Il petrolchimico di Porto Marghera, con la lavorazione tossica del Cvm, ha ucciso 157 operai di cancro ed è causa del disastro ambientale nella laguna di Venezia. Il 2 novembre del 2001 è pronunciata la sentenza di primo grado del processo al Petrolkiller; i 31 imputati, dirigenti ed ex dirigenti della Montedison e dell’Enichem, sono assolti dalla condanna per omicidio colposo. Il risarcimento pagato è di 525 miliardi.
Questi, in estrema sintesi, i fatti. Ne parliamo brevemente con l’autore del fumetto edito da Becco Giallo che li ripercorre, Claudio Calia, già molto conosciuto nell’ambito del fumetto indipendente grazie ad opere fortemente politiche e di denuncia come Nessun Futuro e My Own Private G8. Notizie più dettagliate sui suoi lavori si possono trovare qui.
Ciao Claudio e benvenuto sulle pagine del nostro sito. La scelta dell’argomento del tuo fumetto è avvenuta per tua scelta o per proposta dell’editore? E come mai?
Con l’editore ci siamo incontrati ben prima di pensare a Porto Marghera, discutendo un progetto che sarebbe stato scritto da Francesco Gasparetto, mio amico ed ex collega a Radio Sherwood (a cui devo dunque i miei ringraziamenti per avermi portato in redazione!). Poi di quel progetto iniziale non si fece più nulla. Alcuni mesi più tardi, dopo esserci incontrati a Napoli Comicon 2006, con gli editori iniziammo a sentirci pensando ai titoli più disparati, fino ad accordarci poco dopo su Porto Marghera, data la vicinanza territoriale, la sensibilità percepita in Veneto per un libro di questo genere, la volonta mia e di Becco Giallo di costruire in qualche modo un legame con il territorio in cui entrambi siamo residenti.
Hai cambiato qualcosa del tuo stile rispetto ai tuoi lavori precedenti?
Direi proprio di sì, anche se sento di essermi comunque rimasto fedele. Il dato è che se pensiamo ai miei ‘lavori precedentì parliamo di storie che sono state al massimo lunghe 15 tavole (Jesus’s River sulle pagine di Freak City, Ferrara Edizioni, 2005), mentre Porto Marghera da subito è nato come progetto molto più lungo (parliamo di 102 pagine disegnate, senza contare aperture e chiusure capitoli etc…). Ovvio che non potessi affrontarlo allo stesso modo di una storia breve (direi che la mia media di storie nel tempo si è sempre articolata tra le quattro e le otto tavole). Escludo da questo contesto I Baccanti, che pur essendo composto da 69 tavole, è stato disegnato in formato piccolissimo (poco più di un pacchetto di sigarette!). Ho voluto diradare i miei caratteristici neri, troppo “pesanti” a mio avviso per narrazioni così estese. Per cui in Porto Marghera vedrete un sacco di… righette!
Il mio approcio alla pagina disegnata è sempre stato volutamente ed estremamente ‘manualé ed ‘artigiano’, quando sono al tavolo da disegno rifiuto la tecnologia. Le mie tavole poi passano al PC solo per lettering ed impaginazione, il resto ci tengo che sia tutto frutto del mio sudore, matite, pennarelli e bianchetto.
Mi parli un po’ delle fonti che hai utilizzato?
Intanto, tantissimi libri. Ma soprattutto, anche d’accordo con l’editore, non ci siamo voluti limitare alla documentazione bibliografica. Sono stato a Marghera, ho conosciuto i rappresentanti delle associazioni (Associazione G. Bortolozzo e Assemblea permanente contro il pericolo chimico), e molto del libro deriva da questi incontri. Insomma, quello che abbiamo voluto mettere in piedi è stato un lavoro sul campo, di tipo giornalistico, vista anche la vicinanza territoriale che lo rendeva più possibile che per altri temi.
Tu sei sempre stato molto impegnato sul fronte sociale-politico. Come mai? Credi che il mezzo fumetto sia idoneo alla trattazione di questi temi? E questo tuo impegno come è confluito nel progetto della Becco Giallo?
Sono sempre impegnato sul fronte, chiamiamolo così, sociale-politico. In questi mesi che ho passato al tavolo da disegno mi sono spesso sentito un po’ ‘tirato’, tra il ruolo di disegnatore solo soletto nella sua casa in campagna e quello di militante. Cio’ che mi ha fatto decidere di proseguire questa strada è proprio la convinzione che il lavorare sull’immaginario sia una parte indispensabile del lavoro per la costruzione di un mondo migliore.
L’incontro con Becco Giallo… bé, incontrarsi mi è sembrato piuttosto naturale (necessario?). Nel panorama editoriale italiano non c’é nessun altro che si propone di raccontare in forma organica i grandi e piccoli fatti del nostro paese in forma di fumetto, no?
Cos’altro stai preparando in campo fumettistico (ma non solo)?
Ah! Domanda temibile. Ho appena finito il mio primo libro ‘lungo’, ed ora passero’ un periodo di riflessione. Sono in programma mie apparizioni su Monstars e Motel, due nuovi progetti di Nicola Pesce Editore, e di sicuro anche quest’anno si terrà lo Sherwood Comix Festival con relativa pubblicazione (le precedenti: Comix against global war, Vite precarie, Fortezza Europa). A pensarci adesso mi piacerebbe raccontare storie ‘di fantasià, per prendere un attimo il fiato dal racconto di realtà. Ma ho come l’impressione che non sarà così. Diciamo che aspetto di vedere come verrà accolto ‘Porto Marghera – La legge non è uguale per tuttì. E poi vediamo.
Porto Marghera, la legge non è uguale per tutti
di Claudio Calia
Edizioni Becco Giallo
Prefazione di Gianfranco Bettin
144 pagg. bros. b/n – 15,00euro
Riferimenti:
Becco Giallo: www.beccogiallo.it
Sito ufficiale di Claudio Calia: www.claudiocalia.it
Pagina di Greenpeace dedicata a porto Marghera: www.greenpeace.it/archivio/toxic/marghera.htm