Nel novembre del 2015, in coincidenza con l’ottantasettesimo anniversario dalla creazione di Mickey Mouse, su Topolino veniva pubblicata una storia in due tempi molto speciale: Tutto questo accadrà ieri, di cui abbiamo parlato qui. L’eccezionalità dell’evento era legata non solo alla trama, che prevedeva l’interazione tra il personaggio nella sua versione attuale con quello anni Trenta in braghette rosse, ma anche al fatto che l’autore, Casty, veniva affiancato da una colonna del fumetto comico italiano, al suo esordio con il mondo Disney: Massimo Bonfatti, celebre per fumetti come Cattivik e Leo Pulp.
La storia era autosufficiente e completa, con una trama a base di paradossi temporali circolare e in cui tutto veniva portato a naturale conclusione. L’idea di un sequel, suggerito ai due fumettisti dall’ex direttrice di Topolino Valentina De Poli, poteva quindi suonare forzata, ma alla prova dei fatti Tutto questo accadde domani si rivela essere un’avventura avvincente, per nulla pretestuosa e che si pone come un naturale secondo tempo di un lungo racconto.
Un meccanismo a orologeria
Nella storia precedente Topolino viaggiava indietro nel tempo fino a incontrare il se stesso più giovane, vivendo un’avventura che nel corso degli anni aveva dimenticato. In modo piuttosto ovvio, per evitare il rischio di ripetitività, Casty decide con Tutto questo accadde domani di far arrivare i Topolino, Minni e Pippo degli anni Trenta nel nostro 2018.
Il fascino di una trama di questo genere risiede innanzitutto nell’interazione tra personaggi di un’epoca più semplice con il nostro mondo moderno, ben più complicato, veloce e frenetico di quello dell’epoca d’origine dei personaggi. Inoltre lo sceneggiatore non lascia nulla al caso, motivando bene la necessità per cui i personaggi originali devono arrivare nel loro futuro. Infine, il viaggio nel futuro avviene sfruttando elementi già presenti nella prima storia, su tutti l’unica situazione lasciata un po’ in sospeso (o in qualche modo sottovalutata dal protagonista) in Tutto questo accadrà ieri, rafforzando quindi l’unitarietà del progetto poiché la nuova storia appare come una coerente conseguenza di quanto già letto.
Dal punto di vista tecnico, peraltro, molto raffinata è l’idea di far precedere l’avventura, nei quattro numeri di Topolino antecedenti, da brevi prequel di 5 tavole ciascuno, presentando un ottimo mix tra le atmosfere un po’ naif del Mickey Mouse delle daily strip e quelle più moderne e meditate alla Romano Scarpa.
Si tratta di una sorta di conto alla rovescia piuttosto particolare, perché più che veri antefatti al nuovo racconto costituiscono dei tasselli che appaiono poco chiari durante la prima lettura: si posizionano infatti in punti diversi della linea narrativa principale e acquistano pieno significato solo dopo aver letto la storia pubblicata su Topolino #3284, quando si coglie il momento in cui quelle brevi parentesi si svolgevano. Un’idea senz’altro inusuale e stratificata, che ha offerto un’esperienza di lettura a più livelli senza per questo rendere tali episodi indispensabili per la comprensione della trama.
Distopia e inquietudine
Il 2018 in cui arrivano i Topolino, Minni e Pippo degli anni Trenta è diverso dal nostro: si tratta di una Topolinia distopica, in cui Pietro Gambadilegno ha portato a termine il suo piano di conquista, soggiogando tutti al suo volere grazie al mitologico Guanto di Amnezja, e autonominandosi leader con lo pseudonimo di Ingambissimo.
Il tono del racconto rende l’atmosfera che grava su Topolinia cupa e opprimente, dopo tre anni di dominio incontrastato.
Il disegno ha qui una parte fondamentale, e le tavole in cui si mostra questa versione della città sono quelle più evocative e interessanti da osservare.
Potrebbe infatti sembrare che l’apporto di Massimo Bonfatti alla storia sia stato minore rispetto a Tutto questo accadrà ieri, apparendo invece preponderante la linea scarpiana di Casty.
Ma, per quanto meno evidente di primo acchito, il lavoro del disegnatore è ben presente, proprio nelle atmosfere claustrofobiche: la Topolinia cupa e fredda e certi scorci di spazi sotterranei sono graziati dalla mano di Bonfatti, che attinge – con tutti i limiti del caso – a quanto realizzava per le tavole di Cattivik.
Casty, dal canto suo, offre il suo stile essenziale e classico per caratterizzare i volti dei protagonisti con i giusti cipiglio ed espressione, e contribuisce alla realizzazione di fondali e ambienti.
L’enorme statua di Gambadilegno, il suo palazzo elegante ma comunque imponente, con tanto di trappole magniloquenti disseminate qua e là, e exploit grafici come il logo dell’Ingambissimo, che ricorda il classico smile giallo di Watchmen, nel quale stavolta l’inquietudine non è data dallo schizzo di sangue ma dalle similitudini con il volto di Gambadilegno, costituiscono gli elementi estetici di interesse della storia, che si esaltano in particolare in alcune quadruple ad effetto.
