Onofrio Catacchio, un uomo venuto da Kosmograd

Onofrio Catacchio, un uomo venuto da Kosmograd

Torna Lo Spazio Nudo, interviste senza peli sulla lingua che mettono di fronte autori di fumetti e le loro fantasie e disinibizioni. Ospite di Stefania Vian per l’occasione è Onofrio Catacchio, reduce dal ritorno del suo Stella Rossa e dalla pluripremiata serie Mercurio Loi.

Lo spazio nudo ritorna con un insospettabile fumettista, maestro di ironia ed eleganza dei gesti. Ho dovuto scavare nei suoi meandri per riuscire a spogliarlo, anche se la sensazione è quella di avergli tolto solo il suo inseparabile giubbino di pelle nera.
Dopo qualche momento di imbarazzo l’ho messo metaforicamente al muro e così è comparsa Medusia, una delle sue donne tratte dalla gallery di nudi sul sito, ormai scomparso, Baroque Bordello.
Questa è stata la mia intervista più difficile e più intrigante, forse per il rispetto e l’ansia da prestazione verso uno dei maestri del fumetto italiano.
Il resto lo scoprirete leggendo l’intervista, mentre io sto cercando di andare su Marte a trovare Stella rossa.

Medusia

Onofrio Catacchio è nato a Bari nel 1964. Agli inizi degli anni Novanta crea Stella Rossa: il volitivo cosmonauta Gregory Vostok appare sulle riviste Fuego e Nova Express, le cui avventure vengono raccolte in volume dalla Granata Press e da Kappa Edizioni. Ha sceneggiato e illustrato le storie dell’ispettore Coliandro, tratto da soggetti di Carlo Lucarelli (Granata Press, BD e Cosmo Editoriale). Dal 1995 per Sergio Bonelli Editore ha realizzato diversi episodi di Nathan Never. Ha scritto Progenie d’inferno disegnato da Andrea Accardi; sceneggiato e disegnato La ballata del corazza di Wu Ming 2. Nel 2009 collabora con la Marvel USA. Su testi di Luigi Bernardi, oltre alle illustrazioni per il libro Gaijin! – edito da Black Velvet Editrice e ai disegni di scena per l’omonimo spettacolo teatrale – ha illustrato il graphic novel Fantomax, non temerai altro male, dedicato al più grande cattivo di tutti i tempi (Fandango/Coconino Press, 2011). Ha scritto e disegnato La Mano Nera, uscito nel 2017 nella collana Le Storie della Bonelli. Sempre per l’editore milanese disegna due episodi del pluripremiato Mercurio Loi, scritto da Alessandro Bilotta. Per l’inserto Alias Comics del quotidiano il manifesto realizza nuovi episodi di Stella Rossa. Insegna Arte del Fumetto presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Su Giornale Pop porta avanti le sue Matite Blu, vignette cariche di nonsense e giochi di parole, raccolte su carta da Passenger Press.

Buonasera Onofrio, benvenuto nello Spazio nudo.
Grazie. Un saluto a tutti i lettori del tuo Spazio.

Hai iniziato il tuo percorso fumettistico con il cyberpunk ed ora sei entrato nell’elegante personaggio di Mercurio Loi, sei così camaleontico oppure sono solo cambi di copione?
Credo si tratti di tappe di un percorso. E credo che tutto avvenga in modo coerente. Poi il mestiere di fumettiere richiede di essere proteiforme senza perdere riconoscibilità e carattere. Puoi orbitare intorno a Marte e contemporaneamente andartene a spasso sui tetti della Roma ottocentesca senza soluzione di continuità. Io l’ho fatto.

Cosa è cambiato nel fumetto secondo te dagli anni ‘80 ad oggi?
Molto, ma solo in apparenza credo: negli anni ‘80, come oggi, il fumetto era al centro dell’attenzione dei media e all’epoca stava per diventare quel fenomeno culturale che ha sempre aspirato ad essere grazie alla maturazione e all’assestamento di grandi autori come Pratt, Micheluzzi, Crepax, Magnus e Giardino e all’arrivo di nuove leve come Pazienza, Liberatore, Scozzari e Tamburini e, in seguito, con l’affermarsi di personaggi rappresentativi e iconici come Dylan Dog…
Oggi, allo stesso modo c’è una rinnovata attenzione al fumetto: in libreria pare spopolare, tanto che grossi editori si sono decisi a scendere in campo per contendersi autori e varare collane dedicate. Gli autori di calibro sono giunti a maturità (espressiva) e le nuove leve sfoderano talento e professionalità.
Le differenze riguardano la quantità degli attori; oggi sono in tanti ad affollare l’arena editoriale e ogni giorno di più arrivano autori speranzosi o di belle speranze. In più, la tecnologia mette a disposizione possibilità che negli anni ottanta erano solo un sogno fantascientifico: puoi autoprodurti o partecipare a contest globali senza spostarti da casa o dare fondo ai tuoi risparmi.
Mi chiedo cosa avrebbe realizzato Tamburini se avesse avuto a disposizione photoshop al posto della fotocopiatrice Rank Xerox di redazione…

