La saga di El Supremo: il classico e avvincente Tex di Mauro Boselli e Maurizio Dotti

La saga di El Supremo: il classico e avvincente Tex di Mauro Boselli e Maurizio Dotti

Sono passati vent’anni dall’esordio di Mauro Boselli quale sceneggiatore completo di Tex: era il 1994 e negli albi dal 407 al 409 andò in scena Il passato di Carson. Oggi l’attuale curatore della testata ammiraglia della scuderia Bonelli ne è anche l’autore “principe” e la storia che si sviluppa nei...

01Sono vari i motivi d’interesse sui quali focalizzare l’attenzione nella saga che finisce questo mese su Tex, sviluppatasi per quasi quattro albi e caratterizzata in special modo da una serie di esordi: quello di due nuovi antagonisti e di un nuovo disegnatore di Tex, il dampyriano Maurizio Dotti.
02Mauro Boselli ha sempre avuto un debole per le avventure estese del ranger in camicia gialla, a differenza, per fare un esempio tra le “nuove leve” texiane, di autori come Tito Faraci, che si trovano più a loro agio in archi narrativi che si dipanano in massimo due numeri.
Nel caso di questa saga di El Supremo, Boselli fa buon uso del numero di pagine a sua disposizione, imbastendo un’avventura ad ampio respiro che spazia tanto in senso geografico quanto nei generi. Vediamo infatti Tex e i suoi tre pards passare dal deserto messicano a un’isola misteriosa del Pacifico, passando per San Francisco fino e attraverso le aride e polverose terre di confine tra USA e Messico, immergendosi in atmosfere che toccano l’azione, il noir investigativo metropolitano e raggiungono l’apice nell’avventuroso finale della storia. In tutto questo i nostri eroi devono vedersela con un’antagonista nuovo di zecca, l’ex generale messicano El Supremo, intenzionato a creare uno stato indipendente di Sonora e Baja California. Col supporto di alcuni politici e di capi militari americani corrotti e con l’esercito personale di questo sedicente capo di stato, formato da messicani, indiani e soldati disertori statunitensi, guidati da Nick Castle, altra new entry tra i pendagli da forca nemici di Tex, di cui sentiremo di nuovo parlare in futuro. A dare manforte ai rangers troviamo una carrellata di comprimari, qui riuniti tutti insieme grazie alla varietà di locations nelle quali si svolge la storia: Montales, Tom Devlin,Angelo  e Lefty, a cui si aggiunge, nella sua prima apparizione, Donen, tiratore scelto dell’esercito pronto a passare al servizio di El Supremo, salvo poi cambiar idea e dar manforte a Tex e compagnia: una tipologia di personaggio che spesso Mauro Boselli valorizza nelle sue storie.

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Quest’avventura in più modi si lega e richiama i canoni classici texiani – dove per essi s’intendono le caratteristiche dei soggetti e delle sceneggiature di Gian Luigi Bonelli – e Boselli “cita” più volte il padre di Tex, dimostrando ormai di essere “lo” scrittore per eccellenza di Aquila della Notte. Partendo da un omaggio visivo quale il Tex in guanti della sequenza narrativa che dà avvio alla storia nel numero 637, rimando-omaggio al personaggio delle origini, l’autore dimostra una sintonia di pensiero con GL Bonelli nella scelta di impiegare i quattro pards per tutta la durata dell’avventura, ognuno con un proprio ruolo ben delineato e non come semplici presenze sceniche.
Proprio nell’ugual dignità e presenza narrativa di protagonista e comprimari si può trovare una delle chiavi della riuscita di questa storia: indubbiamente è Tex il principe della scena, le parole di tutti i personaggi lo confermano, ma ognuno dei suoi compagni è necessario allo sviluppo e alla risoluzione della trama. Così, mentre Kit Carson fornisce prova di un ottimo spirito di osservazione da detective nell’abitazione del senatore cui El Supremo ha rapito la figlia, Kit Willer si dimostra degno figlio di suo padre nel riuscire a penetrare nella fortezza dell’Isola della nebbia e Tiger Jack è elemento risolutore nella chiusura dell’azione, permettendo alle navi dell’esercito messicano di penetrare nel rifugio insulare dell’ex colonnello e mettere fine ai suoi piani di conquista e indipendenza.
04A ciò si aggiunga il modo in cui è usato l’antagonista: El Supremo, pur dando titolo all’albo iniziale, non vi compare assolutamente e la sua presenza si manifesta solo nelle parole dei vari personaggi. Boselli, grazie all’estensione della narrazione, può permettersi di far comparire il personaggio solo nell’albo successivo ( Tex #638 – Tiratori scelti), per poi presentare lo scontro tra Tex e il suo antagonista soltanto nelle pagine finali della storia: altro richiamo all’uso tipico che GL Bonelli faceva dell’incontro-scontro tra Aquila della Notte e il nemico di turno.

