Per vivere il fumetto: intervista ai CaniPer iniziare, parliamo un po’ di voi: chi sono i Cani? Perché un gruppo di fumettisti provenienti da diversi background (tra cui anche grosse realtà come Bonelli e Disney) si riunisce a formare un’etichetta indipendente?
GRAZIANO BARBARO – Per la voglia di fare e disfare storie a fumetti, per cos’altro?
ANTONELLA TOFFOLO – Per curiosità e per lo stimolo del confronto.
CLAUDIO CORRIAS – Perché essere parte di un progetto che offre tale libertà creativa è una condizione ideale per ogni maniaco di fumetti che si rispetti.
TIZIO 0.32 – Per cominciare il mio nome è Tizio e io non appartengo a nessuna realtà grande o piccola che sia, appartengo solo al gruppo dei Cani e alla mia crew di writer che cerca, come i Cani cercano, il proprio spazio indipendente e libero, senza che nessuno ci imponga degli stili o delle regole da seguire. Il disegno è libero, l’arte è libera, penso quindi che i Cani siano nati apposta per questo, proporre stili nuovi, diversi da quello che l’editoria italiana cerca.
MARCO LIGABo’ – Dal mio punto di vista essenzialmente per poter realizzare dei prodotti non legati a politiche editoriali, ma dettati da esigenze creative individuali; soprattutto in un momento difficile per il mercato delle nuvolette parlanti. Questa cosa si traduce in lavori con una forte componente di “genuina creatività” o se volete “creativa genuinità”. E, citando il prode Lorenzo, la possibilità di essere “editori di noi stessi”.
LORENZO SARTORI – Veramente questa è una delle frasi preferite di Salvo, pero’ concordo.
SALVO D’AGOSTINO – I Cani sono l’opportunità di vivere i propri fumetti a partire dall’ispirazione fino al contatto diretto con i lettori alle mostre, seguendone così, da fautori, i vari passaggi editoriali e di promozione. Insomma per me sono un modo di vivere i miei fumetti anche fuori dal tavolo da disegno, recuperandone così una dimensione un po’ meno individualistica.
ANDREA PASINI – Per quella che è la situazione attuale, quello che pubblichiamo noi difficilmente potrebbe essere pubblicato altrove. All’interno del mercato fumettistico italiano mancava uno spazio per alcune delle cose che ci piace fare e quindi ce lo siamo fatto su misura.

Tra i Cani sono favoriti lo scambio di idee e la collaborazione o preferite esaltare l’individualità dei singoli autori?
SALVO D’AGOSTINO – La nostra è una realtà di mutuo appoggio tra sensibilità e dunque modalità di approccio al linguaggio diverse, ma completamente paritetiche.
LORENZO SARTORI – Dopo una prima fase di lavoro collettivo, l’andazzo si è spostato spontaneamente verso la produzione individuale, con rari casi di accoppiate creative. Attualmente l’operazione CONTLOLLOLE fa forse presagire un ritorno all’ammucchiata creativa. Ma già se ne era avuto un primo segno con STUPID, creato a Treviso con la partecipazione di tutti i Cani presenti alla manifestazione, allo scopo di partecipare alla gara di cosplay.
CINZIA ZAGATO – Per come la vedo io, nei Cani c’é molta libertà, si crea, ci si confronta, si discute (alle volte si bisticcia, ma shhh!). Lo scambio di idee e la collaborazione sono una delle cose che più mi piace del far parte di questo gruppo.
ANDREA ROSSI – Nei cani c’é troppa libertà.
TIZIO 0.32 – I Cani sono un gruppo che fa branco e come tutti i gruppi prima di vedere un lavoro finito o prima di iniziare un qualsiasi progetto ci si confronta e si discute tutti insieme. Perché secondo me, se non ci si confronta si rimane sempre lì, e i Cani non vogliono restare lì, vogliono evolversi.
ANTONELLA TOFFOLO – Lo scambio e la collaborazione sono importanti dopodiché essendoci piena libertà sta al singolo decidere se aggregare/aggregarsi attorno a un progetto oppure lavorare in solitario. Ed è fondamentale che tutti siano a conoscenza di che cosa si sta muovendo all’interno del gruppo.