Ti senti più ispettore Coliandro o Fantomax?
Anche in questo caso passo dall’uno all’altro senza conflitti. Entrambi mi hanno dato modo di sperimentare registri che non credevo di poter governare fino a un momento prima di mettere la matita sul foglio. Ma succede per ogni nuova sfida che il lavoro ti mette davanti: la prossima vignetta, poi la prossima tavola e dopo la prossima storia o personaggio.

Che donne ci sono su Kosmograd?
Determinate e avventurose. Al Colonnello Vostok piacciono così. In tutte storie di Stella Rossa ho inserito figure femminili con queste prerogative: nel primo episodio c’è Zoia Ivanova, una ragazzina che nei confronti di Vostok si comporta come Lubna con Ranx. Lo stesso accade con le altre figure femminili delle storie successive fino a Donna Quantic, protagonista con Vostok della serie Life on Mars che pubblico su Alias Comix, l’inserto a Fumetti de il manifesto. Anche Donna è determinata e grintosa, perfetto contraltare per il mio Colonnello orbitale che, malgrado il suo aspetto volitivo, ama più la contemplazione di Marte che l’azione.

Galleria: Le donne di Onofrio Catacchio

Allora per scaldare i motori pensavo… Se dovessi disegnare una donna mentre ha un orgasmo da cunnilingus che postura e che tipo di espressione le daresti?
Più che scaldare i motori questa è una brusca accelerazione! Da fumettiere più che il disegno mi interessa l’organizzazione dell’immagine. Il disegno, la perizia nel realizzarlo, viene dopo aver organizzato gli elementi della sequenza. Gli ingredienti potrebbero essere una visione d’insieme e una progressione di soggettive che portano al culmine inquadrando un primo piano della donna. Inquadrata dal basso mentre guarda verso l’alto. L’estasi visivamente arriva da lì.
L’alternativa potrebbe essere una vignetta di sintesi: ti mostro tutto senza farti vedere nulla. Mi affido alla testa di chi guarda e alla mia capacità evocativa per rappresentare espressione e postura.

Se il fumetto è una proiezione del linguaggio sentito, come fai a trasmettere le emozioni?
Prendi il lettore per mano e pian piano lo conduci dove vuoi che vada. Confidi nel funzionamento di certi meccanismi alla base della lettura per immagini, nel bagaglio “comune” che hai con chi legge e nel fatto che malgrado la distanza spazio- temporale tra te che racconti e chi sta seguendo la storia, lo spazio bianco tra le vignette alla fine tiene assieme più che dividere (questa potrebbe far parte del manifesto del nostro sito – nota del direttore editoriale).

Spogliami una donna, da dove cominci? Cosa togli e cosa lasci?
Ah ah ah… Più che spogliarla trovo arduo vestirla per poi, eventualmente, toglierle gli abiti. Naturalmente alludo al fumetto: la documentazione sull’abbigliamento è un plus non trascurabile. Indumenti che poi togli, in ordine sparso o sapientemente scoprendo a seconda della scena che devi far interpretare ai tuoi personaggi. Un po’ come nella vita reale.

Come lo disegni un uomo virile?
Spigoli e curve. Ossa che affiorano sotto la pelle e un po’ di segni espressivi a scavarlo. Molta attenzione allo sguardo.

Se esistesse veramente una donna su Marte, ci proveresti?
Mettiamola così: Stella Rossa ci proverebbe. Per esigenze narrative. Come potrebbe andare a finire non saprei…

Con Matite Blu ti sei esercitato con un disegno al giorno e tanta ironia, se ti chiedessi di fare un disegno oggi per una ipotetica “giornata mondiale della tetta” cosa disegneresti?
Tutti hanno bisogno di una tetta sulla testa.
Come vedi se la scrivo potrebbe funzionare ma se la “vedi” disegnata è fulminante.
È il motivo per cui ho fatto Matite Blu.

Una Matita Blu realizzata da Onofrio Catacchio per l’intervista.

Galleria: Matite Blu

Intervista condotta via chat a marzo 2019

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