Mandrake il mago: torna in Italia il “supereroe” di Lee Falk

Mandrake il mago: torna in Italia il “supereroe” di Lee Falk

Mondadori Comics riporta in Italia le avventure originali di Mandrake, personaggio nato dalla mente di Lee Falk, in un'elegante volume cartonato.

Mandrake_coverConfrontarsi con Mandrake sembra impossibile. A parte quei due o tre limiti —la sua onnipotente magia non funziona per questioni legate alla vista, quindi nell’oscurità o se viene bendato —, dotato di poteri che spaziano dalla semplice proiezione di illusioni alla telepatia, all’ipnosi, al teletrasporto, ma anche negromanzia e telecinesi (o la trasmutazione, con una ricorrente preferenza a trasformare esseri viventi in ciocchi di legno…), Mandrake fa tutto, può tutto. Ma, soprattutto, è la storia del fumetto.

Forte dell’efficace formato editoriale della ristampa di Kriminal e del suo autore/curatore Max Bunker, Mondadori Comics recupera il grande mago del fumetto americano in una riedizione filologica che, pur con qualche neo, onora il personaggio, il suo creatore e il ruolo che hanno avuto nella costruzione dell’immaginario delle strisce disegnate. Lee Falk, regista e produttore teatrale nonché ideatore del personaggio e autore delle sceneggiature delle strisce quotidiane fino alla morte (nel 1999), scrive, disegna e lancia Mandrake nel giugno 1934 con il King Features Syndicate, riprendendone l’aspetto dal proprio ritratto.

Mandrake_01In totale assenza di una storia delle origini, la prima avventura del mago (The Cobra, 1934) mostra oggi tutta una serie di limiti, grafici e narrativi, che però paradossalmente mettono in evidenza il ruolo di ponte avuto dalla serie, tra una già forte tradizione fumettistica —riscontrabile per esempio nella caratterizzazione grafica del nerboruto assistente nero del mago, Lothar, disegnato inizialmente da Falk con quei tratti del viso esagerati e gli occhi a palla tipici del fumetto umoristico precedente— e le nuove istanze dei supereroi da comic book che sarebbero arrivate nel giro di pochi anni. Infatti, Falk gratta alla porta degli eroi in calzamaglia, richiamati anche solo dal sempre presente abito d’avanspettacolo con mantello del mago o dal costume circense di Lothar, mentre la costante ostentazione di potere di Mandrake sembrerebbe anticipare quella di un Superman Golden e Silver Age.

Mandrake_02

Falk lascia comunque presto le matite al più efficace Phil Davis, che nel giro di pochi mesi (e quindi pagine) vira il disegno verso un maggiore realismo e contribuisce a stabilizzare lo standard grafico e narrativo della serie, la cui goffaggine iniziale viene per altro evidenziata proprio da uno degli aspetti discutibili di questa nuova edizione: il materiale delle prime due avventure è, infatti, molto discontinuo, con vignette che sono state ridotte o ingigantite per rientrare nel layout di pagina e, dove l’espediente della variazione delle dimensioni non era praticabile, con l’inserimento di un orrendo riempitivo grafico —un bollo incomprensibilmente grigio, contenente un cilindro e una bacchetta magica.

Mandrake_03A leggere di seguito la catena virtualmente infinita delle strip quotidiane —tanto in continuità da essere sempre collegate narrativamente, anche tra un “ciclo” avventuroso e quello successivo—, nell’arco delle prime due avventure si ha facilmente una sensazione stucchevole, analoga alla discontinuità grafica. È un effetto chiaramente legato al formato editoriale “volume”, che rende ripetitivo il ritmo di strisce di poche vignette concepite per essere lette quotidianamente sui giornali e che quindi necessitavano di una costante ripresa dei fatti precedenti, in didascalie prolisse o in dialoghi che diventano di fatto ineleganti.

In questo senso, l’arrivo e il consolidamento grafico di Davis hanno avuto un effetto positivo sull’intera narrazione: dalla quarta avventura (Saki, the Clay Camel, 1935), le storie iniziano a scorrere, sempre più forti e consapevoli di un passato dei personaggi —e della memoria dei lettori—, con alla base quelle variazioni sul tema che sono il sale del fumetto seriale. Così, il finto cannibalismo di Lothar ritorna come espediente di interrogatorio e comic relief, e lo stesso Mandrake, bendato, riesce in qualche modo ad aggirare il limite del suo potere e a risolvere la situazione.

Mandrake_04

Le storie, certo datate ma comunque piacevoli, crescono quindi con i personaggi e con i lettori dell’epoca, mantenendo un tono leggero e fondamentalmente naif e ciò nonostante arrivando ad anticipare temi importanti rispetto all’epoca, dalle questioni razziali all’ecologia. È insomma un volume consigliato a quanti siano incuriositi dai classici del fumetto e interessati alle origini dei suoi modelli ricorrenti, valido sotto il profilo editoriale e caratterizzato da un ottimo rapporto qualità prezzo.

Abbiamo parlato di:
Mandrake. Il mago (novembre 1934-aprile 1937)
Lee Falk, Phil Davies
A cura di Max Bunker – Traduzione e lettering di proprietà della Comic Art
Mondadori Comics, 2014
620 pagine, cartonato, bianco e nero — 14,99 €
ISBN: 9788869260391

1 Commento

1 Commento

  1. Mark

    8 Gennaio 2017 a 11:30

    Chiedo gentilmente un chiarimento. Il volume della Mondadori si intitola “Mandrake. Il mago (novembre 1934-aprile 1937)” e dovrebbe contenere le prime storie… Ma Mandrake esce a giugno del 1935, non a novembre! Quindi, le primissime storie mancano?

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *