Nero: così in Terra è il primo volume di una serie iniziata alla fine del 2021, firmata da Emiliano e Matteo Mammucari, co-autori del soggetto e, rispettivamente, disegnatore e sceneggiatore. Ad affiancarli nella realizzazione del fumetto si trovano il colorista Luca Saponti e Giovanni Masi in veste di story editor.
Il cartonato pubblicato da Sergio Bonelli Editore raccoglie l’esordio del protagonista eponimo, un guerriero arabo con un marchio sulla fronte, e di un cavaliere cristiano, inizialmente presentato nella funzione di antagonista nel contesto delle Crociate. Senza soffermarsi sugli sviluppi del racconto e sull’analisi degli stessi, questo articolo si concentra su una pagina in prosa, una sorta di prefazione dell’opera, scritta dai due fumettisti per circostanziare il loro lavoro precisandone l’obiettivo.
Si legge: “Se la Storia con la S maiuscola si racconta attraverso le grandi masse e le battaglie campali, gli scontri tra civiltà e fazioni contrapposte, la storia che vi offriamo noi passa invece attraverso gli occhi di un singolo uomo, e neanche uno dei più virtuosi e affabili.
La nostra s minuscola, in compenso, ci consente di prenderci qualche piccola libertà nell’affrontare gli eventi attraverso i quali si dipana l’avventura, senza la pretesa di spiegare come andarono davvero le cose. Raccontiamo i fatti per come li sappiamo noi o per come ci piace pensarli”.
La citazione, divisibile in due parti se si asseconda la struttura modulata nei due capoversi, fa correre la mente ai ragionamenti e alla bibliografia di Alessandro Manzoni. A maggior ragione se si tiene conto di una dichiarazione degli stessi fratelli Mammucari che, nella puntata di Quaderni bonelliani di cui sono stati ospiti (disponibile nei canali social de Lo Spazio Bianco), hanno riferito di essere stati appassionati lettori dei romanzi di Walter Scott.
Infatti, lo scrittore scozzese, noto principalmente per Ivanhoe, è stato preziosa fonte d’ispirazione per Manzoni, che ha poi deciso di distaccarsi dal “maestro”. Secondo il poeta italiano, nei suoi libri Scott romanza eccessivamente la storia evenemenziale, facendo larghe concessioni al gusto avventuroso e goticheggiante del tempo per rendere avvincente la lettura, senza approfondire a sufficienza la psicologia dei personaggi.
Nei due periodi estratti dall’introduzione a Nero, i fumettisti prima si affiancano all’autore de I promessi sposi, poi se ne allontanano seguendo la direzione del romanziere britannico.
Procediamo con ordine. Quando nel primo capoverso i Mammucari affermano di voler creare una narrazione vista con “gli occhi di un singolo uomo”, annunciano di entrare nel territorio della microstoria, quella che spesso dagli storiografi dei secoli scorsi veniva sacrificata sull’altare delle “grandi masse e le battaglie campali, gli scontri tra civiltà e fazioni contrapposte”. Come in Così in Terra si parla di un singolo individuo, “neanche uno dei più virtuosi e affabili”, così nei I promessi sposi i protagonisti non sono “Principi e Potentati”1 ma gli umili: due giovani di un paese situato vicino al lago di Como. Manzoni mette in risalto i caratteri e i sentimenti dei personaggi, parla con sentita partecipazione di amore, paura, ira, rassegnazione, nostalgia, coraggio e speranza, di difficoltà quotidiane, ingiustizie e valori… tutti elementi comuni agli uomini di ogni epoca ma spesso taciuti dalle narrazioni ufficiali.
Ecco che la letteratura, in quell’intreccio di voci e di prospettive che è il romanzo storico, deve portare alla luce il ruolo svolto nella Storia dalle masse anonime della gente umile; quindi, nell’Ottocento, l’autore cerca di dare voce alla moltitudine di cui nessuno si occupa e di indagare la dimensione morale e psicologica dei fatti accaduti e dei protagonisti. Nella Lettera a M. Chauvet spiega che, se la Storia racconta gli eventi, la scrittura creativa cerca di ricostruire, sempre secondo verosimiglianza, ciò che la Storia tace: la verità soggettiva dell’interiorità dei personaggi, le vicende e la vita delle ultimi.
“Verosimiglianza” è una parola significativa nell’ermeneutica manzoniana, nonché la chiave di lettura per affrontare la seconda parte della dichiarazione d’intenti degli autori di Nero. Per il poeta milanese, la letteratura è un potente mezzo formativo, con una propria funzione pedagogica, perché, attraverso il piacere che genera, può guidare il pubblico a una comprensione e a una conoscenza crescente di sé e del mondo. Tuttavia, l’invenzione letteraria non deve tradire la verosimiglianza: deve fondarsi sulla verità dei fatti storici. Bisogna ricostruire con scrupolo l’ambientazione a partire dalla documentazione, dall’attenta ricerca sulle fonti che permette di cogliere quelle lacune con cui la storiografia ufficiale documentava le epoche passate, illuminando soltanto i grandi eventi e i grandi condottieri, ma relegando in secondo e terzo piano la storia “minore” delle masse e degli umili. Successivamente, con la sua fantasia, lo scrittore può rappresentare l’interiorità degli esseri umani, formata sempre a partire dai documenti, al fine di restituire la complessità della realtà e rendere giustizia a tutti gli individui.
Diversamente da Manzoni, sullo sfondo storico elaborato con cura documentaristica, Scott muove character veri e leggendari, trattandoli liberamente per renderli funzionali a una trama che dev’essere il più possibile appassionante. Così la fedeltà della ricostruzione può cedere il passo a elementi fiabeschi, magici ed eroici, figli sia dell’obiettivo di contribuire a creare uno spirito nazionale attraverso la produzione letteraria, che della predilezione scottiana per il fantastico di origine medievale. Questo secondo aspetto si rintraccia in Nero, in cui proprio il fantastico è connaturato alla premessa stessa dell’avventura tanto quanto l’eroismo, perché il protagonista del fumetto è, sì, un “disgraziato” dimenticato dalla macrostoria, ma non fa parte della schiera degli umili presa a riferimento dallo scrittore italiano. Piuttosto si avvicina ai personaggi delle sue tragedie Adelchi e Conte di Carmagnola e, soprattutto, alle forti personalità delineate dal romanziere scozzese.
Tenendo conto di questo importante pilastro narrativo, un’altra eco manzoniana risuona nelle ultime righe dell’introduzione al volume Bonelli: “Nero parla di demoni. Quelli che ci portiamo dentro. Quelli con cui ogni giorno combattiamo, che sia per venirci a patti o magari, una volta almeno, sconfiggerli”. Ancora una volta un romanzo, in questo caso illustrato, come guida verso la comprensione di sé e del mondo, di sé nel mondo.
Bibliografia:
Emiliano e Matteo Mammucari, Nero: così in Terra, Sergio Bonelli Editore, 2021
Corrado Bologna, Paola Rocchi, Fresca rosa novella: Neoclassicismo e Romanticismo, Loescher Editore, 2021
Alessandro Manzoni, I promessi sposi, Introduzione ↩