Le bugie, primo arco narrativo sul quale Greg Rucka sviluppa la Rinascita di Wonder Woman, inizia con Steve Trevor e Diana che si muovono nello stesso remoto luogo di mondo – lo stato del Bwunda – ignari l’uno dell’altro. Il primo è alla guida di un’operazione militare, che sta incontrando difficoltà e orrori contro i civili assai maggiori del previsto. A guidare in remoto la missione dalla centrale operativa di Langley è Etta Candy, che si prende carico anche dei contatti con le famiglie dei soldati.
La principessa amazzone è invece sulle tracce di ciò che ha cambiato la sua storia e confuso il passato: anch’essa si muove con un obiettivo preciso, ma sembra conoscere bene i pericoli che deve affrontare.
Il racconto si svolge a ritmo serrato, con un montaggio che alterna i tre scenari, collegati dall’atmosfera cupa trasmessa prima ancora dalle tonalità cromatiche delle immagini (Laura Martin) che dagli eventi o dai dialoghi.
Il naturalismo della rappresentazione, con Liam Sharp che esalta il plasticismo delle forme e la fisicità degli scenari, dona particolare fascino al viaggio della principessa amazzone nella giungla e valorizza i corpi e l’impatto di alcune immagini composte quasi come illustrazioni.
Al contempo, tuttavia, manca qualsiasi senso del mistero: la ricchezza di dettagli, l’accuratezza e ricchezza delle immagini comunicano più una soddisfazione da cartolina ricordo che un effettivo disagio. Se da una parte questo stile rende chiaro che la principessa non solo si sta inoltrando in un territorio noto, ma anche che sta seguendo un rituale preciso, dall’altro riduce il potenziale di avventura a qualcosa di molto simile a una procedura burocratica di evocazione.
Poco convincente anche l’espressività dei volti, in particolare quello della protagonista, reso generalmente secondo uno stereotipo di “glamour da copertina di rivista di moda”. Fra i tanti proposti, il più efficace ritratto di Diana risulta essere quello in formato foto segnaletica che Trevor custodisce come ricordo: un viso illuminato da un sorriso un po’ sghembo e quasi buffo, che sa di vita quotidiana e allegria naturale.
L’aspettativa suscitata da questo primo capitolo è naturalmente quella dell’intrecciarsi dei percorsi di Diana e Trevor e degli eventuali rapporti fra le modifiche del passato e gli orrori della zona di guerra in cui si muovono. A questo proposito, va ricordato che il prossimo numero della testata proporrà, in accordo con l’edizione originale, l’episodio iniziale di Anno Uno, la seconda linea narrativa con la quale Rucka articola Wonder Woman Rinascita.
Nel secondo episodio de Il ciclo della vita e della morte di Amy Chu e Clay Mann inizia l’indagine di Poison Ivy sulla morte della dottoressa Cruz. Al di là di alcune scene di grande effetto (Poison Ivy che stringe i bambini nati da una pianta da lei ibridata), e della corretta grammatica mistery, l’intreccio è afflitto dalla definizione dei personaggi di contorno come meri ingranaggi funzionali allo svolgersi della vicenda. L’assenza di una caratterizzazione emotiva dei rapporti fra gli attori schiaccia le scene su una dimensione meccanica che lascia un senso di pretestuosità.
Abbiamo parlato di:
Wonder Woman #2 (Superman l’uomo d’acciaio #34)
Greg Rucka, Matthew Clark, Liam Sharp (WW); Amy Chu, Clay Mann (PI)
Traduzione di Stefano Formiconi
RW Lion, Gennaio 2017
48 pagine, spillato, colori – 2,95 €
ISBN: 9788893514973