La seconda metà del 2024 ha registrato la pubblicazione di due opere inedite di Alberto Lavoradori. In Tramonto, edito da Segni d’Autore, il fumettista porta il lettore nel Fezzan Libico, durante la seconda guerra mondiale, passando così dal freddo della Campagna di Russa napoleonica di Disgelo al calore bruciante del deserto. Lavoradori ha poi sceneggiato Mr Loop Type (In Your Face Comix) per i disegni di Mauro Cicarè, Nico Mancini, Michele Ghizzone, Paola Fiordaliso e Viola Ciarletti, facendo vivere nuove disavventure all’agente ciclico.
L’uscita dei due fumetti ci ha fornito l’occasione per chiacchierare con Alberto di serialità, avventura, Storia e storie.
Bentornato sulle pagine de Lo Spazio Bianco, Alberto.
Da qualche anno hai intrapreso una collaborazione con Segni d’Autore che, dopo Vetri e Orti, ti ha portato a variare sia le ambientazioni, abbandonando il paesaggio lagunare veneziano, sia il formato, passando da uno orizzontale a un “più classico” formato verticale gigante, prima con Disgelo e poi con Tramonto, la tua ultima produzione da autore completo. Da cosa sono derivati questi cambiamenti?
Ciao e grazie dell’invito. L’ambiente lagunare è ancora in essere, prima o poi tornerà. Ma andando alla domanda, Segni d’Autore mi ha chiesto, anzi direi che mi ha lanciato la sfida di realizzare delle storie d’avventura, ad hoc e originali. Essendo l’avventura, sia quella pura che quella impura, un tipo di racconto che da lettore mi ha sempre affascinato, in certi casi fulminato sulla via di Damasco, ho accettato ben volentieri (seppur sudando freddo).
Con Tramonto hai realizzato il secondo tassello della tua trilogia dell’avventura iniziata con Disgelo. In un fumetto-mondo che dà sempre più spazio all’autobiografia hai deciso di portarci altrove. Perché?
In Tramonto c’è dell’autobiografia, non mia, ma c’è, ed è il fulcro di tutto. Chiaramente è ammantata d’avventura che a sua volta mescola reale (il ruvido della vita che non fa sconti) e l’altrove (l’inspiegabile). Tramonto è una miscela tra due modi di raccontare: tradizionale e alternativo.
Dopo il deserto di ghiaccio di Disgelo ecco il deserto del Fezzan Libico. Come hai scelto l’ambientazione di Tramonto?
Colpa di mio papà: i suoi libri, i suoi racconti sui Tuareg, la sua vita là, la sua prigionia dal 1943, durata ben oltre la fine della guerra, la sua passione sviscerata per il Sahara. E poi le sue foto, le sue considerazioni d’amore per quell’etnia silenziosa, sfuggente e fiera, per quei deserti affatto umani. Tramonto non è mio, è suo, anche se lui non c’è più da tantissimo tempo. Per rispondervi, era una scelta impossibile da evitare, un gol a duna vuota.
Quali fonti hai utilizzato per documentarti sulla geografia e la Storia che costituiscono il contesto del fumetto?
Geografia e Storia sono argomenti mediamente accessibili. La vera difficoltà di questo lavoro è stata la ricerca e la documentazione riguardo usi e costumi dei Tuareg degli anni Quaranta del secolo scorso. Mi hanno aiutato i libri di mio papà, tra i vari, i più illuminanti, quelli dell’etnografo e archeologo Fabrizio Mori.
Già in una precedente intervista qui su LSB si faceva riferimento a un possibile collegamento tra Disgelo e la collana bonelliana Un uomo un’avventura, non solo per il formato delle pubblicazioni, ma anche per l’approccio all’avventura e per il racconto incentrato su singoli personaggi che in qualche modo racchiudono l’essenza di un affresco storico e si legano a un luogo specifico. Credi che ciò sia valido anche per Tramonto?
