Avventure sull’Isola Deserta di Maciej Sieńczyk: racconti di pura, onirica umanità.

Avventure sull’Isola Deserta di Maciej Sieńczyk: racconti di pura, onirica umanità.

Attraverso una serie di strane e incredibili storie, Maciej Sieńczyk ci accompagna in un viaggio surreale che conduce all’essenza dell’essere umano.

avventure_isola_coverUn uomo, rimettendo ordine tra le sue cose, si addormenta e sogna. Una cometa si trasforma in una stella nera. Un leggero bussare lo risveglia. Di fronte alla porta di casa trova un libro, dal titolo “Avventure sull’isola deserta”, scritto da un autore sconosciuto naufragato durante un viaggio in mare su un’isola deserta. Un libro che si rivela pieno di “avventure straordinarie ed esotiche”.

Con questo incipit si apre la nuova affascinante opera di Maciej Sieńczyk, autore polacco fino a oggi sconosciuto in Italia, ma che con questo suo ultimo lavoro è stato nominato al prestigioso premio letterario NIKE (il corrispettivo polacco del premio Strega). E queste immagini racchiudono in sé l’essenza della poetica di questo volume che, non sorretto da nessuna trama, è bensì un complesso, criptico meccanismo di scatole cinesi con cui l’autore fa precipitare lettore e personaggi in una spirale di storie che corrono sul sottile confine che divide la realtà dal sogno, la tragedia dalla commedia, il disgusto dalla tenerezza.

L’azione che potrebbe dare inizio a un qualsiasi barlume di trama è perennemente bloccata, il protagonista e i personaggi che incontra prima e dopo il naufragio sull’isola (che tanto deserta non è) non agiscono, ma anzi fuggono dalla realtà. Essi siedono oppure stanno in piedi, ma sempre immobili, e si raccontano l’un l’altro storie di uomini che si mutilano per sentire la realtà attorno a loro, bambine con dubbie proprietà paranormali, individui dotati di straordinaria sensibilità, donne seppellite senza reggiseno e storie di antiche macchine agricole.

Tutti questi avventure-sullisola-deserta-di-maciej-sienczy-L-KoZuJSracconti si susseguono senza un filo logico e l’autore polacco corre il rischio di perdere il lettore per strada, farlo sentire un po’ frustrato dalla incomprensibilità della sequenza causale delle storie. Ma forse il punto di tutta la storia è proprio questo: chiedere al lettore un grande sforzo, invitarlo a lasciarsi andare nel flusso caotico di frammenti di racconti che, visti tutti insieme, da una prospettiva più lontana, vanno a creare un affresco sfaccettato del nostro tempo, di un’umanità terribile, sensibile, grottesca, piena di paure e di speranze. È proprio la narrazione, sia essa scritta o orale, a dare un peso all’esperienza umana, a farla diventare tangibile, a ricordare fatti ed emozioni che altrimenti andrebbero perdute nel tempo. Il racconto diventa quindi parte fondamentale della vita, le dona un senso e ci permette di affrontarla guardandola da una posizione esterna, obiettiva ma anche coinvolgente.

Grazie ad uno stile molto particolare, Sieńczyk riesce a coniugare un linguaggio a tratti distaccato e scientifico, a tratti poetico e profondamente emotivo, che va a integrarsi con disegni che attingono a piene mani dalla tradizione iconografica sovietica, sia nelle rappresentazioni di figure umane che in quelle architettoniche.
Ogni parola, ogni immagine contribuisce a creare sensazioni di smarrimento e sotterraneo disagio, ma anche tenerezza, empatia, struggente speranza. 1271Ogni gesto è studiato nel minimo dettaglio: a volte, pose che appaiono innaturali si scontrano con un testo profondamente radicato nel quotidiano, altre volte invece la naturalità e precisione grafica della scena appare totalmente staccata dal racconto dell’evento, creando un gioco di specchi deformanti che impedisce di trovare solidi appigli. Le campiture di colore nette, omogenee privano corpi e ambienti di tridimensionalità, come se ci trovassimo di fronte a rigidi manichini appoggiati a scenografie bidimensionali ricche di contrasti cromatici che riflettono quelli emotivi, il tratto oscilla tra la precisione quasi analitica dei volti e le incertezze con cui vengono rappresentati alcuni particolari, così come la prospettiva, che restituisce le geometrie tipiche del panorama antropico di stampo comunista ma che a volte scompare, lasciando spiazzato il lettore.

L’autore polacco crea un’opera difficile, profonda ma sfuggente, che richiede tutta l’attenzione del lettore, costretto a un vero e proprio naufragio negli abissi dell’intelletto e della fantasia umana. Ma che alla fine ci riconcilia con quei sentimenti puri, inafferrabili, a volte contrastanti, che ci rendono inesorabilmente esseri umani.

Abbiamo parlato di:
Avventure sull’isola deserta
Maciej Sieńczyk
Traduzione di Dario Prola
Canicola Edizioni, novembre 2014
152 pagine, brossurato, colore – 17 €
ISBN 9788890694172

 

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