Lo stuntman BJ Davis ha citato in giudizio il coordinatore degli stunt del film The Amazing Spider-Man 2: Il potere di Electro, insieme con Sony Pictures, Marvel, Columbia Pictures, Avi Arad Productions e Matt Talmach Productions per discriminazione in base all’età, sostenendo che egli “non ha mai nascosto il fatto che si sentiva troppo vecchio per lavorare come stuntman”.
“Il caso – è scritto nel documento presentato – rappresenta un esempio particolarmente violento di discriminazione in base all’età ed espone il problema, diffuso, della discriminazione basata sull’età nel settore degli stunt”.
Davis, 63 anni, ha affermato in un documento di 55 pagine presentato alla Corte Superiore di Los Angeles che lo stunt coordinator James Armstrong avrebbe costantemente rifiutato di dare all’attore sequenze con acrobazie principali, dando invece una quantità sproporzionata di lavoro a controfigure più giovani”.
Durante la produzione, giovani stuntmen professionisti hanno fatto commenti sprezzanti sull’attore suggerendo che fosse troppo vecchio per fare acrobazie. Anche se il signor Armstrong era a conoscenza di queste osservazioni, non fece nulla per fermare queste molestie legate all’età. Al contrario, ha condiviso la stessa visione discriminatoria e il suo atteggiamento ha in realtà incoraggiato la persecuzione.
Nel documento inoltre si afferma un fatto gravissimo, ovvero che Armstrong avrebbe di proposito ordinato a uno degli stuntmen di ferire intenzionalmente Davis per porre fine alla sua carriera, in una sequenza che era stata riprovata più volte senza contatti tra le persone che vi erano coinvolte, come deciso in una riunione di sicurezza. Ma in seguito, in una delle nuove riprese della stessa scena, uno degli stuntmen ha placcato Davis. Lo stuntman si era poi scusato con Davis, sostenendo che il placcaggio era stato ordinato da Armstrong, perché “questi sentiva che l’attore era troppo vecchio e non lo voleva presente sul set”.
Davis, che ha al suo attivo la partecipazione a oltre 130 pellicole, ha dovuto subire alcuni interventi chirurgici multipli per i danni alla spalla, al polso, alla schiena e al collo derivati dal placcaggio non previsto, affermando che le ferite sono così gravi che questi potrebbe non essere più abile a lavorare come stuntman professionista.