Casty: il classico Mickey Mouse nel nuovo millennio

Casty: il classico Mickey Mouse nel nuovo millennio

Attivo dai primi anni 2000 su “Topolino”, Casty è l’autore che più di tutti ha saputo riscoprire fedelmente il Mickey Mouse di Floyd Gottfredson e Romano Scarpa senza risultare stucchevole o fuori tempo.

Dopo Silvano Mezzavilla e Tito Faraci, il terzo autore dell’era moderna ad aver preso in mano le sorti di Topolino a fumetti è stato senza dubbio Casty, al secolo Andrea Castellan, che esordì sul settimanale disneyano con la storia Topolino e i mostri idrofili nell’agosto 2003.
In un periodo in cui il personaggio non godeva di particolare successo né interpretava storie all’altezza della sua carriera e delle sue potenzialità, l’arrivo dell’autore veneto fu una boccata d’aria per i lettori più appassionati, che portò a una serie di storie fresche, spontanee e curate sia sotto il punto di vista dell’intreccio, sia per quanto riguarda l’azzeccata caratterizzazione di Topolino e del suo universo.

Dopo la decostruzione

Gli anni Novanta, in particolare per quanto riguarda Topolino, sono stati il decennio della decostruzione nel fumetto Disney.
Alcuni ottimi autori, come Tito Faraci e Silvia Ziche, per cercare di ridare smalto al personaggio dopo anni di appannamento e ripetitività hanno “smontato il giocattolo”, rendendo Mickey Mouse più umano, più autoironico e meno monodimensionale. Guardando sempre rispettosamente alla versione più pura del personaggio, hanno portato avanti un processo post-moderno dai risultati interessanti e freschi, che a nostro parere ha fatto gran bene a Topolino, soprattutto sulla breve distanza.
Sul lungo termine, invece, quello della decostruzione è un gioco che, in assenza di evoluzione del sistema narrativo sottostante, diventa sempre meno efficace perché, confrontandosi nel tempo con meccanismi che non cambiano, finisce per diventare ripetitivo a sua volta.

Approdato su Topolino proprio quando l’onda lunga della decostruzione cominciava a mostrare la corda, Casty – che proveniva dalla fucina di Silver – iniziò a pubblicare una serie di storie di stampo classico con Topolino protagonista. Indagini, avventure esotiche, scontri con i villain di sempre.
Le primissime storie che vedono la luce sul settimanale disneyano sono piacevoli ma nulla di eclatante, se non fosse per il fatto che si potevano intravedere affetto, conoscenza e un approccio positivo a questo andamento tipico. I gialli, anche i primi realizzati dall’autore, rifuggivano la struttura stantia con cui questo filone aveva proliferato negli anni Settanta e Ottanta e guardava piuttosto a quelli di Romano Scarpa, con un occhio all’ottimo lavoro di Mezzavilla nei primi anni Novanta.
Il lavoro di Faraci e degli altri autori era stato propedeutico alla ricostruzione, di cui Casty divenne nel suo piccolo un fautore.

La riscoperta dei cattivi

Per usare una frase fatta, il valore di un eroe si misura dalla pericolosità dei suoi nemici. Un assunto banale ma sempre valido, ed è per questo che Casty ha riservato grande importanza agli avversari da contrapporre al protagonista.
Dapprima si è concentrato sulla riscoperta di due dei maggiori antagonisti di Topolino: Gambadilegno e Macchia Nera avevano negli anni perso molto della loro iniziale cattiveria, riducendosi troppo spesso a macchiette.
Se una visione (iper)protettiva della letteratura per bambini pretende che non si possano più avere anche solo riferimenti alla morte, ciò non significa necessariamente che si debba mettere sempre e comunque in burletta i personaggi, altrimenti il rischio è di non poter offrire a un personaggio d’avventura delle vere minacce da affrontare.
Casty ha infatti deciso di intraprendere quella strada: il suo Gamba è un carognone, non ha lati buoni ma ha grandi obiettivi improntati al proprio successo personale, all’arricchimento illecito e odia Topolino senza se e senza ma. Certo, mantiene un carattere goffo, impacciato dalla massa che può prestare il fianco a qualche gag, ma non è mai un simpatico bonaccione.
Macchia Nera era stato trattato un po’ meglio nel corso degli anni, e Casty ha quindi semplicemente continuato in quel solco accentuando qua e là i lati più taglienti e insidiosi del personaggio, un vero artista del crimine dotato di una mente scientifica e vagamente dandy. Topolino e l’uomo ingannatempo, Topolino e i colpi dell’uomo qualunque e Topolino e il dominatore delle nuvole sono esempi che rendono bene l’idea delle ambizioni del criminale in nero e ne mostrano la letalità.

