XXIII secolo: è questo il periodo in cui sono finite le quattro “ragazze dei giornali” Erin, Mac, KJ e Tiffany insieme alla versione adulta di quest’ultima, unitasi a loro nella tappa nell’anno 2000 letta nel quarto volume.
In quest’epoca alcuni input narrativi sorti nei precedenti episodi trovano un primo sbocco, come la leucemia di Mac e la donna preistorica conosciuta nel terzo arco narrativo, che fino ad ora sembrava un personaggio fine a se stesso; questo albo è quindi particolarmente soddisfacente nella struttura narrativa, iniziando a fare ordine in certe questioni irrisolte.
Appare comunque chiaro che, al di là della cornice fantasiosa, l’obiettivo di Brian K. Vaughan è quello di mostrare la crescita di quattro tipologie di giovani, attraverso la scoperta di sé, i cambiamenti e le responsabilità di cui vengono investite, il tutto calato in un contesto volutamente estremo e irreale. Grazie alla riuscita caratterizzazione delle ragazze, il risultato viene raggiunto con poche cadute di stile.
Paper Girls è pura narrativa di intrattenimento, rapida e senza troppe velleità, aiutata in tal senso dalle matite sintetiche ed essenziali di Cliff Chiang. Lo stile dell’artista sembra essersi raffinato nel corso della serie, e in particolare nei volti delle protagoniste si ravvisa un’attenzione maggiore a certi dettagli e sfumature delle espressioni, mentre per le ambientazioni è ancora una volta efficace l’apporto al colore di Matt Wilson, che applica trovate cromatiche adatte alle diverse circostanze.
Abbiamo parlato di:
Paper Girls vol. 5
Brian K. Vaughan, Cliff Chiang, Matt Wilson
Traduzione di Michele Foschini
BAO Publishing, febbraio 2019
128 pagine, cartonato, colori – 18,00 €
ISBN: 9788832732016