Pur essendo stato spesso il suo nome accostato a quello di Jack Kirby, Will Eisner, Frank Frazetta, John Buscema, Milton Caniff o Bob Kane -tanto per citare qualche nome di alcuni “mostri sacri” del mondo dei comics- Alex Toth, pur riconoscendogli la straordinaria genialità, particolarmente in termini di narrazione grafica (vedi la composizione della tavola, l’uso sapiente e unico del bianco e nero, la straordinaria efficacia della sintetizzazione dell’immagine, la ricerca e l’uso intelligente delle varie tecniche di disegno senza voler apparire troppo virtuoso), per motivi a dir poco incomprensibili, non ha mai raggiunto quel livello di popolarità che, indubbiamente, gli spettava, rimanendo, così, un autore di nicchia, un po’ defilato nelle scelte della maggior parte dei fruitori di fumetti.
Figlio unico di due emigranti ungheresi, Sandor (Alexander) e Mary Elizabeth Toth, Alex Toth nasce a New York il 25 Giugno 1928. Sin da piccolo vive e si nutre d’arte, essendo i suoi genitori ambedue artisti: il padre suonatore di violino e cembalo (tra l’altro scrive, dirige e interpreta alcuni drammi e musicals e suona per alcuni programmi radiofonici), la madre musicista e appassionata di canto con una certa inclinazione per il disegno. Ed è proprio osservando la madre disegnare che Toth, fin dall’età di tre anni, comincia a realizzare i suoi primi disegni che lo porteranno ad avvicinarsi alla scoperta e alla lettura dei comics che venivano pubblicati regolarmente sui quotidiani. Inoltre, la sua fantasia veniva stimolata dall’ascolto dei vari serials avventurosi che, giornalmente, venivano trasmessi alla radio e lo inducevano a riportare sulla carta, in maniera del tutto immaginaria, scene fantastiche e fisionomie di personaggi di cui aveva ascoltato solamente le voci. Esercizio che gli è di grande utilità per affinare le sue doti naturali di disegnatore, tanto da indurre il suo insegnante di Comunicazione Visiva alle medie, ad indirizzarlo alla High School of Industrial Arts dove lo studio dell’illustrazione gli permette di perfezionare le sue capacità grafiche.
Mentre studia, comincia a frequentare, con la classica cartelletta sotto braccio, case editrici, redazioni e studi di vari disegnatori quali Mort Meskin, Jack Cole, Lou Fine, Frank Robbins ed altri, allo scopo di ottenere, principalmente, consigli e suggerimenti. Intorno ai 15 anni, prende contatto con la Eastern Color/Famous Funnies e il suo primo lavoro; una illustrazione che gli viene pagata 5 dollari, appare sul n 32 del Settembre 1945 di Heroic Comic, assieme alla sua prima storia a fumetti di 3 tavole dal titolo One of Our Heroes is Missing. All’epoca, Alex Toth non aveva ancora compiuto i 17 anni.
Per la stessa casa editrice, diretta da Steve Douglas, Toth lavorerà fino alla prima metà del 1949 realizzando illustrazioni, qualche copertina e una ventina di brevi storie a fumetti di vario genere, oltre che per Heroic Comics, anche per le testate Famous Funnies e Juke Box Comics. Contemporaneamente, disegna due storie (Johnny Donald e Father Pat Hannegan Missionay) per Catholic Pictorial di Edward O’ Toole.