Interessante notare, tra l’altro, come il palazzo dell’Ingambissimo ricordi quello che appare nel Miracleman di Neil Gaiman.
Paradossi e confronti
Come già l’episodio precedente, anche Tutto questo accadde domani si concentra sul pericolo dei media, in questo caso non solo la televisione, che ancora possiede una posizione di preminenza, ma anche i sempre più diffusi smartphone con tutto il loro bagaglio di social network e ignoranza digitale. I due autori tirano una stoccata all’uso eccessivamente frivolo della tecnologia moderna, e mentre l’ottimismo dei Topolino e Minni del passato attribuisce questi comportamenti all’influenza negativa di Gambadilegno, il lettore che conosce la verità può usare la gag come spunto di riflessione.
Generalizzando questa lettura, si potrebbe affermare che anche dal punto di vista politico un governo distopico come quello creato da Gambadilegno non sarebbe comunque possibile senza le scelte dei cittadini, tutto sommato contenti di vivere nel mondo dell’Ingambissimo dove ogni “contrariamento” è bandito per legge.
Certo le scelte dei cittadini non sarebbero così libere come vorremmo credere, all’interno di una società condizionata dalla propaganda assillante. Il mondo dell’Ingambissimo è caratterizzato da messaggi a getto continuo a favore di Pietro e senza contraddittorio possibile, dimostrando così di attingere non solo da certa fantascienza distopica ma anche dalle dittature del Novecento.
Altro elemento interessante è il gruppo sparuto di Contrariati, formato da Topolino, Minni, Pippo e i professori Zapotec e Marlin, i quali si riuniscono di nascosto elaborando un piano che permetta loro di sconfiggere il despota. Anche in questo caso è proprio un corto circuito temporale a risolvere la situazione, legato al classico paradosso della conoscenza, dove un’informazione dal futuro viene inviata nel passato sperando che permetta a chi la riceve di modificare il corso della Storia. Questo è uno dei paradossi più difficilmente risolvibili, poiché l’obiezione più ovvia è: se la storia viene modificata, chi invierà dal futuro l’informazione necessaria al passato per modificare gli eventi? La soluzione più affascinante che, anche dal punto di vista scientifico, è stata proposta è quella degli universi paralleli, o delle linee temporali alternative: l’informazione necessaria per modificare il corso della storia non proviene dallo stesso universo (o linea temporale), ma da una differente. In questo senso il poetico finale potrebbe lasciare una porta aperta alla possibilità di un ritorno di altre storie che, come questa, incrociano il Topolino delle origini con quello moderno.
Il rinnovato team-up tra i Topolino, Minni e Pippo delle due epoche funziona anche in questo caso molto bene, con i due Mickey che interagiscono in modo credibile tra loro e che non si pestano i piedi a vicenda, rappresentando due facce distinte della stessa medaglia, tra le quali passano quasi novant’anni di differenza.
Il valore aggiunto di Tutto questo accadde domani, però, è che il lettore si preoccupa per le sorti dei protagonisti e del mondo, situazione ormai rara nelle attuali storie a fumetti di Topolino dato che regole e policy da seguire per i personaggi Disney tendono sempre più a smorzare pathos e tensione narrativa.
Degli autori attualmente al lavoro sul fumetto disneyano, solo Casty sembra essere interessato a scrivere avventure di largo respiro, avvincenti e ricche di pathos e che non rinunciano a suggerire al lettore spunti critici sulla società moderna, costituendo così una tipologia di storie in via di estinzione. Il personaggio è ormai intrappolato di tanto in tanto in qualche giallo e una moltitudine di avventure urbane, privandolo così di una delle sue caratteristiche fondanti.
Siamo consapevoli che i famigerati “paletti” complicano la situazione e rendono più difficile sviluppare progetti con questo tipo di atmosfere, ma restringere a poche storie-evento la parte più avventurosa ed epica di Topolino significa sacrificarne una connotazione fondamentale.
Casty e Bonfatti ci hanno provato due volte e in entrambi i casi hanno realizzato un prodotto artistico di qualità e spessore, addirittura superandosi nel secondo tentativo.
Abbiamo parlato di:
Topolino #3284 – Tutto questo accadde domani
Casty, Massimo Bonfatti
Panini Comics, ottobre 2018
194 pagine, brossurato, colori – € 6,90 (versione cover variant)
ISSN: 977112061191983284
Francesco
7 Dicembre 2018 a 00:32
Sono un amministratore di PaperPedia (it.paperpedia.wikia.com), potrei inserire questa analisi nella pagina della storia (Tutto questo accadde domani)? Citando ovviamente la vostra fonte e l’autore.
la redazione
9 Dicembre 2018 a 22:50
Certo, con piacere! :)