Sì. Immergere un’invenzione in un contesto storico ben preciso per me è un’emozione meravigliosa, faticosa ma meravigliosa. È un metodo istruttivo per l’autore, per il lettore e, se il tutto è ben strutturato, è anche un ottimo antiossidante per il prodotto. E aggiungo anche un altro tassello: a Lucca Comics 2024, Tramonto è andato benissimo, ciò significa che questa tipologia di racconto, questo approccio, ha ancora il suo pubblico.
A differenza delle opere autoconclusive e interamente realizzate da te, Mr Loop è un fumetto seriale (che con Type giunge alla sua seconda pubblicazione) che sembra anche una riflessione sulla serialità stessa, incarnata dal protagonista, un “agente ciclico”, un antieroe morto da secoli in grado di rigenerarsi e di ripartire sempre da zero. Credi che questo aspetto ciclico possa rappresentare in termini metaforici l’essenza di un certo tipo di serialità, destinata periodicamente a ripartire e a non arrestarsi ma reinventarsi continuamente?
Esatto, hai colto il punto. Cioè, reinventarsi continuamente, cercare sempre una seconda possibilità, sia per Mr Loop che per chiunque di noi è qualcosa di speciale, d’impagabile. Una delle essenze della vita. E aggiungo che la serialità, paradossalmente, può essere anche non seriale. Mr Loop è un po’ così.
Il protagonista di Mr Loop e l’estetica generale ricordano The Spirit di Will Eisner e alcuni fumetti di fantascienza sudamericani. Ti ritrovi in questi riferimenti, possono in qualche modo aver influenzato te e Mauro Cicarè?
Eisner, Breccia, Barreiro, Solano Lopez, Mandrafina, il primo Gimenez, e molti altri. Altroché, lo ammetto, c’è del sano parassitismo da parte mia. Ma Mauro, che ha radice nell’alveo stiloso di Frigidaire, Il Grifo, Tempi Supplementari, Heavy Metal, riviste senza esclusioni di colpi che furoreggiavano negli anni Ottanta e Novanta, qui usa un metodo che esteticamente non assomiglia a nessuno (neanche a Cicarè stesso). Usa un’estetica corrosa, disperata, per niente consolatoria, con velature d’oltretomba, che è esattamente la polpa necessaria per accendere le buie lampadine di questo mondo.
Gli episodi di Type sono intrisi di pessimismo e malinconia, ma non manca un’ironia di fondo. Si tratta di un espediente narrativo oppure è anche la “medicina” per la realtà in cui viviamo?
Si accentua per caricare e si stempera per smorzare. Una tecnica vecchiotta, ma funziona sempre bene. Voglio dire, Mr Loop è un’invenzione… esce da qualsiasi rapporto col reale, anche se certe attinenze confinano.
Preferisci progettare una storia lunga come Tramonto oppure tanti racconti brevi parzialmente autoconclusivi come Type? Come cambia il tuo approccio da un caso all’altro?
Che la storia sia corta o lunga, cerco sempre prima di tutto l’obiettivo prefissato. E prima ancora l’idea alla fonte. Se quella c’è, se l’idea è strutturata, se sai quello che devi fare, non deragli. Cento pagine o dieci pagine hanno metrica diversa ma identico scheletro. In entrambi i casi mi diverto come un pazzo.
Molto interessante la scelta di affidare i disegni di Mr. Loop Type, oltre al co-creatore del personaggio Mauro Cicarè, a quattro giovani artiste e artisti, che firmano un capitolo a testa. Com’è avvenuto il loro coinvolgimento?
Dopo il primo volume di Mr Loop Mauro e io ci siamo detti: “E adesso? Proseguiamo? Sì? No?”. Abbiamo scelto di continuare, ma senza ripeterci, senza duplicazioni. Abbiamo recuperato i personaggi “marginali e in ombra” del primo volume, abbiamo confezionato delle storie su misura e le abbiamo affidate a quattro laureandi dell’Accademia di Belle Arti di Macerata (Nico Mancini, Michele Ghizzone, Paola Fiordaliso, e Viola Ciarletti). Sono loro i veri protagonisti di questa scommessa, la loro forza, la loro energia, la loro positività, là giace la vera benzina di questo Mr Loop Type. Loro quattro hanno espanso il tutto, ridando nuova linfa all’idea di base. Per me e per Mauro (posso parlare anche per lui), è stata un’esperienza energetica e terapeutica.
