La ricorrenza è importante, e Disney-Panini lo sa. Del resto, 90 anni non si compiono tutti i giorni.
Il 18 novembre 1928 è infatti convenzionalmente riconosciuto come la data di “nascita” di Mickey Mouse, coincidendo la prima proiezione del cortometraggio animato Steamboat Willie.
È dunque normale che il numero di Topolino uscito nella settimana dell’importante anniversario a cifra tonda sia interamente dedicato al personaggio che dà il titolo al giornale stesso.
Non è la prima volta, del resto.
1998, 2003 e 2008
Senza andare troppo indietro nel tempo, nel novembre 1978 Topolino #1199 sfoggiava una sobria copertina di Marco Rota con Mickey Mouse che si rifletteva in uno specchio che restituiva la sua immagine in versione vintage.
Dieci anni dopo, il numero del settimanale uscito in occasione dei 60 anni del personaggio (n. 1721) replicava l’usanza, utilizzando come cover il simbolo ufficiale che la Disney aveva coniato per i festeggiamenti.
In entrambi i casi, però, il contenuto del libretto non celebrava particolarmente l’evento, privo com’era di storie ad hoc. Per un primo vero numero speciale sulla ricorrenza occorre aspettare il 1998, quando Topolino #2243 dedicava ogni suo spazio al settantesimo compleanno del titolare di testata.
Molti lettori ricordano quel numero con affetto, soprattutto coloro che lo incontrarono in giovane età, perché trasudava amore e passione per il personaggio in maniera esplicita e accorata.
Topolino e il fiume del tempo, di Tito Faraci, Francesco Artibani e Corrado Mastantuono, apriva e chiudeva l’albo con i suoi due tempi: una storia direttamente collegata all’esordio animato di Mickey Mouse, nella quale i due sceneggiatori immaginarono una sottotrama gialla all’allegro e folle giro sul battello Steamboat Willie, aggiungendo un’ulteriore sfumatura al rapporto tra Topolino e Pietro Gambadilegno.
Topolino e il giorno più lungo era invece un’articolata avventura a episodi comunicanti, ciascuno scritto e disegnato da autori diversi, maggiormente virata sull’ironia post-moderna che in quegli anni aveva contagiato il fumetto Disney e con un risultato nel complesso positivo.
Meno d’effetto Topolino e la sfida dei 70 anni – che si ricorda più che altro per essere l’ultima storia disegnata da Giovan Battista Carpi prima della sua morte – nella quale l’eroe si confrontava con molti dei suoi storici avversari.
Oltre ai fumetti, l’albo si componeva di approfondimenti, articoli e redazionali vari su Topolino, in una collezione di annunci di eventi e informazioni che creavano un’effettiva aura da evento.
Nel 2003, per celebrare i 75 anni del personaggio, venne creato un logo apposito, presente sulle cover di tutte le pubblicazioni Disney, e venne pubblicato un volumetto speciale che raccoglieva alcune delle migliori storie del personaggio, con la volontà di presentare gli autori italiani più importanti per la carriera a fumetti di Mickey Mouse.
Il 2008 segnò invece un parziale passo indietro: Topolino #2764 ricordava al suo interno (nell’editoriale, nella vignetta introduttiva di Silvia Ziche e in un approfondimento) che il topo dalle grandi orecchie compiva 80 anni, ma l’unica vera “testimonianza” era la storia di Tito Faraci e Giorgio Cavazzano L’ultimo caso, che immaginava alcune conseguenze della prima indagine di Topolino e Pippo (The Crazy Crime Wave di Merril De Maris e Floyd Gottfredson, del 1933). Una buona storia, che celebrava il rapporto tra i due amici di sempre, ma da sola non sufficiente a festeggiare degnamente l’anniversario.
Negli ultimi anni il compleanno del Topo è stato ricordato con maggior frequenza, in alcuni casi anche con storie a fumetti ambientate nel giorno della ricorrenza (Topolino e i 7 Boglins di Casty e Tutto questo accadrà ieri di Casty e Massimo Bonfatti, per esempio), ma ovviamente in assenza di cifre tonde non si è mai calcata troppo la mano sulla cosa.
2018: un degno festeggiamento
Con Topolino #3286 non si replica l’exploit di vent’anni fa, ma l’impegno e l’attenzione profusi per il raggiungimento di un traguardo di tutto rispetto come i novant’anni del protagonista disneyano per antonomasia sono di tutto rispetto, e offrono un menù soddisfacente.
La parte “informativa” sulla storia del personaggio viene condotta attraverso un test/quiz a risposta multipla, dove non tutti i quesiti sono banali e solleticano quindi la curiosità anche dell’appassionato: un modo interattivo, anche se spicciolo, per dare rilievo ad alcune tappe della carriera di Mickey Mouse.
Appaiono interessanti anche l’articolo sulla mostra inaugurata da poco a Desenzano Del Garda, tutta dedicata al festeggiato, e quello sulle celebrazioni previste a Disneyland Paris, oltre allo spazio per i disegni di auguri ricevuti dai bambini.
Per quanto riguarda la parte a fumetti, i momenti più significativi sono tutti a firma di Francesco Artibani.
Il numero si apre infatti con Topolino e l’avventura su misura, una storia vintage ambientata “qualche tempo fa” (come recita la didascalia introduttiva) e nella quale i personaggi appaiono nel loro inconfondibile stile anni Trenta. A fianco del protagonista troviamo Pippo e Paperino, ricostituendo così il mitico trio degli esordi che, soprattutto nei cortometraggi animati, era stato spesso al centro di trame divertenti e caratteristiche, e che aveva trovato il suo apice nella storia a strisce Topolino e la casa dei fantasmi.
