A ben vedere, i fumetti di Alberto Madrigal come autore completo sono sempre stati autobiografici. Un lavoro vero, la sua opera prima, aveva come protagonista un personaggio di nome Javi, assimilabile sotto diversi punti di vista all’autore, mentre Va tutto bene si distaccava un po’ di più dalla figura del fumettista spagnolo, ma la grande importanza che ricopriva la città di Berlino all’interno del racconto, e la forte componente artistica che incarnava la figura di Sara, creavano un collegamento piuttosto personale con la biografia di Madrigal.
Era quindi forse solo questione di tempo prima che si arrivasse a un fumetto autobiografico vero e proprio: Pigiama computer biscotti vede al centro della narrazione l’autore stesso, con i suoi lavori di illustratore, la sua vita con la moglie in quel di Berlino, l’arrivo del figlio, i rapporti con i colleghi come Zerocalcare o Michele Foschini e Caterina Marietti di BAO Publishing.
In particolare ci si concentra sui mesi in cui Madrigal era alle prese con la stesura del suo nuovo libro a fumetti, e del percorso per cui quest’opera è diventata qualcos’altro, nella fattispecie una sorta di seduta di autoanalisi sul blocco dello scrittore e la storia di come si è arrivati al risultato pubblicato.
Non è il racconto di un fallimento, beninteso: è anzi la capacità di mettersi a nudo e di dichiarare con lucidità le proprie difficoltà, scoprendo che in effetti proprio quelle potevano costituire materia interessante da trasformare in un racconto.
Più che il tema in sé, risulta degno di nota lo stile lieve con cui Madrigal sa scrivere, un dono riscontrato anche nelle sue precedenti sceneggiature e che ricorda molto l’approccio naturale che utilizza anche Gipi quando si racconta. Dalle parole e dai flussi di pensiero traspare un’onestà schietta e disarmante che costituisce il valore aggiunto dell’opera, oltre che una narrazione molto umana, non priva anche di alcune sfumature ironiche.
Il lato negativo si riscontra però nell’eccessiva frammentarietà con cui è strutturato il volume: composto da brevi capitoletti con tanto di titolo dedicato, il libro ha un ritmo spezzettato e poco fluido, accentuando da una parte l’andamento creativo del fumettista ma sacrificando un po’ l’esperienza di lettura complessiva. Un problema nato probabilmente dal dover cucire insieme alcune storie destinate al blog dell’autore (alcune delle quali utilizzate anche all’interno del progetto Comic Beer) con altre realizzate per il cartaceo, che se da un lato riesce nell’impresa di imbastire un racconto con un punto di partenza e uno di arrivo coerenti tra di loro, dall’altro si perde in diverse deviazioni narrative a volte inconcludenti.
Lo stile di disegno di Alberto Madrigal si riconferma quello sfoggiato nelle opere precedenti: piacevolmente abbozzato e dal tratto volutamente traballante, trasmette anche graficamente quel senso di precarietà che permea le vicende narrate ed è quindi funzionale rispetto alla sceneggiatura.
Gli scorci berlinesi, nonostante non siano accompagnati da sfondi illustrati accuratamente, risultano sufficientemente evocativi, anche se è soprattutto nelle figure umane che l’artista convince, sia nella sua arruffata versione di carta che in quella del figlio e della moglie, quest’ultima particolarmente curata soprattutto per quanto concerne il viso.
La composizione delle tavole è piuttosto convenzionale, con una preponderanza di vignette orizzontali (a volte in tre strisce, a volte in quattro) in luogo di riquadri più piccoli, praticamente assenti. Non mancano occasionali splash-page a dare ariosità al racconto.
È un peccato che il fumetto sia impostato su scala di grigi invece che colorato: l’abilità di colorista di Madrigal è infatti nota e avrebbe probabilmente impreziosito l’estetica complessiva dell’opera. Questo onnipresente bianco e nero, invece, è fin troppo opprimente per il tipo di storia che, per quanto melanconica, non presenta tratti così marcatamente “scuri”.
Pigiama computer biscotti è un libro dalla struttura non efficace, ma in grado di comunicare abbastanza bene sul piano umano, creando empatia tra lettore e autore e coinvolgendo senza retorica ma scritto e disegnato con il cuore in mano.
A margine viene però da chiedersi se non sia arrivato il momento, nella carriera dell’autore, di smarcarsi da vicende più o meno direttamente riconducibili a lui e alle sue esperienze e di provare a raccontare qualcosa di nuovo, di diverso. Anche rimanendo all’interno del genere della everyday story e dei racconti di vita, c’è tutta una gamma di sentimenti e realtà da raccontare e la scrittura di Alberto Madrigal potrebbe essere dotata della giusta sensibilità per occuparsene.
Abbiamo parlato di:
Pigiama computer biscotti
Alberto Madrigal
BAO Publishing, 2019
184 pagine, cartonato, bianco e nero – 18,00 €
ISBN: 9788832732207