Nel 1947, si diploma alla High School e inizia a lavorare per la National (futura DC) diretta da Sheldon Mayer, affrontando, tra l’altro, per la prima volta il genere supereroistico. Per All-American Comic realizza le versioni Golden Age di Dr. Midnight, Green Lantern (questo personaggio verrà pubblicato, tra il 1947 e il 1983, anche su Comic Cavalcade, e sulle testate eponime Green Lantern Annual e Green Lantern) e la serie del suo primo character western Johnny Tunder che verrà proseguito su “All-American Western”. Su All-Star Comics, per la serie Justice Society of America creata da Sheldon Mayer e dal soggettista Gardner Fox, Toth disegna, anche, la sua versione di The Flash e di The Atom (i due personaggi li ritroviamo ad agire assieme nella storia The Challenge of the Expanding World apparsa su The Brave and the Bold), Hawkman e Black Canary, quest’ultima anche su Adventure Comic. Disegna, inoltre, una infinità di storie di vario genere quali quelle del detective Sierra Smith, scritte da Joe Millard e pubblicate su Dale Evans Comics, della spia King Faraday su “Danger Trail”, molte avventure western di Roving Ranger su All-American Western e di Jimmy Wakely sulla testata omonima, quelle fantascientiche per Mistery in Space e di Johnny Peril per Sensation Comics.
È questo un periodo di lavoro, tra storie a fumetti, illustrazioni e copertine, molto intenso per Toth che, pur sviluppando un disegno alquanto impersonale e nettamente influenzato da altri disegnatori con particolare tendenza verso quello di Milton Caniff evidenzia, comunque, tutto il talento che, da lì a poco, sarebbe esploso in uno stile talmente originale da diventare un punto di riferimento per tanti giovani disegnatori a venire. Nel 1950, si trasferisce in California, diradando le sue collaborazioni con la DC e lavorando per varie agenzie di pubblicità e, contemporaneamente, aiutando Warren Tufts nella sequenza Aquila della striscia di Casey Ruggles. Inizia a lavorare per la casa editrice Standard Comics, quasi sempre in coppia con lo scrittore Mike Peppe, realizzando varie storie di guerra per “Battlefront” e “Joe Yank” e di genere fantastico e sentimentale per Adventure into Darkness, New Romances e Intimate Love.
In contemporanea, per la EC Comics realizza alcune storie di guerra pubblicate su Two-Fisted Tales e Frontline Combact, mentre, per l’editore Lev Gleason, sempre in coppia con lo scrittore Peppe, disegna alcune storie di crimine per Buster Crabbe (Dark of the Moon, Killer on the Loose e Invisible Monsters of Callisto) e per “Crime and Punishment” (War on the Streets, The Burner e The Armored Car Murders).
In questo stesso periodo, disegna, per conto di Joe Kubert, un episodio di Danny Dreams apparso sulla testata “Tor” dell’editore St. John. Nel 1954, viene mandato, a svolgere il servizio militare, in una base americana a Tokyo, dove ci rimarrà per circa due anni. Gli impegni militari non impediscono pero’ a Toth di continuare a dare sfogo alla sua vena creativa, tanto che da il via, sulle pagine del giornale della base, alle avventure dell’ex-Ranger della II^ Guerra Mondiale, ora divenuto detective, Jon Fury, primo personaggio di cui è autore completo.
Congedatosi, Toth si trasferisce a Los Angeles e riprende i contatti con le case editrici con non poche difficoltà. La Atlas gli commissiona alcune storie sentimentali che appaiono su Love Romance, My Own Romance, Lovers ed altre ancora, ma dal 1957 fino ai primi mesi del 1961, lo troviamo impegnato alla Dell Comics/Western Publishing, per la quale, sulla testata Four Color, realizzerà un nutrito numero di storie, la maggior parte delle quali adattamenti da films e da serie televisive come Rio Bravo, Roy Rogers, 77 Sunset Strip, Sea Hunt, FBI Story, Range Ryder, The Lennon Sisters, The Danny Thomas Show ecc. e alcune storie western per Western Roundup e Rin Tin Tin and Rusty. Ma, soprattutto, su licenza Disney, Zorro. In questo stesso periodo, collabora col mercato inglese attraverso la Fleetway, disegnando 3 episodi di Danger Line su School Friend e le prime 16 tavole della storia Rally to Chaterine pubblicata su Schoolgirls’.
