Chi è “Il re dei fiumi”?
Il re dei fiumi è un pescione che vive sul fondo del fiume e ne custodisce i segreti. Ma è soprattutto la personificazione delle paure del protagonista, un bambino, che usa l’immaginazione per interpretare il mondo e la realtà che lo circonda.
La storia del tuo libro è ambientata a Modena, durante uno degli ultimi grandi straripamenti del fiume Secchia: hai dei ricordi personali legati a questo tipo di eventi? Cosa ti ha spinto a raccontarlo?
Non ho mai vissuto una reale inondazione. Il libro, infatti, è stato ambientato prima degli accorgimenti che sono stati successivamente presi contro i vari straripamenti (casse di espansione e parchi naturali, dighe) all’inizio degli anni ’70, prima che io nascessi. Di tanto in tanto comunque il fiume straripa ancora, pur allagando soltanto parte della campagna tra i due argini. Ma già solamente la vista della distesa di acqua grigia, da cui spuntano qua e là alberi e casolari abbandonati, è uno spettacolo per me molto suggestivo.
Ho scelto di parlare di uno straripamento perché mi permetteva di giocare con elementi interessanti per la storia che avevo in testa: la contrapposizione tra uomo e natura e i riferimenti tra realtà e mito.
In più, purtroppo e per fortuna, era anche uno dei pochi dati di cronaca rilevanti accaduti qua vicino a Modena!
Quanto tempo ti ci è voluto per realizzare Il re dei fiumi?
Più o meno un anno di lavorazione, tenendo conto pero’ anche della stesura della sceneggiatura.
Come hai realizzato i disegni del tuo libro? Quale tecnica hai usato?
I disegni del libro sono stati realizzati con ecoline e pennelli per i tratti più grossi e rapidi per quelli più sottili. Spesso intervengo subito a china su una matita molto abbozzata o addirittura senza bozza: in questo modo riesco a dare più freschezza al disegno, anche se spesso questo mi costringe a fare e rifare più volte una tavola.
Il tuo stile di disegno è particolarmente espressivo: a quali correnti artistiche ti senti più affine?
Non saprei… Amo l’opera grafica di alcuni autori che possono essere collocati tra simbolismo e espressionismo, come Kubin, Ensor, Munch…
Perché hai deciso di partecipare a Komikazen – Festival del fumetto di realtà – 2007, il concorso che hai vinto proprio con Il re dei fiumi?
Il concorso del Komikazen è interessante perché, a detta anche degli organizzatori (l’Associazione Mirada), è un concorso che chiede invece di dare… Chiede di progettare e portare a termine un libro a fumetti. La possibilità di poterti confrontare con una casa editrice e tutto il mondo editoriale è una bella opportunità e al tempo stesso una bella sfida per un esordiente.
Quali sono le tue sensazioni nell’avere una tua personale al Bilbolbul accanto ad autori come Toppi e Altan?
Beh, devo ammettere che un poco di timore reverenziale c’é… Ma penso sia proprio tra gli obiettivi di Bilbobul affiancare ad autori affermati e “storici”, esordienti e realtà più “underground”. Non posso che essere molto contento!
Dove sarà possibile vedere questa mostra oltre a Bologna?
La mostra è in collaborazione con altre realtà come l’Associazione Mirada (quella del concorso Komikazen) e con Napolicomicon, e dopo Bologna sarà presente a Napoli proprio per il Comicon e a Pescara, sempre all’interno delle librerie Feltrinelli.
Ciao Marino riprendiamo da dove ci eravamo lasciati e cioé dalla mostra Il Re dei fiumi inaugurata durante il BilBolBul, mi dicevi che la mostra sarebbe transitata anche per il Comicon di Napoli: puoi raccontarci come è stato accolto il tuo lavoro?
Penso bene, a Napoli ho fatto una velocissima puntata, lo spazio alla Feltrinelli era bello…
Il Re dei fiumi è stato tradotto anche in francese dalla casa editrice ATRABILE: che effetto ti fa? Sai come sta andando?
Il libro sta uscendo in questi giorni, i contatti con ATRABILE li avevo presi ancora prima di chiudere il libro qua in Italia, e a libro fatto sono stati loro a chiedermi di poterlo visionare per una possibile pubblicazione. Sono molto contento anche perché ATRABILE ha un bel catalogo e ha molta cura delle proprie pubblicazioni.
Sempre al Napoli Comicon è stato presentato il nuovo numero di Canicola in cui presenti una tua storia: di che parla il tuo racconto e come è nata questa collaborazione?
Ora Canicola è diventata una rivista di “zona”, il suo interesse è spaziare e includere storie e immagini a cui, in un qualche modo, ritengono sia giusto dar voce e spazio.La mia storia in realtà non è un racconto autoconclusivo, ma una storia a più puntate che, di volta in volta, comparirà sulla rivista. Direi per sintetizzare che è una storia che parla di un’amicizia tra due adolescenti ma anche di slanci religiosi, pulsioni sessuali e lupi mannari…
Ho visto sul tuo blog una tua vecchia storia, ricca di suggestioni, Coup de t