Benvenuti a questa nuova puntata di Nella Rete del Fumetto, la rubrica de LoSpazioBianco dedicata al mondo dei webcomic. In questa puntata vi consigliamo cinque webcomic che hanno fatto il loro esordio in questa stagione e che vale la pena di tener d’occhio.
Tobecontinued
È probabilmente la più interessante novità webfumettistica della stagione.
Testi e disegni di Lorenzo Ghetti, sito realizzato da Carlo Trimarchi. È importante citare il creatore del sito, poiché questo webcomic sfrutta perfettamente le infinite possibilità date dalla pagina web, sovvertendo la tradizionale gestione dello spazio, le abitudini e i ritmi di lettura. È un lavoro molto interessante, che si fa perdonare un briciolo di lentezza nello sviluppo della trama con la sua originalità e con il gran numero di trovate grafiche, ipertestuali ed espedienti narrativi.
La tastiera e il mouse divengono definitivamente gli strumenti per esplorare le infinite canvas che compongono questo fumetto e che nascondono animazioni, la cui scoperta è affidata al lettore. Il fumetto è ambientato in una scuola per supereroi, nella quale il giovane George Sebastian Taylor prova a entrare partecipando alle selezioni: una metafora dello smarrimento generato dal divario tra ambizioni e possibilità che colpisce molti dei nati negli anni ’80 e nei primi anni ’90, le cui aspirazioni devono confrontarsi con la realtà segnata dalla crisi economica e sociale.
Attraverso le varie prove che il protagonista deve sostenere, l’autore ha cominciato a fornire ai suoi lettori informazioni sul suo universo supereroistico, a delineare i personaggi e a descrivere le loro relazioni. Ad oggi tobecontinued è giunto al suo settimo episodio e viene aggiornato ogni mercoledì.
Vivi e vegeta
Progetto interessante sotto molti punti di vista, pubblicato sul sito Verticalismi.
Primo motivo, gli autori: è un progetto a dieci mani, tra queste vi sono quelle di Francesco Savino (testi) e Stefano Simeone (disegni e colori). Savino e Simeone hanno entrambi di recente lavorato a una delle serie made in Italy più interessanti degli ultimi anni (Long Wei); il primo è inoltre editor presso Bao publishing; il secondo, dopo l’esordio con Semplice (Edizioni Tunué, 2012), ha pubblicato con Bao il volume Ogni piccolo pezzo, al quale seguirà un secondo lavoro a settembre 2015. Due autori navigati, dunque, che confermano che anche in Italia è crescente l’attenzione da parte dei professionisti verso il mondo dei webcomic, non più visto solamente come trampolino di lancio per esordienti e/o sconosciuti ma come realtà che offre preziose possibilità di pubblico e sperimentazione.
Secondo motivo, Verticalismi è un punto di riferimento per ogni appassionato di webcomic, realtà solida, la cui qualità è stata più volte riconosciuta (tra le altre cose, Premio Micheluzzi 2014 nella categoria miglior webcomic) e con questo lavoro sembra fare un ulteriore salto in avanti. Dagli autori, inoltre, è stata ventilata l’ipotesi di una edizione in volume una volta conclusa quella digitale: che nel futuro di Verticalismi ci possa essere anche un impegno nel fumetto cartaceo?
Terzo motivo per cui vi consigliamo di leggere questo fumetto: la sua elevata qualità. Vivi e Vegeta si presenta come un “noir vegetariano”: protagonisti delle tavole sono piante antropomorfe che si muovono sullo sfondo di soffocanti distretti floreali continuamente battuti dalla pioggia, dove il sole (se non sei un cactus, “ovviamente”) può voler dire morte. Ci sono tutti gli elementi per un buon racconto di genere: un mistero, una donna scomparsa, un protagonista col morale sotto i piedi che deve trovarla; atmosfera cupa, personaggi fradici di pioggia e tizi poco raccomandabili che non vedono l’ora di prendere a pugni qualcuno. Coadiuvato da Lorenzo Magalotti, con maestria Simeone ha tradotto in immagini lo strampalato mondo messo su da Savino; quest’ultimo, però, pur nella eccezionalità dell’ambientazione floreale che ha scelto, è bravo nell’introdurre elementi che donano una logica interna al mondo, facendogli guadagnare verosimiglianza. Ad oggi è stato pubblicato il primo capitolo.
