Alex Toth – Zorro

Alex Toth – Zorro

Uno degli eroi più leggendari della letteratura avventurosa nell'adattamento a fumetti di quello che per molti resta il più grande disegnatore di comics della storia. E a distanza di quasi settant'anni riesce ancora a stupire per la sintesi del segno di Toth e per il magistrale uso del bianco e...
Nona Arte Comics, 1998 (USA, 1958)

Alex Toth è il più grande disegnatore del mondo.
(Giancarlo Berardi in Ken Parker – La terra degli eroi, 1995)

Alex Toth

Quando decisi di realizzare Essential 300 Comics ero consapevole che avrei avuto a che fare con autori e artisti di grande talento: eccelsi talvolta nella tecnica, talvolta nello stile, alcuni bravissimi, altri semplicemente sublimi, insomma, parliamoci chiaro, in oltre cento anni di comics i grandi artisti di certo non mancano.

Naturalmente la domanda che ci poniamo è sempre una: si può decretare l’eletto, colui che è il più grande di tutti? Onestamente non credo proprio.

Potrei dire George Herriman, ma poi mi domanderei se non sarebbe stato più giusto scegliere Walt Kelly o Bill Watterson. O potrei dire Milton Caniff, pentendomi di non aver prediletto Alex Raymond, Jack Kirby, Alberto Breccia o Will Eisner. O forse Osamu Tezuka, considerato il Dio dei manga? In realtà bisognerebbe fare anche una distinzione: miglior disegnatore, miglior sceneggiatore, miglior autore completo. Ma questa distinzione non aiuta, anzi, rende la scelta ancora più ardua.

Il dinamismo, l’azione e il sorprendente uso dell’inquadratura, hanno fatto di Toth il disegnatore più studiato.

Però voglio azzardare. Voglio azzardare e scommettere su un artista che è stato un vero innovatore, che ha influenzato e continua imperterrito a influenzare tutti noi artisti, ancora oggi, forse più di prima. Se devo giocare d’azzardo lo faccio e dico che Alex Toth è il più grande disegnatore di fumetti che i comics abbiano mai avuto.

E non stupitevi se non ho menzionato un nome tra quelli fatti prima; Herriman rappresenta senza dubbio la massima espressione poetica dei comics, così come Raymond e Caniff divisero l’America con i loro stili, e Kirby rimane insuperabile quando si tratta di eroi in calzamaglia e super poteri.

Alex Toth è un artista che ha disegnato praticamente di tutto: dagli adattamenti di noti telefilm americani agli storyboard per Hanna e Barbera; dalle sue splendide reinterpretazioni di super eroi come Conan, Batman, Black Canary e via dicendo ai generi fumettistici più svariati come il western, l’horror, il giallo, l’action, l’avventura, il rosa, la fantascienza. E la cosa che davvero sorprende di quest’artista è l’innovazione artistica apportata di continuo e visibile in ogni storia da lui realizzata.

Per Toth non credo fosse importante a chi fosse indirizzato il fumetto; lui per ogni tavola sfoderava nuovi stili, nuove trovate grafiche e compositive, inquadrature mai viste prima e naturalmente la sua grande arma, quella che gli rende a pieno titolo lo scettro di miglior disegnatore: la sintesi.

Bianco e nero: uno dei tanti biglietti da visita del grande artista americano.

Presumo che tutti i miei colleghi conoscano la sintesi di Alex Toth. Quella sintesi che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera e che è già visibile nel suo adattamento di Zorro, per la Walt Disney. L’impero formato da zio Walt produsse, negli anni ’50, il celebre telefilm con Guy Williams nei panni del giustiziere mascherato ed è proprio a questa serie che Toth s’ispira per quello che rimane (almeno da noi in Italia) il suo fumetto più famoso.

Di Zorro è stato detto e fatto di tutto fin dai tempi della sua prima apparizione negli anni ’20 ma quello che riuscì a fare Toth per quello che in realtà era un semplice adattamento destinato ai ragazzi fu davvero miracoloso.

Perché il geniale artista, tavola dopo tavola, sfodera una tecnica all’avanguardia, lontana anni luce da tutti i fumetti pubblicati in quel periodo e incomincia a mostrare la sua sintesi unita a un gioco delle inquadrature e del chiaroscuro davvero memorabili; celebre l’uso e l’amore di Toth per la silhouette di cui egli stesso ebbe a dire: Per dare profondità a una vignetta, usare un nero pieno come colore naturale, aggiungere un’ombra, stabilire livelli differenti di profondità dal primo piano fino agli sfondi in campo lungo. Per creare effetti misteriosi, nascondere qualcosa agli occhi del lettore, o rivelarla. E’ uno strumento grafico potentissimo.

