginario di tanti lettori compreso un giovane Steven Spielberg che ha ripreso alcune idee di Barks nel film “I Predatori dell’Arca Perduta” (vedi, ad esempio, la gigantesca sfera di pietra che insegue Indiana Jones).

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L’aspetto grafico è infine l’altro elemento fondamentale per valutare a pieno la complessità dell’opera di Barks, distinguendo i suoi tre aspetti centrali: lo storytelling, la composizione della tavola e lo stile di disegno.
Per quanto riguarda i primi due, Barks aveva un approccio dinamico e cinematografico, con una gestione perfetta dei tempi, ricorrendo all’incastro ferreo di tre inquadrature: campo lungo, piano americano e di quinta, variando la prospettiva (a tre quarti, profilo e orizzontale), ma mantenendo sempre un’angolazione di ripresa frontale ad altezza uomo. Questa costruzione rendeva ogni scena costantemente in movimento ed estremamente scorrevole di vignetta in vignetta, frutto di un lavoro attentamente calibrato e derivato sicuramente della sua esperienza – a inizio carriera – di animatore/intercalatore ai Disney Studios.

Tanto nella regia delle vignette quanto nel disegno puro, Barks sviluppa idee avanzate rispetto ai tempi, unite a uno stile che parte da un’impostazione classica per poi evolversi in maniera moderna e realistica per dettagli e scenari, con un tratto improntato su linee pulite e marcate in maniera netta, equamente divise tra dinamismo narrativo e surrealismo caricaturale.

In conclusione, riprendendo ancora una volta le parole del grande Gentilini, “Paperon de’ Paperoni rappresenta oggi, a distanza di svariati decenni anni dalla sua creazione, un gigantesco e variegato personaggio disneyano capace di ridursi sul lastrico per un affare concluso troppo affrettatamente con la Banda Bassotti o con Rockerduck, ma anche capace di risollevarsi dalla catastrofe con diabolica vitalità, col genio dei più consumati finanzieri”.
Per il suo spirito avventuroso e indomito, furbo e parsimonioso, è entrato con prepotenza e dirompente simpatia nelle nostre case e nei nostri discorsi quotidiani, sprigionando attorno a sé un fascino irresistibile, venendo amato dai piccoli e dagli adulti di tutte le condizioni sociali, di tutte le razze e religioni.

Abbiamo parlato di:
Vita e dollari di Paperon de’ Paperoni
Carl Barks
Traduzione di Luca Boschi, Alberto Becattini, Pier Luigi Gaspa, Lidia Cannatella
Panini comics, 2022
224 pagine, cartonato, colori/bianco e nero – 32,00 €
ISBN: 9788828708650

 

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