TEX – Collezione storica a fumetti

17 Aprile 2007
Ristampe diverse (se possibile) dal solito per il ranger figlio della penna di Giovanni Luigi Bonelli e della matita di Aurelio Galleppini; il colore irrompe nelle strisce a fumetti di Tex a quasi sessanta anni dalla loro realizzazione nell'ultima collana di ristampe proposta da Repubblica/L'Espresso.
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TEX - Collezione storica a fumettiLa fine di un’epoca. Oppure, l’inizio!
Per tutti i diavoli, che mi siano ancora alle costole?“. Così inizio’, nel 1948, la lunga cavalcata di Tex Willer…
A prima vista, nel nostro quotidiano immaginario, ci sono cose che sembrano non mutare mai. Sarà forse per questo che le amiamo: per l’immutabilità che esse rappresentano. Tra le tante, come come i Jeans, la Ferrari, il Gran Canyon, sicuramente c’é Tex. Da diversi mesi, sulla scia di una serie di fortunate ristampe di volumi a fumetti abbinati a quotidiani e settimanali, è partita l’ennesima proposta (in questo caso di Repubblica/L’Espresso) che vede il fumetto protagonista. Ed è proprio Tex, il personaggio portabandiera di tutto il mondo delle nuvolette nostrane, il personaggio coinvolto in questa ultima uscita, grazie alla competenza e complicità di Luca Raffaelli.

La ristampa ci presenta, ancora una volta, le avventure iniziali dell’eroe, opera del duo Giovanni Luigi Bonelli e Aurelio Galleppini; quella serie di strisce (come da formato originario) che sono la vera e propria “Età Aurea” del personaggio, una Golden Age, per dirla all’americana! La novità, in questo caso, tale da rendere la ristampa davvero particolare, è la realizzazione attraverso l’inedita aggiunta del colore.
Sergio Bonelli, editore del personaggio e figlio dell’autore G.L Bonelli (un fratello di Tex, per molti, ci perdonerete la battuta – ndr), nella ricca e gradevole nonché pertinente e qualificata presentazione del primo volume, racconta dei suoi iniziali dubbi sull’aggiunta del colore a tali storie facendo riferimento alle numerose e prolungate richieste dei lettori che in passato spesso hanno fatto pressione per una ristampa a colori. Nel passato, l’editore non ha mai voluto adottare questa soluzione per due motivi, a dispetto di tali e tante richieste. In primis, Sergio Bonelli seguiva la sua personale convinzione secondo la quale il fumetto “vero”, quello che esalta le qualità del disegnatore, è solamente quello in bianco e nero. Per questo ma non solo la policromia ha rappresentato per le sue pubblicazioni un evento eccezionale (ricordiamo i famosi numeri “100” delle varie serie Made in Bonelli, ad esempio). In secondo luogo il tipo di disegno, realizzato per strisce e quindi abbastanza piccole e non “di ampio respiro”, faceva sì che la colorazione rendesse le vignette letteralmente “impastate” dal colore con un deficit di leggibilità.

Questi dubbi restano in buona parte anche dopo questa edizione; riprendiamo in mano il primo volume. La superba copertina, rivista dal talentuoso Claudio Villa, attuale copertinista della serie mensile, ripropone con efficacia l’effige della primissima vignetta in cui apparve Tex nel 1948. Di seguito, sfogliando questo, come i successivi volumi, ritroviamo le primissime avventure che al tempo presero forma grazie all’estro ed alla bravura del mitico Galep. Tavole che, seppur paradossalmente realizzate di notte -come ginnastica- a detta del maestro per far “sciogliere” la mano provata dal gran lavoro di fino eseguito durante il giorno per “Occhio Cupo“, suscitano ancora oggi una miriade di emozioni. Sono tavole spesso frenetiche, addirittura ipercinetiche, sicuramente nervose e, forse proprio per questo di una bellezza unica. I tempi di realizzazione, la sintesi, il formato fanno sì che quattro pennellate riescano a delineare un canyon o un cavallo in corsa o un duello. Il tutto comunque producendo un fumetto che agli occhi dei lettori era sì come vedere un “film fatto in casa” e forse anche di più; questo perché quei disegni trasmettevano emozioni e colpivano i sensi. Non sembra azzardato dire che ci secchiamo la gola a “sentire” la polvere sollevata dalla corsa dei cavalli o che ci sale l’adrenalina nel “sentire” l’acqua fredda del fiume dopo la caduta dal burrone. L’atmosfera, il ritmo della storia, i disegni rapidi, tutto questo fa sì che sembra ci brucino le narici nel “sentire” l’acre odore delle pallottole esplose o ci rimbombino in testa i colpi di fucili. Insomma, un coinvolgimento totale che un colore dato a tavole nate per il bianco e nero tende a smorzare e ad affogare nella piattezza, oltretutto uccidendo un romanticismo puro e vitale nell’essenza d’altri tempi. Si capisce benissimo e sembra essere del tutto logica, quindi, la ragionevole titubanza dell’editore al di là delle sue stesse convinzioni.