Quali sono le vostre considerazioni in merito all’attuale mercato del fumetto? La vostra posizione vi avvantaggia o vi svantaggia?
SALVO D’AGOSTINO – Io non riesco a disgiungere l’aspetto culturale da quello commerciale, per cui credo che un mercato sia veramente adeguato se la gamma d’offerta che propone copre per intero lo spettro di ciò che lo genera. Non so, ma a me pare che attualmente il fumetto a livello di sensibilità autoriale sia molto più ricco, variegato e complesso delle strutture che concorrono alla sua promozione e commercializzazione. Ecco il perché dell’autoproduzione. Certo, sarà pure autoreferenziale ma, in fondo, tanto quanto l’arbitrio di un editore, le percentuali di un distributore e la capacità analitica di un critico. Insomma, il rischio, che mi pare ormai una realtà, è che ci sia un livellamento dell’offerta tendente sempre più al ribasso. Se invece di incentivare la ricerca su segno e linguaggio si spinge ad una loro semplificazione sempre maggiore per paura di non vendere, credo che si ottenga un impoverimento delle aspettative del lettore, abbassandone così la capacità cognitiva del linguaggio e decodificativa del segno. Proviamo a ridare dignità alla lettura. Vorrà pur dire qualcosa se nell’800 Dostoevskij era narrativa popolare e oggi lo è Dan Brown!
TIZIO 0.32 – Sicuramente la situazione del mercato non ci avvantaggia, i costi sono elevati se vuoi un prodotto di pregio, ma la soluzione trovata dai Cani, fumetti stampati a fotocopia, è buona; il risultato è buono. Peccato manchi il colore, ma io sono ottimista e diremo la nostra.
GRAZIANO BARBARO – La nostra posizione nell’attuale eccetera eccetera non ci avvantaggia né ci svantaggia, non guadagniamo pressoché niente ma pubblichiamo quello che ci garba. Quindi, alla resa dei conti, ci spareggia.

Come vi rapportate ad altri siti che propongono fumetti (anche) sul web? Penso a Canicola, o Selfcomics.it, per esempio… E a proposito di Selfcomics, piccoli “diverbi” come la famosa gara di cosplay (nell’ambito di “Fumetti in TV” a Treviso) vanno interpretati come un’intolleranza nei confronti di realtà simili, o si tratta solo di casi isolati?
DANIELE PASQUETTI – Tolleranza zero! Da quando la malavita sbriga le sue attività sotto copertura di banchetto indy, non ci si può fidare più di nessuno! Fui testimone di un’estorsione e di un attentato alla luce del sole quel giorno a Treviso! STUPID durante la sua esibizione è stato atterrato da una forza invisibile molto prima del raggiungimento del palo al quale avrebbe dovuto collidere secondo copione! Un chicco di riso era stato scagliato a gran velocità da una penna Bic! Vidi che i “S********s” possedevano l’arma in questione! Fu facile per loro a quel punto mettere in discussione la paternità del Cosplay Estremo!
CINZIA ZAGATO – Io sinceramente non sono una grande “navigatrice” e conosco poco i siti di fumetto su internet; so solo che i Self sono nostri amici, e io adoro i due Luca! Ciao Luchi!!! Ah, già, non siamo in tv… non si fa…
TIZIO 0.32 – Grandi Selfcomics… grandi pure noi… Al cosplay siamo stati i capi: abbiamo dato il via alla rivoluzione del cosplay costruendo i personaggi su di noi, appositamente per partecipare… che stile.
ANDREA PASINI – Personalmente penso che Selfcomics.it sia il progetto editoriale più forte tra quelli attualmente proposti dalla scena indipendente italiana. E comunque, al di là dei pareri sulle singole realtà, c’é l’idea (da parte nostra e di altre piccole etichette fumettistiche) di provare a coordinare alcune delle nostre attività, per esempio riguardo alla presenza presso alcune fiere.
La visibilità per noi autoprodotti è sempre un elemento critico, il riuscire a realizzare qualcosa assieme (pur mantenendo le nostre identità, anche distanti) potrebbe farci del bene. Non è detto che qualcosa non si riesca a fare già dai prossimi appuntamenti.
LORENZO SARTORI – Per esempio noi Cani stiamo coordinando un esperimento di lavoro collettivo fra tutti gli indipendenti che hanno accettato di essere a Milano Cartoomics 2007. Essendo questa fiera impostata come una città del fumetto, noi tutti là avremo un “quartiere” di tavoli messi a ferro di cavallo, con al centro una macchina fotocopiatrice. Come in una “fabbrica del fumetto” nei tre giorni di fiera disegneremo tre volumetti da 24 pagine ciascuno dedicati a tre diversi generi fumettistici; il tutto sotto gli occhi del pubblico, una pagina per ogni disegnatore,. Questi fumetti “andranno in stampa” ad un’ora stabilita e saranno immediatamente posti in vendita. Questa nostra proposta è stata accolta con un certo entusiasmo da molti dei gruppi e dei “solitari” del fumetto indipendente nostrano e siamo fiduciosi che possa essere un primo passo verso una fruttifera e creativa collaborazione, nel rispetto di tutte le singole individualità.
SALVO D’AGOSTINO – Come si è capito, con molti di loro si ha un rapporto umano che va anche oltre il “ghetto fumetto”. Io per esempio abito a tipo 50 metri da Davide Catania dei Canicola e ho condiviso per una notte il letto con Luca Vanzella dei Self; inoltre conosco Andrea Bruno e Luca Genovese da anni. Dal punto di vista editoriale non posso che pensarne bene. Sono realtà prive di lucro, come la nostra, che fanno capire quanto sia forte l’attrazione e dunque lo spessore che ha il fumetto. Ciascuno con il proprio approccio e tutti accomunati dalla stessa passione. Vorrei che ce ne fossero altre di queste realtà culturali.
ANDREA PASINI – Ah… a proposito di quanto è avvenuto nell’ambito di “Fumetti in TV”, sono contento dell’opportunità che abbiamo per chiarire una volta per tutte le cose tra noi e Luca Vanzella. Innanzitutto ci teniamo a dire che non crediamo si possa davvero parlare di “diverbi” tra noi e lui, certo la sua “gestione” del concorso di “cosplay” che si è tenuto a “Treviso” non è forse stata delle più “trasparenti”, ma questa per noi è tutta acqua passata e non gli abbiamo mai portato davvero “rancore” per questo.
(E comunque Luca ci ha assicurato che al prossimo concorso per cosplayer farà vincere noi).