Agli inizi degli anni sessanta, lasciata la Dell, Toth entra nell’ambiente del cinema e della televisione: realizza lo story-board per il film di fantascienza The Angry Red Planet e assume la dirigenza artistica presso la Cambria Production per la serie televisiva Space Angel. Intanto, viene chiamato da Pete Millar della Petersen Publishing, assieme a Russ Manning, Warren Tufts e altri, per la realizzazione di storie a fumetti per delle riviste automobilistiche. Fino al 1967, ne disegnerà circa 50 pubblicate su Big Dad Roth, Drag CARtoons e Hot Rod CARtoons. Dai primi mesi del 1961, lo ritroviamo alla DC Comics per la quale disegna storie di orrore e fantastiche per My Greatest Adventure (I was trapped in the Land of OZ, Listen, World…I’m the Missing Link, ecc.), House of Mistery” (Mask of teh Red Fox, Track of the Invisible, Born Loser, ecc.), House of Secret dove appare la serie di Eclipso, il personaggio di Big Daddy su Big Daddy Roth e alcune storie di Hot Wheels pubblicate sull’omonima testata. In contemporanea, lavora per i tipi di Jim Warren disegnando storie di guerra per Blazing Combat e horror per Creepy (da segnalare che per l’edizione spagnola di questa testata, Toth, nel 1981, disegna i due primi episodi di Torpedo, lasciato poi a Jordi Bernet), Eerie e Vampirella, ma, soprattutto, per The Rook in cui da vita al personaggio tutto suo di Jesse Bravo. Tutte storie, queste, in cui si può apprezzare appieno la magia e la maestria di Toth nel sapere distribuire sapientemente il bianco-nero con le varie gamme di grigi.
Nel 1965, ha inizio un lungo periodo di collaborazione con gli studios di Hanna&Barbera, per i quali Toth realizzerà un notevole numero di films animati quali, tanto per citare, Adventure of Jonny Quest, Adventure of Young Gulliver, Birdman and the Galaxy Trio, Moby Dick, Super Friends, Huck Finn e via dicendo. Verso la metà degli anni ottanta, Toth realizza 1 episodio di Sgt. Rock, la storia Oolala!! su Dragon’s Theet e The Fox per le edizioni Red Circle/Archie, ma dopo la morte della moglie avvenuta nel 1985, dirada il suo impegno per i fumetti e pur continuando a collaborare con una infinità di editori, produce perlopiù copertine, illustrazioni e posters lavorando fino al giorno della sua morte avvenuta il 27 Maggio 2006 nella sua casa di Hollywood. Con lui scompare uno degli ultimi grandi del fumetto mondiale la cui genialità, purtroppo riconosciuta molto tardi, ne fa, comunque, un sinonimo di professionalità e un simbolo per i giovani disegnatori a cui, indubbiamente, guardare.
Alex Toth, nei suoi 60 anni di carriera, fu un esempio di correttezza, semplicità e di seria professionalità e, pur di non andare contro ai suoi principi di vita, non accettava mai soluzioni di compromesso. In una autobiografia pubblicata su Ken Parker Magazine della Bonelli, mettendo in evidenza l’amore che nutriva per il suo lavoro,diceva di se stesso: “Ho lavorato in molti settori dell’editoria, cinema e TV, e non ce n’é uno che preferisca agli altri. Mi sta bene qualsiasi proposta, purché intelligente e visivamente stimolante…e che abbia caratteristiche di semplicità. Io funziono meglio quando sono alle prese con abilità, motivazioni, talento e preparazioni sincere. In un professionista detesto la stupidità, l’ignoranza e l’arrogante superficialità per il mestiere; e me ne sono fatti di questi nemici negli ultimi 33 anni! Per lo più a mio svantaggio, devo dire. Ma sono quel che sono, ed è l’unico modo che conosco per vivere onestamente. Agire e parlare franco.”
Credo che, con queste parole, sia il miglior modo per ricordare un Grande uomo di fumetto.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul numero 59 di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi.
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