TEX - Collezione storica a fumettiLa realizzazione di questa opera a colori, già difficile per i motivi tecnici detti sopra, pecca anche per una infelice quanto precisa scelta fatta dai responsabili che vede risaltare (in gergo “sparare”) il giallo della camicia di Tex in contrasto con il “grigio” del resto delle vignette. Un tocco “malinconico” dato da colori virati allo scuro: la bella Tesah e il resto degli indiani, per fare un solo esempio, non sono troppo gradevoli con una carnagione “cerulea”. Anche se probabilmente su questo qualcuno dirà sicuramente il contrario, apprezzando questa soluzione “poetica”.

Nella speranza di non essere frainteso vorrei tornare alla questione vera di cui accennavo all’inizio di questo scritto; “l’immutabilità di Tex”, vista come un elemento assoluto, tanto immutabile non lo è se non unicamente come linea editoriale.
Quei piccoli/grandi, impercettibili cambiamenti nel tempo (o consequenziali adattamento ai tempi) pur non intaccando l’essenza dell’inalterabilità letteraria, portano sempre una variabilità. Tex è un fumetto nato per il bianco e nero, eppure la sua ristampa a colori non è “novità tout court” di questa edizione Repubblica/L’Espresso; già da molto tempo e con notevole successo in libreria, infatti, Tex “a colori” esiste già nei volumi strenne Mondadori.
A questo punto, pur con i dubbi esposti, crediamo che questa del colore sia decisamente una formula da tener presente, visto il confermato successo dato da queste iniziativa, da seguire, sviluppare e non trascurare o abbandonare. Ci piacerebbe che l’editore vero di Tex, quello di via Buonarroti in Milano, pensasse anche a produrre, affiancando al classico formato, una linea parallela, magari cartonata, magari nel format dei cosiddetti Texoni, magari con meno pagine, magari come un volume alla francese (un po’ come avverrà per Dylan Dog, con un volume speciale a colori composto da storie brevi, anche se nel formato classico – ndr)! Ci piacerebbe che realizzasse una produzione costruita proprio per il colore, per i nuovi e anche per i vecchi lettori. Utopia?
Forse sì, ma potrebbe stuzzicare molti l’idea che si possa ripartire, raccontando le vecchie, storiche, prime imprese di Tex, rivedendole e ridisegnandole avvalendosi della forza intrinseca di tali storie e della bravura di autori (come Villa e Ticci per citarne due) lasciando alle strisce ed al disegno di Galep al mito e alle emozioni che evocano così come sono.
Si può benissimo, senza tradirne lo spirito, mirare alla ricerca di una nuova emozione e un nuovo “punto di vista” rimanendo nella storia del personaggio che è, e che resta, immortale. Il primo volume, omaggi, di Tex di Repubblica è andato a ruba e la tiratura è stata bruciata in mezza mattinata. Che l’editore ci rifletta sul desiderio del colore da parte dei lettori e magari riveda anche l’idea di far produrre ad altri tali albi (visto che i tecnici e curatori di tale edizione sono della sua stessa scuderia!). In fondo vedere una serie di Tex con la scritta in copertina “I fumetti di Repubblica- L’Espresso” a me ha fatto una certa impressione abituato come sono a leggere… Sergio Bonelli Editore.