Gli stili diversi e non omogenei che caratterizzano i vari capitoli di Type, sono pensati per differenziare le varie storie che compongono il volume ciascuna con il focus su un personaggio diverso?
L’indirizzo è quello: cercare lo stile giusto per collimare e far esplodere il Type, il personaggio, la storia di turno senza far sparire Mr Loop, che poi resta sempre riconoscibile e l’unico, fragilissimo, protagonista.
Oltre al bianco e nero, Type è caratterizzato dalla presenza di un terzo colore, che in questo numero assume sfumature che vanno dal viola al blu e all’azzurro, tutte scelte che ben si abbinano con l’approccio pulp. Cosa ha guidato gli artisti in queste scelte?
Con i colori abbiamo dato massima libertà. Ogni autore, nel mood di Mr Loop, ha usato la propria palette. Ciò ha conferito un’ulteriore sfaccettatura all’ambiente e al personaggio. In fondo, di base, questo gruppo si è trovato e ha coesione perché d’istinto cerca di scansare la staticità. Armonia che fa ben sperare per nuove collaborazioni e altri episodi di Mr Loop.
Grazie Alberto per la tua disponibilità, a presto!
Intervista realizzata via mail nel mese di novembre 2024.
ALBERTO LAVORADORI
Alberto Lavoradori nasce a Mestre nel 1965. Inizialmente disegnatore, dal 1989 lavora sia con editori mainstream che indipendenti, come Disney, Comic Art, Nuova Frontiera, Vincent ‘Nick Carter’, Panini, Tornado Press e altri. Nel 2010 collabora all’idea del libro intraprogettuale e pubblica, con questa formula, due volumi: Gommo Origine (Sciacallo Elettronico) e Stirpi (Cagliostro Press). Nel 2012 esce il suo primo libro di narrativa, Unrank (Montag), e nel 2017 Spacenoir (Il Grifo-Edizioni Di).
Nel 2018 realizza come autore completo Pleasence e, nello stesso anno, vince il premio Lymon con il volume American Food.
Per tutto il 2019 pubblica le schede mensili CelluloseBodies, legate a personaggi letterari di fantascienza, sul portale specializzato Sci-Fi Pop Culture. Nel 2021 sceneggia e disegna Vetri, un esperimento narrativo ambientato a Venezia e pubblicato da Edizioni Segni d’Autore. Del 2022 è Orti, seconda tappa della trilogia (fonte: Segni d’Autore).
Nel 2023 e nel 2024 arrivano Disgelo e Tramonto, sempre per Segni d’Autore, Mr Loop e Mr Loop Type, con Mauro Cicarè, per In Your Face Comix.
Ascolta la puntata di Building Stories – Un podcast audace dedicata a Tramonto e a Mr Loop Type con le interviste ad Alberto Lavoradori e a Mauro Cicarè.
Dario
20 Gennaio 2025 a 11:23
“Eisner, Breccia, Barreiro, Solano Lopez, Mandrafina, il primo Jimenez”
Penso che intendesse Giménez (Juan). Di Jiménez, nel mondo del fumetto, conosco solo Jorge, che ha fatto quasi esclusivamente fumetti di supereroi…
la redazione
21 Gennaio 2025 a 08:37
Grazie per la segnalazione, abbiamo corretto!
Francesco
22 Gennaio 2025 a 08:49
Intervista molto interessante. L’albo Tramonto l’ho preso a Lucca 24, ed è un gran fumetto e per me un po’ con la fissa delle etnie e dell’archeologia ha accarezzato il cuore.
Marco
22 Gennaio 2025 a 11:23
Tramonto seduce. Grazie dell’approfondimento che mi ha fatto scattare subito l’ordine in fumetteria.
Enrico
27 Gennaio 2025 a 14:13
Aprezzata l’intervista e interessante l’autore. Cerco di recuperare questi volumi.
la redazione
27 Gennaio 2025 a 15:51
Ne siamo felici! Facci sapere.