Ci sono dei Cani impegnati in progetti con altre case editrici?
ANTONELLA TOFFOLO – Io un progetto ce l’ho, ma è top secret per il momento.
CLAUDIO CORRIAS – Se va in porto, una breve storia per X-Comix, ma è tutto da vedere.
TIZIO 0.32 – Io personalmente no. Faccio solo il mio.
SALVO D’AGOSTINO – Nemmeno io. Credo nei Cani e dunque concentro tutte le mie energie in questo progetto.
LORENZO SARTORI – La limitatezza delle energie! Io la vedo diversamente da Salvo, non penso che nel momento in cui decido di dedicare parte delle mie energie ad altro (altri progetti editoriali, altri sbocchi o addirittura dimensioni creative altre dal fumetto), ciò equivale a non credere nel progetto dei Cani. Mi piace l’idea di essere pluridimensionato! E il mio rapporto coi Cani non è esclusivista né matrimoniale…
La dico tutta: oltre alla varietà dei progetti, non mi dispiace l’idea di essere pagato per fare il mio lavoro. Certo, nel momento in cui c’é qualcuno che ti paga, solitamente devi confrontarti con lui, con le supposte aspettative del pubblico eccetera. Mi sembra naturale e legittimo, non mi spaventa.
SALVO D’AGOSTINO – Intendevo dire che il mio credere nei Cani implica il percepirli anche come una possibilità di promuovere il proprio lavoro all’eventuale interesse di qualche editore. A chi dispiacerebbe essere pagati per le proprie capacità? Vivere di ciò che piace fare credo sia un’aspettativa comune e che una società realmente civile dovrebbe garantirti. Proprio per questo motivo, se devo scegliere tra il produrre un fumetto in piena libertà espressiva per i Cani e farne uno su commissione editoriale con tanto di limiti che il libero arbitrio personale ritiene onerosi, scelgo senza alcun indugio la prima. Ovviamente è una posizione assolutamente soggettiva e che viene spesso giudicata come un’idea esagerata di libertà, ma in fondo è la stessa che mi fa avere profondo rispetto per le opinioni altrui.
ANDREA PASINI – Io ogni mese sono nel colophon di Diabolik e ne sono felice oltre che orgoglioso. Sto lavorando a una serie di storie brevi (a fumetti) che dovrebbero presto vedere la luce all’interno di una pubblicazione per ragazzi (non specializzata in fumetti) e di progetti ce ne sarebbero pure degli altri (io amo la biodiversità fumettistica!) ma ogni cosa a suo tempo.
LORENZO SARTORI – La serie di storie brevi per ragazzi, io e Andrea la facciamo insieme: si intitola ALTERFOCUS e uscirà a partire da aprile sul mensile Focus Junior. Sono avventure brevi, di solo quattro pagine, lievemente didattiche, ed è un lavoraccio sia per Andrea sia per me fare stare una storia che possa dirsi tale in così poco spazio. Ma il nostro lavoro è anche questo, no?
ANDREA ROSSI – Mi capita a volte di fare alcune illustrazioni, pagate, ma che non vedranno mai la stampa… a me capita questo…

