Spinto dal rimorso, Sheperd decide di rischiare la propria vita per tentare di liberare Gus e gli altri bambini ibridi dal centro al quale lui stesso lo ha consegnato. La buona regia di Jeff Lemire concilia l’azione, preponderante in questo ciclo, con l’intreccio, che secondo uno schema classico, fa seguire a ogni risposta nuovi interrogativi, con periodici cambi di scenario e un ritmo costante.
Quello che manca è forse la costruzione della psicologia dei personaggi: dando per acquisito lo stile asciutto dell’autore, che a tratti sembra degenerare nel precipitoso, con gli eventi che si susseguono in modo incalzante mentre i protagonisti (con la sola e debole eccezione di Gus) crescono, ma solo da un punto di vista biografico, grazie ai flashback.
I colori di José Villarubbia a volte sembrano poco in sintonia con lo stile grottesco di Lemire: la tridimensionalità suggerita dai colori digradanti stride con un tratto che ignora volutamente prospettive e profondità di campo. Difficile dire se sia una scelta volta ad accentuare l’effetto straniante dei disegni dell’autore o una concessione alle abitudini dei lettori USA, poco propensi al bianco e nero (con l’esclusione di The Walking Dead). Detto ciò,la serie resta una lettura molto godibile, grazie anche ad alcune trovare grafiche, che si fanno apprezzare per originalità, e un registro genuinamente horror che non disdegna scene gore e colpi di scena ad effetto, tipici del genere.
Abbiamo parlato di:
Sweet Tooth #3
Jeff Lemire
Traduzione di Susanna Raule
RW-Lion, dicembre 2013
144 pagine, brossurato, colori – 12,95 €
ISBN: 9788868730024