Allacciandosi a quanto appena detto, si possono evidenziare anche alcuni aspetti meno riusciti di una storia sì eccellente, ma che sarebbe potuta essere ottima. Il finale è condensato in poche pagine, com’è tipico, ultimamente, di molte avventure anche di altri personaggi della SBE: uno sviluppo di un’altra ventina di tavole forse avrebbe giovato all’intera vicenda, visto che, nel numero 640, lo spazio ci sarebbe anche stato. Ma qui siamo nel campo della programmazione editoriale della casa editrice e si esula, forse, dall’analisi della storia in sé.
Da evidenziare inoltre un’altra peculiarità di Mauro Boselli, quella di obbligare il lettore a un notevole impegno sulla sospensione dell’incredulità. In questa vicenda l’autore non si smentisce, presentandoci un Tex capace di far passare due volte una pallottola nello stesso foro di una moneta lanciata in aria; sbarre metalliche delle finestre della fortezza di El Supremo che vengono divelte con estrema facilità, quando precedentemente erano riuscite a reggere il peso di una persona che si appendeva a esse per arrampicarsi; per finire con l’aristocratica figlia di un senatore degli Stati Uniti capace di arrampicarsi in scioltezza lungo le cime di una nave.
In realtà sono elementi ai quali i lettori di Tex sono abituati e che, anzi, la maggior parte di loro si augura di trovare nelle avventure dell’eroe, ciò non di meno è giusto.

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Si diceva in apertura dell’esordio alle matite di Maurizio Dotti,che Boselli si è portato con sé dalla scuderia di Dampyr. Esordio superato a pieni voti, visto anchel la complessità del battesimo del fuoco cui l’ha sottoposto lo sceneggiatore, facendolo spaziare nei numerosi e diversi scenari nei quali l’azione si dipana, ma allo stesso tempo impostando vari passaggi narrativi in “deroga” alla tipica gabbia bonelliana, in modo da permettere al disegnatore di usare al meglio alcune sue peculiarità grafiche quali le efficaci prospettive frontali e dal basso. Dotti prende familiarità con i volti e i primi piani dei protagonisti numero dopo numero e i suoi chiaroscuri, così come l’uso sapiente delle ombre, ci presentano un Tex classicamente caratterizzato, oltre finalmente a un Kit Carson non ridotto a una collezione di rughe, ma restituito alla giusta età che gli appartiene e a Kit Willer e Tiger Jack da subito riconoscibili, nelle loro caratteristiche grafiche essenziali.

07Chiudiamo con un doveroso accenno alle quattro copertine che racchiudono gli albi nei quali si sviluppa la storia: il realismo di Claudio Villa, la dinamicità dei movimenti dei suoi personaggi (si veda la copertina del numero 637), lo studio dell’illuminazione della scena ne fanno un maestro, sempre più vicino all’arte di Alex Ross, uno dei cartoonist più amati dall’artista brianzolo.

Abbiamo parlato di:
Tex #637-640
Mauro Boselli, Maurizio Dotti
Sergio Bonelli Editore, Novembre 2013 – Febbraio 2014
98 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,90 € cad.

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