Esiste uno “stile Cane”? Cosa vi rende diversi dagli altri?”
SALVO D’AGOSTINO – Personalmente non m’interessa essere diverso in modo sistematico. Insomma sono i lettori a decidere se un albo dei Cani sia o no diverso dai Self o dai Canicola. Penso che un autore debba piuttosto badare a produrre una bella storia, dopodiché è ovvio che il suo modo di farlo sarà diverso da quello di un qualunque collega.
TIZIO 0.32 – Ognuno di noi ha la propria puzza. è questo ci rende diversi dagli altri.
GRAZIANO BARBARO – Certo che esiste. Pisciamo tutti in bello stile, alzando la zampina, elegantemente.
ANTONELLA TOFFOLO – Per me lo “stile Cane” non esiste. Nel momento in cui dichiari di appartenere a uno stile non sei più libero. Nessuna etichetta.
CLAUDIO CORRIAS – Sono d’accordo: lo “stile Cane” è, paradossalmente, lo stile libero.

I Cani hanno ottenuto anche grossi riconoscimenti, penso al premio vinto al Comicon l’anno passato: cosa è successo al momento e, a distanza di un anno, cosa ha portato e quali sono i bilanci?
LORENZO SARTORI – Subito dopo aver conseguito il premio a Napoli, attorno al nostro stand c’é stato un simpatico assembramento di lettori desiderosi di acquistare UNA LACRIMA SUL VISO.
Intanto che facevo il disegnino di dedica loro aspettavano pazientemente, senza neanche svagarsi sfogliando altri nostri volumetti, come se il fatto di aver conseguito un premio per un’opera non comportasse l’eventualità che altri prodotti dei Cani fossero degni d’interesse alcuno.
Quella sera abbiamo esaurito le scorte di “Lacrime”. Dopodiché non mi pare che ci sia stato altro da segnalare.
SALVO D’AGOSTINO – è come se oggi non ci fosse più il gusto per la ricerca della lettura. Penso che si sia giunti a questo anche per l’eccesso di catalogazione degli addetti ai lavori: questo è fumetto d’autore e dunque “peso”, quest’altro è popolare per cui “leggero”, questo underground sinonimo di “sfigato” e quello mainstream perciò “fico” e via etichettando a compartimenti stagni, confezionando così al lettore sezioni, patinate o meno, di ciò che in realtà è unitario: l’intrattenimento tramite narrazione, il “tenersi insieme” di immaginazioni diverse come in una sorta di socialismo dell’immaginario.

Sul vostro sito fate notare una certa affinità verso l’impegno sociale. Quest’aspetto in che modo vi condiziona? Ha dei riscontri alla base della vostra produzione, della nascita stessa dei Cani…?
SALVO D’AGOSTINO – Ancor prima che fumettaro sono un essere umano solidale con i propri simili e che cerca un’armonia con l’ambiente che lo ospita. Ovvio dunque che guardandomi intorno io non possa che sentirmi frustrato da questa politica di sfruttamento dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente. Così, nell’uso del linguaggio che più amo, è naturale che venga fuori questa cosa. Io non credo nella spersonalizzazione dell’autore a beneficio dell’oggettività narrativa e questo ancor prima da lettore che da autore.
GRAZIANO BARBARO – In che senso ci condizionerebbe il nostro impegno sociale? Fondamentalmente ci impegniamo a scrivere e disegnare ciò che più ci aggrada.
Siamo tutti compagni e socialmente ricettivi, ma non è una regola statutaria.
ANDREA ROSSI – Cercare di raccontare il presente con diversi sguardi, questo per me è l’impegno dei Cani.