Riferimenti:
Sergio Bonelli Editore: www.sergiobonellieditore.it
Repubblica, pagina della collana: marketing.repubblica.it/TEX

Raffaele De Falco

Raffaele De Falco

(Collaboratore esterno) (Nocera Superiore 1960) studioso - storico di fumetto. Già negli anni ’70 instaura una fitta rete di rapporti con diverse Case Editrici italiane interagendo con esse sulle scelte di programmi editoriali, prodotti e artisti proposti; su tutte la Sergio Bonelli Editore (allora Dime Press). Nello stesso tempo colleziona il fumetto a 360° diventandone uno dei maggiori collezionisti (vanta all’oggi una collezione di oltre 100.000 pezzi) e un estimatore esperto con spiccato interesse verso i prodotti “bonelliani” con in testa Tex ed il fumetto Supereroistico. L’invito di conoscitori profondi della materia come: Franco Giacomini, Luciano Tamagnini, Gianni Brunoro, Franco Mastrazzo, Mariano Caltabiano lo lancia in prima persona nel circuito della critica, della saggistica, della cultura fumettistica. A metà degli anni ‘80 inizia a seguire l’operato dell’allora nascente gruppo dei giovani disegnatori salernitani e di diversi altri promettenti disegnatori conosciuti in giro per l’Italia alle fiere del fumetto, segnalando i talenti in erba all’amico Sergio Bonelli che lo etichetta pubblicamente come ”vero e proprio “santone” del fumetto partenopeo a dispetto della sua giovane età” (la posta di Tutto Tex n.138). Scrive articoli, recensioni e pezzi critici, sulle riviste di settore come Il Fumetto, Fumetti d’Italia, Notiziario, ecc. L’incontro con l’editore napoletano Pino Di Genua lo porta ad occuparsi attivamente di grafica, stampa, allestimento e realizzazione della produzione editoriale della Tornado Press di cui è Direttore Artistico sino alla fine degli anni ‘90. Per questo editore cura le riviste Flex ed Elektra Magazine e realizza varie monografie dedicate ad autori e personaggi del fumetto tra cui anche il libro: “Tex tra la leggenda e il mito”. Nei primi anni ’90 fonda l’associazione culturale Alfa Fantasy per la promozione e la divulgazione del fumetto. Collabora con Paolo Ferrari (responsabile delle pubbliche relazioni e organizzazione mostre della S.B.E.) filtrando le richieste alla Casa Editrice di partecipazione alle mostre ed eventi nel Sud Italia ed è l’accompagnatore degli autori bonelliani negli appuntamenti fumettistici al sud. Dal ’92 al 2002 crea gli appuntamenti periodici (semestrali e annuali) di CavaComics che prevedono convegni, incontri con autori, tavole rotonde, esposizioni di tavole originali e mostre. Nel 1998, per la mostra itinerante Cielo di Piombo realizza l’albetto: Martin Mystere e l’inquinamento (cielo di piombo) dato in omaggio ai visitatori della mostra. Nel ’97 e ‘98 è Direttore Artistico ed organizzatore della mostra nazionale del fumetto: Salerno Matite & Pastelli. Ha collaborato con le organizzazioni di: FuturoRemoto – Galassia Gutemberg – Bagnoli & Nuvole – Comicon; per quest’ultimo crea il fascicolo di presentazione di Dampyr dato in omaggio ai visitatori del 2° Salone internazionale del Fumetto NapoliComicon 2000 e nel 2010 ha contributo all’allestimento del catalogo della omonima mostra “L’Audace Bonelli”. Nel 2010 in occasione della manifestazione “le strade del Paesaggio” con A. Castelli, Raffaele Della Monica e realizza l’albo “ Martin Mystere presenta: la leggenda di Alarico”. Nel 2006 è autore del volume candidato al premio Fossati: il ventennale della Scuola Salernitana edito da ANAFI. È presente nel web come collaboratore di diversi siti e forum dedicati al fumetto: il portoghese Tex Willer Blog, Comicsmangagamestv e Lo Spazio Bianco, occupandosi nello specifico di interviste e recensioni/articoli. A parte tutto ciò, che rappresenta il suo “hobby”, nella vita di tutti i giorni è Medico dell’Emergenza Territoriale (118 e P.S.) e istruttore di corsi di primo intervento;, ma questa, come si dice… è un’altra storia!

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