Bepi Vigna ambienta questa storia 300 anni nel futuro rispetto alle avventure di Nathan Never
: può così staccarsi dalla continuity e inglobarne tuttavia parte del contesto storico e del potenziale narrativo, senza esserne di fatto vincolato.
Secondo suo caratteristico stile, lo scrittore costruisce uno scenario dettagliato e ricco di elementi, che qui fa da sfondo a un intreccio centrato sul tema del diritto di cittadinanza e che riecheggia scene di lager nazisti e stadi cileni. Come già nella saga dell’Asteroide Argo, la complessità sociale e politica è parte rilevante della costruzione, ma anche in questa occasione il classicismo della scrittura risulta in una sceneggiatura che manca della capacità di trascinare. Personaggi, meccanismi e snodi rispettano sempre le aspettative e, con il loro procedere ordinato, riescono sì a intrattenere, ma non a creare momenti di disagio, obiettivo ragionevole, dato il tema. I pretoriani sono villain irriducibili, gli umani gli indifesi perseguitati e i mutati offrono una marginale zona grigia, su cui ragionevolmente farà leva lo scioglimento.
Un racconto costruito con precisione, ma che, nella sua prevedibilità, offre pochi stimoli.
Dal punto di vista dell’illustrazione, il lavoro di Germano Bonazzi è preciso, ma, conforme alla scrittura, non riesce a riversare nelle pagine il pathos che la drammaticità oggettiva degli eventi richiederebbe.
Abbiamo parlato di:
Universo Alfa #12 – Le Cronache di Marte (1/3) – Il Gladiatore
Bepi Vigna, Germano Bonazzi
Sergio Bonelli Editore, Maggio 2013
176 pagine, brossurato, bianco e nero – 5,30 €
ISBN: 977197325400430012
Francesco
25 Dicembre 2013 a 23:26
Nonostante l’abbia comprato mesi fa, ho avuto modo solo in questi giorni di leggere questo primo capitolo della “trilogia marziana” scritta da Vigna.
Pur essendo, come fa notare giustamente Simone Rastelli, un racconto molto ordinato nel suo andamento, privo forse di grossi spunti riflessivi o guizzi della trama, ho trovato questo albo decisamente gradevole e affatto noioso. L’intreccio è ben costruito, con diversi punti a mio giudizio poco prevedibili; il ritmo non ha cadute e dosa con precisione l’azione; i personaggi sono ben delineati, anche in considerazione del fatto che i loro caratteri saranno probabilmente meglio approfonditi nei due numeri successivi. Infine, ho trovato molto intelligente e ben resa l’idea di prendere una storica tematica di NN, il conflitto umani – mutati, e ribaltarla nel contesto marziano, con un recupero dell’avventura classica nathaneveriana che da un pò è andato perdendosi nella serie mensile. I disegni di Bonazzi completano l’opera con un tratto dinamico che lavora in ottima sinergia ai testi di Vigna.
La speranza è che gli altri due albi (che mi auguro vengano pubblicati non oltre l’estate 2015) siano all’altezza di questo e ne offrano una estensione più articolata ma ugualmente rigorosa nella scrittura e nei disegni.
Simone Rastelli
27 Dicembre 2013 a 10:14
Salve Francesco,
sicuramente Bepi Vigna ha costruito l’opera in linea con le proprie intenzioni: una struttura senza scricchiolii che si sviluppa secondo la sua visione e conduce dove lui la vuol portare. VI ritrovo il linguaggio (e, perché no: l’ethos) della SF più classica, il che ha su di me un ambiguo effetto nostalgia. Credo che un appassionato di quel modo di narrare resti soddisfatto da questo volume.