Per vivere il fumetto: intervista ai CaniIn riferimento alla domanda precedente qual è il rapporto dei Cani con le fiere del fumetto, le iniziative e le manifestazioni culturali che si svolgono sul nostro territorio?
LORENZO SARTORI – Cerchiamo di frequentare le fiere più belle dal punto di vista dei contenuti culturali, e che non chiedano prezzi esorbitanti. Per esempio Lucca non la vediamo neanche col binocolo, non possiamo permettercela. D’altra parte se Lucca (o altra fiera) non riconosce una differenza sostanziale fra chi fa fumetto per fare affari (legittimissimo) e chi lo fa per passione culturale, praticamente senza introiti, noi lì non ci possiamo andare. Pero’ ci dispiace.
SALVO D’AGOSTINO – Forse in questi signori, che è bene ricordare gestiscono fondi di amministrazioni che rappresentano la collettività, manca la lungimiranza per capire quanto la risposta commerciale non possa che giovarsi di una più variegata offerta culturale. Ma si sa che il pragmatismo porta a ragionare sul breve periodo secondo l’assunto: “soldi sicuri e subito!” E pazienza se intanto si è sempre più di nicchia, tanto la soluzione sta nel sommare il fumetto ad altre nicchie per creare sagre dove spremere il portafogli della gente.
LORENZO SARTORI – Ma sei sicuro che le fiere si facciano con soldi pubblici?
SALVO D’AGOSTINO – A me pare proprio che in taluni casi siano i comuni a concorrere al finanziamento.
CINZIA ZAGATO – A me andare alle fiere piace un sacco, le prendo come delle “avventure” che mi portano a conoscere tante persone e posti nuovi. Vedere come la gente che gira per le fiere reagisce ai nostri fumetti è sempre molto bello. Inoltre, andando sempre in gruppo di almeno 4 o 5, alle fiere combiniamo sempre qualcosa: tipo fare fumetti buffi disegnando una vignetta a testa, oppure pensare a nuove storie o iniziative che ci divertano, come nel caso di STUPID! Mi piacciono molto fiere come Napoli Comicon, Fullcomics o come l’ultima scoperta: Playcomics a Volta Mantovana, una fiera davvero bella e ben organizzata. Lì il pubblico è stato davvero sorprendente, socievole, interessato e simpatico. Ce ne fossero di più di fiere così sarebbe super!
TIZIO 0.32 – Secondo me partecipare a molte fiere costa una cifra e alla fine di una giornata magari non rientri neanche dei soldi. Mi sono piaciute un sacco la fiera di Pavia e Volta Mantovana, piccole ma kraste, invece a Torino un sacco di gente che comprava puttanate piuttosto che un libro.
ANTONELLA TOFFOLO – Io purtroppo non riesco a partecipare alle fiere, anche se mi piacerebbe molto e sull’argomento sono d’accordo con quello che pensano gli altri Cani.
ANDREA ROSSI – Neanch’io riesco mai ad esserci, alle fiere. In passato le ho frequentate parecchio ma non ne ho un buon ricordo.
CLAUDIO CORRIAS – Partecipare alle fiere è un po’ come essere in tour con una rock band, e avere il contatto diretto con chi ritiene le tue fatiche degne di interesse, ricevere direttamente i complimenti da chi compra il tuo albetto è piuttosto gratificante, ti fa sentire un po’ rockstar.

Da un po’ di mesi avete lanciato la collana “Giovani Cani”, ampliando così la “line-up” (possiamo chiamarla così?) iniziale. Inoltre per i prossimi mesi è previsto l’ingresso nel gruppo di altri Giovani Cani; come vengono scelti questi “cuccioli”?
SALVO D’AGOSTINO – Se un fumettaro ha quel tipo di talento che l’editoria dei soldini definisce non commerciale, spesso non ha modo di confrontarsi con la riproduzione in stampa necessaria alla sua crescita. Insomma, come si può maturare se nessuno ti incoraggia dandoti spazio? Ecco il perché dei Giovani Cani. Per quanto possono le nostre forze, noi proviamo a dargli questa possibilità e per ora i riscontri sono stati positivi.
ANTONELLA TOFFOLO – I loro disegni meritano di essere visti, di cercarsi un pubblico: così vengono scelti.
LORENZO SARTORI – Altri giovani cani??? C’é solo un giovane aspirante per il momento, e non è detto che verrà accolto nel canile.
CLAUDIO CORRIAS – L’eventuale implementazione di elementi nella cellula Giovani Cani darà automaticamente vita ad una nuova suddivisione: i Nuovi Giovani Cani ed i Vecchi Giovani Cani.
MARCO LIGABo’ – …e (é sempre un bene ricordarlo) ci sarebbe bisogno di qualche giovane fanciulla nei Giovani Cani, perdindirindina!
TIZIO 0.32 – Io sono un giovane cane e penso di essere stato scelto per il mio stile, un particolare modo di disegnare che magari gli editori grandi neanche cagano, forse perché nessuno lo comprerebbe. L’occhio della gente è abitudinario, non rischia sul nuovo.
LORENZO SARTORI – Nessuno lo comprerebbe? Tizio, ricordati che FROM THA GHETO è uno dei nostri volumi più venduti. Per tacere della recensione che ti ha fatto Glamour!!!

