La Shoah spiegata ai bambini è un racconto illustrato (testo di Paolo Valentini, disegni di Chiara Abastanotti, distribuito da BeccoGiallo con licenza Creative Commons), che intende proporre in forma allegorica alcuni punti cardine della persecuzione e dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti.
La vicenda è ambientata in una sartoria, la Bottega dei fili, gestita dalla signora Nuvoletta Gentile, nella quale Aghi Canterini, Spille, Ditali e Forbici lavorano in felice armonia. Un brutto giorno, il nuovo Sindaco del paese espropria la sartoria, e tutto cambia: Nuvoletta Gentile se ne va e Aghi Canterini e Spille vengono via via emarginati, poi accantonati in cassetti e infine avviati alla fusione, in modo da ricavare materiale per nuove Forbici. Tutto questo finché un gruppo di ribelli non riesce a riportare alla guida della sartoria Nuvoletta Gentile, grazie alla quale tutto torna come prima.
Le immagini a supporto del racconto, realizzate con uno stile grafico che rimanda alle illustrazioni delle enciclopedie per ragazzi della prima metà del secolo scorso – come la celebre Il Tesoro della UTET -, trasmettono le emozioni delle varie fasi: dall’idillio della situazione iniziale, reso con la luminosità degli ampi spazi bianchi, alla cupezza della fase centrale, quando si racconta la persecuzione di Aghi e Spille. Le campiture bianche spariscono, occupate dalle sfumature di un grigio pesante e oppressivo e le linee dritte spezzate prendono il sopravvento su quelle curve. Simmetricamente, il ristabilimento dello stato iniziale di armonia corrisponde al ritorno della luminosità.
Il problema che l’approccio allegorico affronta è quello della comunicazione ai bambini dei primi anni della scuola primaria, di temi e sentimenti tipicamente catalogati come “indescrivibili” da una vasta letteratura, a partire da I sommersi e i salvati di Primo Levi, che stabilì esplicitamente come il racconto dei veri orrori dei campi di sterminio, il Male Assoluto, rimaneva inaccessibile, poiché appannaggio dei “sommersi”, coloro che non erano sopravvissuti.
Poiché l’allegoria rimuove i riferimenti agli eventi storici e li sostituisce con figure retoriche, l’opera di Valentini e Abastanotti va considerata come uno strumento didattico, che il genitore o l’insegnante possono usare per introdurre, suscitare e guidare una discussione con i bambini.
Per questi, infatti, sarebbe impossibile ricondurre l’allegoria alla sua controparte storica: letto senza una guida che offra l’opportuna contestualizzazione, ciò che resta è un racconto sulla sopraffazione con un cattivo molto simile a un orco delle fiabe e un lieto fine che arriva abbastanza velocemente e si impone senza strascichi.
La forma allegorica infatti si offre a svariate letture e percorsi di discussione e, senza l’indicazione esplicita del titolo – proprio quella che peraltro ci consente di definire “allegoria” il racconto e ci autorizza a dirne l’intenzione – la storia in sé potrebbe essere utilizzata per introdurre temi morali più generali e distaccati dalle vicende storiche della Shoah. Allo stesso tempo, è evidente che la proposta di una precisa corrispondenza fra i singoli elementi del racconto e quelli delle vicende storiche finirebbe per impantanarsi in una lunga sequenza di precisazioni e distinguo, che farebbe perdere di vista molto rapidamente il centro del racconto e il suo obiettivo.
Vale infine la pena citare almeno due altri lavori a cui questo volume può essere utilmente affiancato, anche nella fase di preparazione della discussione: il saggio/dialogo Auschwitz spiegato a mia figlia, della studiosa francese Annette Wieviorka (Einaudi) e il quasi omonimo racconto storico L’albero della memoria. La Shoah raccontata ai bambini, di Anna Maria Sarfatti (Mondadori).
Abbiamo parlato di:
La Shoah spiegata ai bambini
Paolo Valentini, Chiara Abastanotti
BeccoGiallo, 2016
56 pagine, rilegato, bicromia – 12,00 €
ISBN: 9788899016234