Certo il lettore ragazzino non poteva rendersi conto di avere qualcosa di epico e unico tra le mani ma basterebbe sfogliarlo oggi per rendersi conto del lavoro realizzato da Toth. E i testi non sono altro che un di più, perché credetemi, Zorro disegnato da Toth si divora unicamente con gli occhi. Sembra di essere sul set di un grande film ma con un qualcosa che il cinema non riesce a dare. Le caratterizzazioni dei personaggi sono davvero splendide, a cominciare da Don Diego de la Vega modellato sul volto di Williams e a quella del paffuto Sergente Garcia fortemente espressivo sotto il segno di Toth.

Credetemi, quando sfoglierete questa raccolta, tenendo a mente che fu realizzata tra il 1958 e il 1961, probabilmente capirete perché Toth è il disegnatore più amato dagli addetti ai lavori e, incredibile a dirsi, il più sconosciuto al grande pubblico italiano.

In Italia, a parte qualche storia breve pubblicata da Mondadori, Comic Art e KP Magazine, nessun volume era mai stato mai dedicato ad Alex Toth, morto nel 2006 mentre lavorava chino sul suo tavolo da disegno. Con questa raccolta delle storie di Zorro e con la raccolta Bravo for adventure forse la casa editrice Nona Arte ha deciso di rimediare a questa mancanza durata fin troppo.

Nelle mie esperienze d’insegnamento nei vari corsi e scuole del fumetto usavo spesso far copiare le tavole di Alex Toth agli allievi, cercando di fargli carpire il tratto ma soprattutto la sua geniale sintesi.

“Elimina quello che è superfluo e non necessario, rendi tutto credibile e impara come una cosa è costruita; e non avrai difficoltà a disegnarla”.
Parola di Alex Toth, il più grande di tutti.

Un mirabile esempio della sintesi di Toth: segno modernissimo contrapposto a fluide pennellate e neri pieni.

Curiosità

I testi delle avventure di Zorro disegnate da Toth sono di Eric Freiwald e Robert Schaefer e perlopiù si rifanno alle storie del vecchio serial televisivo targato Disney.

Man mano che le storie di Zorro vanno avanti, come nella storia breve Little Zorro, il tratto di Toth raggiunge un livello di sintesi fantastico; grazie anche al piccolo protagonista che nei pennelli di Toth acquista grande espressività.

In origine, prima di Toth, a disegnare le avventure di Zorro fu chiamato Hugo Pratt il quale declinò l’offerta.

Numeroso è l’elenco degli artisti influenzati dal segno di Toth; tra questi vi sono sicuramente lo stesso Pratt, Mike Mignola, Ivo Milazzo, Jordi Bernet, Jorge Zaffino, David Mazzucchelli, Frank Miller, Chris Samnee solo per citarne alcuni.

Edizione Consigliata

Un bel volume questo realizzato dalla Nona Arte: un bell’apparato critico (con un’introduzione dello stesso Alex Toth) cover cartonata e tutte le avventure di Zorro disegnate dal grande maestro.

Altre edizioni

Ne esiste una della Image Comics realizzata nel 1998: brossurata, buona stampa ed introduzione del grande cartoonist Howard Chaykin. Essendo in lingua originale si trova quasi unicamente su internet o nelle fumetterie specializzate in fumetti d’importazione. Sempre la Image aveva già realizzato un paio di volumi con l’opera completa e sempre con l’introduzione di Chaykin.

In Italia, negli anni ’90, la Disney pubblicò in quattro albi seriali sul tipo bonelliano le avventure di Zorro disegnate dal grande artista americano, a colori con le cover realizzate da Marcello (disegnatore della Bonelli) e con una stampa che peggio non poteva essere usata per svalutare il disegno del grande artista.

Raccomandazione importante: Toth va gustato in bianco e nero.

2 Commenti

1 Commento

  1. Mario

    5 Ottobre 2019 a 11:02

    Sono d’accordo sul tuo giudizio su Toth come disegnatore e sulla grande influenza che ha avuto nel passato e tantissimo nel presente (come David Aja e Chris Samnee ben sanno)l’unico limite di Toth è quello di non aver mai collaborato ad un capolavoro del fumetto.

    Poteva farlo con Torpedo ma oggettivamente Bernet lo faceva meglio.

    • Ned

      7 Ottobre 2019 a 20:40

      Concordo! Diciamo che Torpedo non era nelle corde di Toth che forse era legato più ad un fumetto più epico e meno violento. Si purtroppo Toth non ha mai realizzato il capolavoro del fumetto; diciamo che ha fatto una serie di capolavori grafici con delle sceneggiature che certo non brillavano per genialità, godibili ma niente di più. Era la sua capacità artistica a rendere una storia breve unica nel suo genere. Infatti è più famoso il nome Alex Toth che qualsiasi fumetto da lui disegnato (ad eccezione di Torpedo).

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