Cosa potete dirci in relazione al formato editoriale da voi scelto?
ANDREA PASINI – Che, in genere, il nostro formato è quello di un comune foglio di carta A4 piegato in due (lavorando con le fotocopie è un vantaggio niente male).
CINZIA ZAGATO – È carino, no? tascabile, comodo e molto molto elegante.
GRAZIANO BARBARO – Figo,vero? Niente da dire.
TIZIO 0.32 – Spendi il giusto.
ANTONELLA TOFFOLO – Abbiamo cercato un prodotto che fosse efficace sia dal punto di vista economico sia da quello del gusto, un oggetto gradevole da maneggiare.
SALVO D’AGOSTINO – Crediamo sia il giusto compromesso tra le nostre forze attuali e un adeguato impatto grafico-visivo-tattile.
ANDREA ROSSI – Il giusto formato che puoi leggere in tram.

La collana più recente è “I Cani NON fanno fumetti”, in cui proponete piccole incursioni nella narrativa. Cosa potete dirci a proposito delle prossime uscite letterarie?
LORENZO SARTORI – Per ora l’unica iniziativa non fumettistica che abbiamo in mente è una specie di saggio, una raccolta di testimonianze e riflessioni su una pubblicazione del passato.
ANDREA PASINI – Ehm… sì, capisco il senso di mistero che è sempre bene creare, ma almeno a me la puoi raccontare questa idea?
LORENZO SARTORI – Mmm… preferivo tenere il segreto ancora un po’, ma a te lo posso dire, anche perché siamo della stessa generazione, mi piacerebbe che partecipassi pure tu. Ho voglia di lavorare al recupero di ricordi fra coloro che furono gli artefici del CORRIERE DEI RAGAZZI, quello che per soli cinque anni, fra il 1972 e il 1976, fu il più bel settimanale per ragazzi del mondo e di tutti i tempi (fino a che qualcuno non mi dimostri il contrario).