Void
Ambizioso progetto messo su da Fabio JTP Corrirossi (testi), Damjan Stanich (disegni), Emilio Pilliu (colori) Stefano Bagnoli e Cristiano Giacomi (motion-design), Simone Ferretti (ost). Il primo capitolo di Void ci introduce nella Roma del 2999, immaginata dagli autori popolata da androidi e invasa dalla tecnologia. Prima dell’inseguimento che occupa la gran parte di questo primo capitolo, c’è anche spazio per qualche domanda esistenziale e riflessione filosofica che rimanda direttamente alla fantascienza di matrice dickiana. Non a caso è una citazione dell’autore di Chicago che apre il capitolo. Per il resto, questo primo episodio ci fa conoscere la protagonista da cui il webcomic trae il nome, mostrandocela impegnata in un inseguimento ben orchestrato e dalla apprezzabile resa grafica che, come da tradizione, si conclude con un cliffhanger nascosto dietro una porta.
La curiosità di scoprire gli sviluppi di questo progetto è alta: quello di Void sembra configurarsi come un universo molto ampio che non solo sarà raccontato negli otto episodi fumettistici di questa prima stagione ma anche da una serie di romanzi. Il primo di essi è affidato alla penna di Lele Giacomi. Del primo episodio è stata realizzata anche una versione per youtube.
Cartoonist in the box
Scritto da Andrea “Zio-P” Poli e disegnato da un Alex Agni in ottima forma, membri del collettivo Crossover Gangbang. Del fumetto è stata presentata una versione cartacea a Lucca Comics&Games 2014, mentre la pubblicazione digitale è affidata a Verticalismi. Protagonista della storia è Marko Lankov, attempato lettore di fumetti, gestore del blog “Metafumetto vaffanc***o” (che gli autori hanno creato anche nella realtà). Come la Annie Wilkes del celebre libro Misery (Stephen King, 1987), determinata a far rivivere la protagonista della sua serie di libri preferita fino al punto da spingersi a sequestrare lo scrittore Paul Sheldon, anche Lankov decide di sequestrare lo scrittore del suo fumetto preferito, costringendolo a riportare le lancette della storia del personaggio indietro di trent’anni, quando i fumetti non erano “le seghe mentali dell’autore”, quando non c’erano continue morti e resurrezioni dei personaggi, quando non c’erano universi paralleli, futuri alternativi, i crossover erano cosa rara. Dicasi lo stesso per i film, quando lo sfruttamento delle storie era più contenuto. Lankov vaneggia una presunta e perduta El Dorado fumettistica, diventa incarnazione di quei comportamenti e quelle riflessioni – quasi ossessioni – che centinaia di lettori manifestano ogni giorno sul web: arriva a proporre, con un ragionamento ai limiti della logica, la creazione di un “sindacato dei lettori di fumetti” in quanto “non ci si rende conto di come i personaggi dei fumetti non siano proprietà di un editore o di un autore ma siano proprietà dei lettori. Sono infatti i lettori che fruiscono della lettura e spendono soldi e/o tempo per essa”.
Debitore per più versi (come già detto) al romanzo di King, Cartoonist in the box è un’intelligente riflessione sulla “deriva” del fumetto supereroistico, sul rapporto tra lettori-autori-case editrici, sul ruolo del web, su una sorta di astio che il lettore “da sempre” prova verso i nuovi lettori, sullo spaesamento provato da molti fan di vecchia data nel vedere la loro passione passare dall’essere di nicchia all’essere prodotto pensato e prodotto per un largo pubblico; sulla difficoltà ad accettare lo sdoganamento della “cultura nerd”. Fenomeni, questi, che l’Italia, con un po’ di ritardo rispetto agli States, sperimenta da qualche anno a questa parte. Quasi un’osservazione antropologica di una categoria di lettori, in bilico sul confine tra passione e ossessione, che tendono ad attribuire al fumetto un significato talvolta eccessivo, quasi esistenziale, spesso artefici di un comportamento contraddittorio: nonostante la critica estrema al sistema fumettistico attuale e all’ipersfruttamento dei personaggi, la casa di Lankov è una sorta di sancta sanctorum del fumetto, piena fino all’orlo dei gadget e dei fumetti che egli dichiara di disprezzare e che continua ad acquistare. Cartoonist in the box è in definitiva un buon fumetto o sarebbe meglio dire un buon metafumetto: dal “meta” oramai sembra impossibile sfuggire.
I am Spank
Prodotto targato Dayjob Studio, testi di Federico Chemello e Maurizio Davide Furini , disegni di Alberto Massaggia. Pubblicato originariamente come albo cartaceo in bianco e nero, quasi in contemporanea è stata diffusa anche una versione in bicromia per il web. Ad oggi sono state pubblicate solo tredici tavole, poco più della metà dell’albo cartaceo, ed è troppo presto per esprimersi sulla qualità della trama. Tuttavia i disegni sono di buona fattura, i colori donano alla storia l’atmosfera giusta e la scrittura è dotata di una certa capacità affabulatoria: elementi che suggeriscono di tenere in futuro gli occhi puntati su questo prodotto.
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