E’ un grande privilegio quello di poter entrare e uscire dall’atmosfera rarefatta dei mondi fantastici tracciati su carta, proiezioni dell’inconscio e della fantasia di ogni autore di fumetti. Semplice collezione di sensazioni e impressioni o squarci aperti sul vissuto, la nona arte coniuga due mezzi espressivi (narrativa e disegno) amalgamandoli in tavole e griglie, scandendo il tempo e suggerendo visioni. Sergio Gerasi appartiene sicuramente a questa categoria di privilegiati, presenziando nelle vignette delle sue favole tragiche, primo e riuscito progetto solista, in veste di autore, personaggio e voce narrante.
Collezione di brevi storie metropolitane, “Le Tragifavole” vivono di immagini in mezzatinta color seppia, legate ad una sceneggiatura misurata e vitale che dispiega un filo a collegare i quattro racconti contenuti nel volume.
Racconti radicati all’interno di un tessuto sociale stagnante, ricco di contraddizioni, alienazione, ipocrisia e scarso o superficiale interesse per il prossimo. Una scelta, quella di indagare la deriva del nostro quotidiano, che si rispecchia stilisticamente sia nei personaggi e sia negli ambienti. I primi, caricaturali-deformati e quasi sgraziati nei loro abiti sociali, riflettono solitudine e indifferenza, mentre i secondi aggiungono una nota di grigio realismo alle tavole con strade e palazzi che contornano i protagonisti in un nocivo abbraccio di cemento.
Percorrendo le vignette, il lettore si trova a confrontarsi con gli umori della città di Milano, rappresentata tramite scorci dei navigli, che non hanno la funzione di semplici cornici, ma entrano nella storia con le loro prospettive e il loro “odore”, spesso, malsano. Muovendosi in bilico tra realismo e fantasia e sfruttando la desolante quotidianità come collante per le situazioni surreali vissute dai suoi personaggi, Gerasi mette in scena una commedia umana capace trasformasi in una personale analisi (tramite il registro della metanarrazione) della società nella quale viviamo.
Pungolo e stimolo per i suoi attori con i quali spesso condivide lo spazio vitale delle vignette, l’autore illustra piccole storie di persone comuni dal futuro abortito, intrappolate in un quotidiano con il quale non trovano la giusta sintonia. Figure portatrici di valori e sentimenti semplici, di aspettative deluse dalla vita o dallo sbrigativo agire del prossimo, distratto da una esistenza frenetica e improntata a dimenticare o lasciare indietro chi è incapace di adeguarsi agli standard sociali.
Le tragiche favole si mostrano così al lettore come un’analisi, anche permeata da humor, della nostra solitudine e del mondo che ci circonda sulla superficie del quale affiorano disturbanti scorie, evidenti e dannose per chi riesce a gettare uno sguardo anticonformista sulla realtà circostante.
Senza mai apparire scontato, Sergio Gerasi continua il percorso intrapreso con “G&G” (testi di Davide Barzi), facendo propria la lezione del grande Giorgio Gaber e restituendola al lettore, connotata da interessanti considerazioni personali. Il volume, arricchito dalla presenza di un cd musicale della band 200Bullets (che vede l’autore nella veste di batterista ) si trasforma anche in un progetto sperimentale che coniuga fumetto e musica, come prosecuzione della più che positiva esperienza di lettura.
Il disco, alternando sonorità in distorsione a momenti melodici, aggiunge altre storie e nuove prospettive d’analisi tangenti a quanto evidenziato nel volume cartaceo, grazie a testi-sceneggiature di nuove tragifavole.
Con la sua prima prova da autore unico Sergio Gerasi compie una interessante incursione nell’ambito del fumetto d’autore, dimostrando una personalità artistica ed uno stile in costante crescita.
Abbiamo parlato di:
Le Tragifavole
Sergio Gerasi
128 pagine, brossurato, bicromia – 16,oo€
ISBN: 9788895261928
Riferimenti:
ReNoir comics: www.renoircomics.it
Sergio Gerasi, sito personale: www.tragifavolando.com