Da un mese sul vostro sito pubblicizzate l’uscita di tutta una serie di novità. Ci potete dire che che si tratta?
LORENZO SARTORI – Io conto di confermare il mio proverbiale tempismo e di fare uscire un fumetto che omaggia l’Uomo Mascherato di Lee Falk e Ray Moore, finalmente nel 2007, in occasione del 71 anniversario della sua nascita!
Lo iniziai per gioco parecchi anni fa, ne inchiostrai quattro tavole a caso per la mostra di Trevisocomics a cui partecipai nel 2002. Ora Cinzia mi ha aiutato a riprenderla in mano, scriverla e soprattutto dare al materiale esistente un senso come di una storia, che prima non aveva. E a trovare un finale. è bellissima!
STEFANO ALBERTI – Dopo il mio esordio canino con LE STAGIONI DELLO YO-YO, ora sto per ultimare un nuovo albetto di 24 pagine dal titolo NORDOVEST che è il ricordo di momenti “emblematici” passati nella mia provincia, il nordovest milanese: 4 storie brevi tra primi amori alla brace, emigranti, skaters, tamarri e bighelloni in compagnia di un mini cane e un gigante di sabbia.
Inoltle vollei dile che sono anche uno dei fliends dell’Alessandlo Fiumi e appoggio la causa de IL CONTLOLLOLE.
ALESSANDRO FIUMIIL CONTLOLLOLE nasce letteralmente come “giallo metropolitano” a Torino Comics 2006, quando i quattro “friends” (ma Pasini, non potevi inventarti un altro nome!!??!!) approfittando delle rare pause al banchetto tra una vendita e l’altra, misero a punto la bozza di questa storia. Narra le vicende di un tranquillo controllore dell’ ATM, cinese, che all’improvviso vede sconvolto il suo tran-tran (forse nel suo caso sarebbe più opportuno dire “tram-tram”?) dalla mafia (sempre cinese), a causa di uno sgarro da egli stesso compiuto. Seguono mirabolanti azioni malavitose, vendette, travestimenti, appostamenti, ricchi premi e cotillons. C’é anche la ricetta della cassoeula.
NB: per i non meneghini, l’ATM è l’ azienda dei trasporti pubblici di Milano.
DANIELE PASQUETTIIL BESTIA è un personaggio di prossima uscita che ho proposto al giudizio canino! La censura, forbici alla mano, ne avrebbe ricavato un bel pacchetto di coriandoli da quest’albo, ma nei Cani mi son trovato addirittura nell’ imbarazzante posizione di dovermi autocensurare, da quanta carta bianca ho potuto sporcare! Peccato solo che fra poco è carnevale.
Tematiche portanti: rutti, flatulenze, bambole gonfiabili.
CLAUDIO CORRIAS – Nel giro di un annetto vedrà la luce LA GIOEBIA.
LORENZO SARTORI – Nel giro di UN ANNETTO???
CLAUDIO CORRIAS – Nel giro di pochi mesi dicevo sarà pronta una nuova storia (anzi due) che, intricandosi in un vortice denso di avventura, commedia, giallo, leggenda popolare, medical thriller, cronaca nera, horror e fumetto maledettamente underground, racconterà le vicissitudini dei due strani protagonisti, che troveranno le soluzione ai loro dilemmi solo dalle fiamme della fantomatica (ma anche fantasmatica) gioebia, un fantoccio sacrificale che nasconde un’oscura storia dietro di sé.
La particolarità che distingue questo nuovo lavoro rispetto al precedente TARTARO è innanzitutto la presenza di dialoghi (dite poco) ma la cosa veramente innovativa è che i suddetti dialoghi esprimono concetti più o meno complessi, che inducono il lettore a elaborare gli stessi in modo da sviluppare un significato attraverso la trama.
SALVO D’AGOSTINO – Quest’estate ho sudato su una storia di 144 tavole dal titolo IL RIFLESSO DELLA FARFALLA. Si articolerà in tre volumi da 48 pagine. L’intenzione era quella di raccontare il conflitto che si genera tra la realtà fittizia della società e quella umana dell’individuo. Insomma, un viaggio nell’intimità di una quarantenne, giornalista in carriera di una patinata rivista femminile, che ad un certo punto vede incrinarsi il mondo in cui aveva sempre creduto.
TIZIO 0.32 – Io sto lavorando al secondo numero di FROM THA GHETO, spero di finirlo presto ma il tempo è quello che è. Ho cambiato un po’ il mio disegno e anche le vignette sono un po’ diverse, non più storte. La storia si svolge sempre a Baggio Beach con una serie di sguasterie che…
MARCO LIGABo’ – Su sceneggiatura del buon Andrea sto disegnando una nuova spettacolare avventura di TAXMAN (un personaggio creato da Marco Berrini, Andrea Pasini e Lorenzo) che ci era stata originariamente commissionata da un importantissimo editore statunitense ma essendo molto sofisticati e intelligenti abbiamo deciso di non svendere il nostro prodotto al mercato di massa e mantenere il livello qualitativo tra il sofisticato e l’intelligente. A parte gli scherzi, direi che è una commistione tra i vecchi fumetti supereroistici anni ’50/60, un numero particolarmente sagace di Mad e un certo tipo di underground anni ’80.
Inoltre ho un paio di progetti miei (é ancora presto per parlarne) che spero escano dal canile entro l’anno.
ANDREA PASINI – Riprendere in mano TAXMAN, uno dei personaggi che hanno visto l’esordio dei Cani con la serie di albi realizzati per Attac Italia nel 2004 è davvero una bella esperienza. Marco Ligabo’ sta dando una rilettura grafica del personaggio tratteggiato da Lorenzo Sartori seconda solo a quella che Miller diede di Batman nel ritorno del cavaliere oscuro.
Cio’ a cui stiamo lavorando è un albo antologico che proporrà alcune storie brevi di TAXMAN; la prima è già pressoché ultimata e vedrà il nostro eroe impegnato in una lotta contro il tempo e, già che c’é, contro tre diversi supercriminali che minacciano la serenità di Global City. Per le successive stiamo mettendo a punto i soggetti (e uno potrebbe avere a che fare con la direttiva Bolkestein).
LUIGI ZETTI – La storia, anzi le storie riguardano Lillo Zampa, al secolo Pasquale Zampaglione, una testa di cazzo dura dura, musona e testarda. Un ragazzone che si barcamena tra ring, banconi, schiaffi presi e dati, e inquietudini dure da spiegarsi. Potesse, tutto funzionerebbe secondo un suo metodo ma spesso non è così, anzi quasi mai. Quindi si ritrova a fissare i cocci spaccati poco prima o a contemplarsi il sangue sulle nocche un po’ pentito, un po’ sovrapensiero. Quasi sicuramente bestemmiando.
é da un sacco di tempo che lo Zampa si fa strada tra svariati pensieri, dapprima erano solo schizzi spontanei, disegni di sguardi torvi e sopracciglia spesse, magliette nere e capoccia incassata nelle spalle. La sua camminata doveva suggerirmi un po’ tutto, nel senso che sembrava già lo conoscessi, da subito mi veniva in mente come avrebbe risposto, cosa avrebbe fatto nel caso che… e via dicendo.
Sapevo da subito che si trattava di un pugile, e la cosa mi piaceva parecchio. Non è un calciatore e non gioca a tennis… insomma le prende le dà e non guadagna un cazzo, mai. Quindi, per me, era la persona adatta a raccontare alcuni stati d’animo, anche se di suo non è un gran chiacchierone.
Il bianco e nero è la sua dimensione, il bianco e nero, la pioggia e i raggi del sole che ti fanno arricciare il naso.
GRAZIANO BARBARO – Sto lavorando a una storia di 44 tavole ispirata ad un breve ma archetipico racconto di Richard Matheson, una fantacommedia catastrofica alla milanese, anche un po’ erotica… un vero brodo di giuggiole… PICCOLO MOOOOSTROOOO!!!…
ANDREA ROSSI – Dopo tanto tempo faro’ una storia su mio figlio Pietro, sulla crudeltà e la stronzaggine dei bimbi… mah!

