La tecnica del perineo di Florent Ruppert e Jerome Mulot narra della strana storia d’amore tra due persone mature: JH e Sarah.
Ciò che sorprende in questo volume non è tanto la delicatezza (seppur difficile da cogliere in apparenza) con cui viene trattata la tematica amorosa, quanto la sua insostituibile attualità, e la capacità di valorizzare singoli aspetti e suggestioni, che permettono una riflessione interiore molto forte (in questo l’opera ricorda molto da vicino Il gusto del cloro o altre storie sentimentali e innovative a cui ci ha abituati Bastien Vivés).
Gli autori “sporcano” l’idea romantica di amore come ricerca d’anime complementari con la rappresentazione costante dell’erotismo e della sessualità. L’attualità della loro storia sta proprio nel cogliere le ambiguità e le difficoltà dell’approccio moderno fra soggetti abituati alla routine di tutti i giorni. I due protagonisti, stressati e quasi traumatizzati dalle loro vite (di cui del resto non sappiamo poi così tanto), si rifugiano nel mondo virtuale, e si conoscono tramite una videochat in cui, con distacco, danno fondo alle proprie fantasie sessuali.
È proprio da questo distacco disinteressato, così sintomatico e attuale, che inizia a nascere un rapporto vero e genuino, quasi un paradosso che va dalla sessualità al sentimento e non viceversa.
JH e Sarah riescono a comunicare dallo spazio buio e chiuso della loro camera tramite l’immaginazione erotica, un territorio comune e metafisico che fa da sfondo alle loro fantasie e permette loro di incontrarsi idealmente. Così la narrazione procede in bilico fra sogno e realtà, ampi luoghi ultraterreni e fuori dal tempo in cui si svolge una sessualità condivisa a distanza (ma non per questo meno forte) che arriva poi a contaminare la vita di tutti i giorni: JH sembra non vivere più, distrarsi e distaccarsi da tutto, in attesa dell’arrivo di una notifica da parte della sua “amata”.
Ne risulta una poesia grafica del non-detto in cui tutto viene colto, anche la più becera fantasia, sempre rappresentata con raffinatezza e idealizzazione tramite orgasmi grafici costituenti il culmine di un atto sessuale immaginario vissuto come climax: una rocambolesca caduta nel vuoto senza tempo che porta alla liberazione finale.
L’idea visiva del volume costituisce quindi parte fondamentale di questo concetto in equilibrio fra metafisico e reale, con ambienti onirici e immobili e un tratto esile e ondulato, che si pone fra la classica ligne claire, le linee sottili e una vena quasi fantascientifica à la Moebius e le influenze della BD più recente e audace, Bastien Vivés su tutti. Un’esperienza romantica e sperimentale sull’amore moderno e le sue linee d’ombra, la rappresentazione perfetta dell’annaspare di soggetti che sempre più sono dilaniati dal dissidio fra la pressante necessità di essere interconnessi fra loro e la contraria volontà di isolarsi da una realtà forse troppo complessa e oppressiva, in cui tutto è sessualità e allo stesso tempo rifugio.
La tecnica del perineo è uno dei titoli più interessanti proposti in questa prima parte dell’anno, una poesia delicata percorsa da misurato erotismo, comunicazione diretta e mai ruffiana da parte degli autori, che risulta attuale e coraggiosa.
Abbiamo parlato di:
La tecnica del perineo
Florent Ruppert, Jerome Mulot
Traduzione di Boris Battaglia
Rizzoli Lizard, marzo 2016
106 pagine, cartonato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788415839873