Chi meglio di Akira Toriyama (sceneggiatore) e di Toyotaro (disegnatore) può parlare di Dragon Ball Super? In appendice al quarto volume dedicato al ritorno sulle scene di Goku e compagni Star Comics pubblica la seconda parte di un’intervista agli autori, foriera di spunti interessanti. Tra tutte, le righe relative ai disegni sono le più rilevanti.
Il Maestro Toriyama, papà di Dragon Ball e unico responsabile delle due serie storiche che hanno preceduto Super, tesse le lodi del collega, spiegando quanto apprezzi il fatto che egli stia mostrando la propria unicità, emancipandosi progressivamente dal modello ispiratore.
Tali dichiarazioni vanno prese con le dovute proporzioni: non siamo di fronte a una rivoluzione e a un’occhiata superficiale si potrebbe pensare all’opera come a un altro manga realizzato interamente dal creatore di Dr. Slump. La precisazione emerge proprio dall’intervista: il disegnatore si distingue principalmente per la grande attenzione che riserva ai combattimenti e per l’impegno profuso nel tentativo di trasmettere la psicologia dei personaggi.
Osservando bene, viene naturale concordare con Toriyama. Toyotaro non sacrifica mai la pulizia del suo tratto, puntando molto sulla definizione delle sagome, anche di quelle poste in secondo piano. Quando deve raffigurare le scene di battaglia preferisce concentrarsi sulla singola mossa piuttosto che sull’insieme. Questo fatto si nota soprattutto contando gli spazi in cui sono suddivise le tavole: le splash-page sono bandite, mentre abbondano le vignette di piccole dimensioni, disposte non solo verticalmente e orizzontalmente ma anche in diagonale.
Figure intere e primi piani si alternano senza che venga penalizzata l’espressività dei personaggi, Black Goku in particolare. Questo villain inedito è dotato di grande carisma e possiede – parole degli autori – una propria originalità, dal momento che non incarna il male assoluto ma una giustizia corrotta. Sotto le sembianze identiche a quelle del protagonista si cela una sorta di angelo caduto, la cui parabola è stata narrata nel terzo volume con sorprendente profondità.
La personalità tutt’altro che ingenua e monodimensionale del nemico, quindi molto diversa da quella dell’eroe del quale ha rubato l’aspetto fisico, consente di esplorare una mimica facciale insolita per il Saiyan più famoso di sempre. Nemmeno quando, nel corso di Dragon Ball Z, il Capitano Ginew aveva introdotto la propria mente nel corpo di Goku avevamo assistito a un’espressività così accentuata e poliedrica.
Anche quando si tratta di mostrare i poteri di Black, Toyotaro ricorre a nuove visualizzazioni, dando concretezza alla fantasia vivace di Toriyama. Incapace di sopportare la limitatezza degli esseri umani, il misterioso antagonista impiega tutte le proprie risorse, materializzando dal nulla cubi d’acciaio e aggirando le leggi della fisica per colpire gli avversari.
Un’altra novità, seppur relativa visto che Dragon Ball ci ha abituati a continue trasformazioni estetiche dei personaggi, riguarda il colore dei capelli dei protagonisti. Con l’avvento di Super il numero dei livelli di forza raggiunti dai Saiyan è aumentato, comportando la modifica della tonalità della chioma. Purtroppo la mancanza del colore nel manga non rende intelligibili questi mutamenti.
In mezzo ad alcune svolte inattese, lo sceneggiatore raccoglie quanto seminato nel tankobon precedente, proponendo ai lettori una serie di combattimenti in cui la tensione non manca. Come d’abitudine, si sommano gli imprevisti e i buoni si trovano in difficoltà. È troppo chiedere che si tema per la sorte degli eroi, soprattutto se si ha familiarità con i meccanismi interni all’universo di Dragon Ball, ma la fiammella della curiosità resta accesa, almeno per scoprire alcuni dettagli non ancora svelati e altri non del tutto chiariti.
La critica che si può muovere a una storia avvincente, gradevole e ben disegnata riguarda le spiegazioni con le quali Toriyama accompagna lo svolgimento della trama. Talvolta è viva la sensazione che il mangaka si lasci trasportare dalla narrazione, ponendo di fronte alle sue creature ostacoli inventati all’ultimo momento, da superare con soluzioni di comodo. Per usare un’espressione banale, potremmo dire che l’autore tenti di metterci una pezza.
Più studiata, invece, appare la lenta ma costante evoluzione psicologica di Vegeta, l’unico personaggio insieme a Black Goku, dotato un certo dinamismo. Forse è complicato ovviare al problema della fissità senza scatenare le ire della frangia più tradizionalista della sconfinata fanbase, ma sarebbe stimolante assistere a un rinnovamento dello status quo dei combattenti, magari dando maggiore spazio a chi è stato messo da parte nel corso delle serie antecedenti oppure ne ha sempre avuto poco.
Abbiamo parlato di:
Dragon Ball Super # 4
Akira Toriyama, Toyotaro
Traduzione di Michela Riminucci
Star Comics, maggio 2018
208 pagine, brossurato, bianco e nero – 4,50 €
ISBN: 9788822609885