Proprio come in quegli anni, i tre amici sono impegnati in una sgangherata attività – in questo caso spazzacamini – e casualmente si ritrovano in una vicenda pericolosa e più grande di loro; Topolino non mostra esitazioni e si dà da fare per risolvere la situazione.
Lo sceneggiatore romano dimostra ancora una volta la sua perfetta conoscenza dei personaggi e dei loro caratteri, muovendoli molto bene e creando una storia che rende chiaro come quel terzetto e quelle dinamiche narrative non mostrano la corda nemmeno dopo svariati decenni, mantenendo intatta la loro freschezza.
Lorenzo Pastrovicchio alle matite abbraccia completamente il suo tratto gottfredsoniano, già apprezzato in alcune avventure topolinesche degli ultimi anni (Il caso sottilissimo di Casty, L’occhio di Macchia di Fausto Vitaliano), e lo rilancia conferendo il suo tocco personale al look degli esordi. Mentre, in casi analoghi, Cavazzano ha usato il suo stile tondo per restituire la morbidezza del trio in salsa anni Trenta, Pastrovicchio ha invece calcato sulla raffinatezza del suo tratto sottile, approccio che si evince da dettagli come il ciuffetto di Paperino o le intense espressioni facciali di Mickey. Menzione d’onore, infine, per la tavola di apertura con l’estetica delle copertine degli albi Nerbini che proponevano le prime strisce di Gottfredson in Italia e delle loro riedizioni curate dall’ANAFI negli anni Ottanta (per le quali Romano Scarpa disegnò nuove cover, che si rifacevano però sempre a quell’impostazione): titolo centrale e attorno 4-5 scene-chiave della storia.
Sempre firmate da Artibani sono due storie, illustrate da Giorgio Cavazzano e Marco Gervasio, che appartengono a un ciclo di 8 episodi creati per il mercato internazionale in occasione del novantennale di Topolino: un progetto volto a sviscerare le principali caratteristiche del protagonista. Lo spunto di base è semplice – il protagonista ha perso tutti i propri ricordi a causa di un marchingegno di Macchia Nera – ma diviene interessante per il modo con cui l’autore la sviluppa: un intenso viaggio di Mickey dentro sé stesso, attraverso il rapporto con le figure che gli stanno intorno, per riscoprire le caratteristiche fondanti del suo essere.
Il primo tassello, La scatola dei ricordi, è particolarmente toccante e profondo nel modo in cui viene trattato il rapporto tra Topolino e Pippo. Quest’ultimo si dimostra particolarmente legato ai ricordi delle avventure vissute insieme al suo amico, racchiusi in fotografie custodite in una scatola, al punto da inseguirle per la città quando il vento le disperde. L’istinto del protagonista lo porta immediatamente a sintonizzarsi sulla filosofia di Pippo, interpretando scene decisamente sentite anche grazie a un Cavazzano che mette particolare impegno nel caratterizzare le espressioni di Mickey, perfetto specchio del proprio spaesamento.
La seconda avventura, Il mistero del Luna Park, appare un po’ più forzata e pretestuosa nel suo svolgimento: il rapimento di Minni porta alla riscoperta del rapporto tra il protagonista e la fidanzata, ma la missione di salvataggio si trascina attraverso alcuni cliché che, voluti o meno, rendono la trama meno coinvolgente della precedente, anche per i disegni di Gervasio che, pur abili nel restituire le atmosfere cupe e vagamente inquietanti dell’ambientazione, mostrano la corda nella rappresentazione dei due topi, spesso ingessati e poco dinamici.
Da rilevare l’uso del colore che, mentre per la maggioranza dei contenuti del magazine è compito di un’azienda di fotolito, viene stavolta affidato a coloristi esterni (Giuliano Cangiano e Emanuele Ercolani) che rendono ancora più efficaci i disegni e che sottolineano l’eccezionalità delle storie al pari per esempio del lavoro di Max Monteduro per PK o Mirka Andolfo per Dracula di Bram Topker.
Tito Faraci e Corrado Mastantuono realizzano invece sei gag sviluppate nel formato a striscia. L’idea è carina, in un’ottica celebrativa, ma lo sceneggiatore non sfrutta appieno le possibilità del formato a livello di ritmo narrativo, come fece invece Scarpa quando portò su Topolino un esperimento analogo. Si tratta di “flash” senza pretese, che a parte un paio di casi (la passeggiata con Orazio e il regalo di Minni) non mettono in gioco a dovere le potenzialità comiche della struttura delle strip, scomodando senza un vero perché il concept per omaggini dimenticabili.
Le due avventure che chiudono il numero, pur non nascendo per festeggiare i 90 anni di Topolino, presentano comunque una buona versione del personaggio.
Fausto Vitaliano e Federico Franzò affrontano il tema del rapporto tra Mickey e il nemico-amico Gambadilegno, con il quale si ritrova immerso nelle pastoie dei social, mentre Alessandro Sisti e Massimo De Vita parlano del suo spirito altruista verso il prossimo. È un peccato che a livello di scrittura non tutto funzioni alla perfezione (nel primo caso il programma televisivo che si interessa a Gambadilegno non ha una vera e propria utilità nell’economia della vicenda, mentre nella seconda storia il comportamento dello sceriffo nelle scene iniziali è decisamente irrazionale e ingiustificato), minando il risultato finale, ma si apprezza l’idea di aver mantenuto Mickey al centro della scena.
Topolino #3286 non è quindi il miglior numero possibile per festeggiare i 90 anni del topo da cui tutto l’universo Disney partì… ma ci si avvicina, e per ora può bastare. In attesa dell’albo del centenario.
Abbiamo parlato di:
Topolino #3286
AA.VV.
Disney-Panini, 14 novembre 2018
194 pagine, brossurato, colore – 2,70 €
ISSN: 977112061100183286