A proposito di cattivi ripescati dal passato, è da citare la Spia Poeta, creata da Bill Walsh e Floyd Gottfredson per la classica storia a strisce Topolino e l’atombrello e riutilizzata da Casty in Topolino e il mondo che verrà, nella quale il letale uomo che rima non rappresenta un semplice fan service ma si configura come scelta azzeccata per l’intricata e ambiziosa trama imbastita da Castellan.

In altre occasioni l’autore ha invece creato nuovi villain che potessero essergli utili per il tipo di storia realizzata: l’esempio più riuscito è Vito Doppioscherzo, personaggio dagli echi siegeliani dotato di un carattere sopra le righe e capace di inventare piani bislacchi ma dalle conseguenze potenzialmente pesanti e negative. Serviva un nuovo avversario per poter portare avanti idee come videogiochi di ruolo in grado di confondere le menti delle persone e una speciale nevicata capace di cancellare le nozioni presenti nel cervello, i “soliti noti” non sarebbero stati sufficientemente adeguati.

I kolossal

Un elemento distintivo nella produzione di Casty sono i suoi “kolossal”, vale a dire storie divise in 2, 3 o 4 puntate caratterizzate da un’avventura complessa e stratificata, di largo respiro, nella quale Topolino deve vedersela con pericoli spesso su scala mondiale o particolarmente “totalizzanti”. Sono le storie in cui è maggiormente evidente il debito narrativo dell’autore verso le storie a strisce, che al ritmo di 3-4 vignette al giorno andavano a comporre narrazioni lunghe anche diversi mesi, con un gusto per il racconto e il fantastico che non aveva nulla da invidiare ai classici romanzi per ragazzi come quelli di Jules Verne o Robert L. Stevenson.

La prima prova in tal senso è la già citata Topolino e il mondo che verrà: 4 episodi serratissimi, dove Mickey ed Eta Beta seguono la pista di misteriose basi scientifiche sparse per il globo, robottoni nascosti e dimenticati e di una strana equazione, che li conduce in un piccolo Stato mitteleuropeo.
A questa avvincente prova ne seguirono presto altre, guidate dallo stesso approccio: Topolino e l’isola di Quandomai, Topolino e il mondo di Tutor, Topolino e la marea dei secoli, Topolino e gli ombronauti, Topolino e l’impero sottozero, Tutto questo accadrà ieri e Tutto questo accadde domani.

Si tratta di storie che permettono a Mickey di riottenere l’afflato avventuroso che tanto lo contraddistingueva ai tempi che furono. Solitamente all’inizio il personaggio è in una situazione normalissima, in vacanza o assieme a Minni, e viene coinvolto suo malgrado in storie più grandi di lui, decidendo di non tirarsi indietro e di fare la sua parte mettendo in campo le proprie risorse per il bene. È accompagnato dalla propria fidanzata, dal suo migliore amico Pippo o da altri comprimari come Eta Beta e Atomino Bip-Bip, e queste storie, pur avendo un feeling retrò, sono scritte con un’irresistibile freschezza e perfettamente calate nella contemporaneità, sia per ambientazioni che per ritmo narrativo, a dimostrazione che certi meccanismi sono trasversali nel tempo.

Il lavoro di Casty è stato costante negli anni: concentrandosi su Topolino ha scritto e disegnato decine e decine di storie in cui, senza troppo rumore, ha potuto riportare sulle pagine del settimanale Disney un certo gusto per l’avventura pura e genuina, rivitalizzare il cast attorno e Mickey Mouse e arricchirlo, riportando così il personaggio a una delle sue connotazioni originali, ottenendo risultati di tutto rispetto e una vera e propria rinascita.

1 Commento

1 Commento

  1. Fabio Jermol Groppi

    4 Settembre 2021 a 20:10

    Casty – Andrea Castellan
    Ho letto la storia “Topolino e l’uomo del carbonifero” (Topolino n. 3063 (2014)) su una raccolta di mio nipote.
    Un vero scrittore fantastico, garbatissimo e attuale con i tempi nella migliore tradizione.
    Grazie!

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