Delle tre storie che compongono questo Color Fest la migliore è quella scritta da Roberto Recchioni che, ancora una volta, scava nel rapporto tra Dylan e l’amore. I disegni di Cristina Mormile sono sensuali e inquietanti, un segno morbido e sicuro che ben accompagna una sceneggiatura misurata e diretta per una storia incisiva e sanguigna. Alex Crippa imbastisce un incubo a occhi aperti che, dopo un inizio un po’ debole, procede verso un finale amaro e disincantato nel quale Dylan affronta i suoi sensi di colpa. Degni di nota i disegni di Christopher Possenti: plastici e tridimensionali, ritraggono bene l’inquietudine e l’orrore.
La nota dolente viene dalla ghost story di Barbara Baraldi: lo spunto è valido ma soffre una sceneggiatura tagliata con l’accetta. L’atmosfera risulta smorzata e la vicenda procede tra indizi risibili e passaggi bruschi. Non aiutano gli altalenanti disegni di Nives Manara, fortemente influenzati dal fratello Milo: il suo tratto morbido e rotondo sembra promettere molto ma mostra evidenti limiti con anatomie goffe ed espressioni esasperate fino al grottesco involontario, senza riuscire poi a mantenere costante la rappresentazione dei personaggi.
Buono (e non semplice) l’apporto di Fabio D’Auria e Sergio Algozzino ai colori. In sintesi, un albo solo parzialmente riuscito, tre storie senza un filo conduttore a unirle dietro una convincente copertina di Marco Mastrazzo.
Abbiamo parlato di:
Dylan Dog Color Fest #20 – Il buono, il brutto e la cattiva
Alex Crippa, Christopher Possenti; Barbara Baraldi, Nives Manara; Robero Recchioni, Cristina Mormile
Sergio Bonelli Editore, febbraio 2017
98 pagine, brossurato, colori – 4,50€
ISSN: 977197194700770020