Di queste nuove opere esiste un piano editoriale? Insomma quando è previsto che escano?
SALVO D’AGOSTINO – La mia è appunto pronta da mesi. Purtroppo pero’, non possedendo un computer non ho ancora avuto modo di editarla. Per dirla con Rino Gaetano: “Chi vivrà vedrà! “.
LORENZO SARTORI – Ma “chi vivrà vedrà! ” l’ha inventato Rino Gaetano?!!!
SALVO D’AGOSTINO – Perché, esiste qualcosa oltre a Rino Gaetano?
ALESSANDRO FIUMI – Quando uscirà IL CONTLOLLOLE? Minchia, se ora do una scadenza dopo avro’ il fiato sul collo di tutti i cani che mi metteranno sotto pressione per rispettarla! Quindi, siccome sono cauto, dico che uscirà quando avro’ finito di disegnarla (e considerato che siamo ancora in fase di sceneggiatura, dubito che sarà la settimana prossima).
PS: come tempi mi ispiro a Lorenzo e al suo Uomo Mascherato.
LORENZO SARTORI – … bastardo.
TIZIO 0.32 – Io spero di finire per luglio.
CLAUDIO CORRIAS – Come dicevo prima è questione di giorni (qualche centinaio).
ANDREA PASINI – Riguardo a TAXMAN tra Marco e il sottoscritto è in corso una gara a chi tira più in lungo. è presto per poter dire chi vincerà, siamo pero’ due fuoriclasse e in questo periodo siamo pure particolarmente in forma.

Cosa potete dirci a proposito di quel “Alessandro Fiumi & friends”? A noi lo diranno chi sono i friends?
ALESSANDRO FIUMI – Mi sorprende che ci si chieda chi sono i “friends” e non chi sia Alessandro Fiumi. ALESSANDRO FIUMI & FRIENDS sono la versione canina di Pavarotti & friends, ovvero alcuni singoli artisti che quando lavorano da soli producono opere di ottima qualità, poi a un certo punto collaborano con Pavarotti (o il sottoscritto) e si sputtanano partorendo delle cagate pazzesche (come IL CONTLOLLOLE!).
ANDREA PASINI – Vedi Alessandro, se io mi fossi inventanto un altro nome come avresti potuto dare una definizione così puntuale del vostro gruppo di lavoro?
TIZIO 0.32 – Io Alessandro so chi è, appena scopro chi sono i friends ve lo dico…
ANDREA ROSSI – Non li conosco!!!

Riferimenti:
I Cani, sito ufficiale: www.arfarf.it
Speciale I Cani: www.lospaziobianco.it/?p=1598

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