“Alle persone le cui fatiche vanno al di là del campo delle idee e penetrano in quello della realtà: agli ecologi del deserto, dovunque essi siano, in qualunque tempo essi operino, dedico questo mio tentativo di anticipazione in umiltà e ammirazione”.
È questa la dedica che Frank Herbert scrisse per Dune, capolavoro fantascientifico pubblicato nel 1965, al quale è stato dedicato l’omonimo adattamento a fumetti, uscito per Abrams Comics Art negli Stati Uniti e per Mondadori Oscar Ink in Italia, firmato da Brian Herbert (figlio di Frank) e Kevin J. Anderson alla sceneggiatura, da Raúl Allén e Patricia Martín ai disegni con Bill Sienkiewicz autore della copertina.
DUNE, UN CULT SENZA TEMPO
“Un umile tentativo di anticipazione“, lo definì l’autore americano, diventato però nel corso dei decenni un indiscusso cult, oltre a essere il libro di fantascienza più acquistato della storia con 12 milioni di copie vendute. Dune vinse i premi Nebula e Hugo, i due più importanti e prestigiosi riconoscimenti della narrativa di genere, influenzando profondamente la Sci-Fi a partire da Guerre Stellari, come dichiarato dallo stesso George Lucas, e suscitando l’ammirazione di innumerevoli mostri sacri fra i quali Isaac Asimov, Arthur C. Clarke, Alejandro Jodorowsky, Steven Spielberg, Stephen King, solo per citarne alcuni.
Un libro seminale, quello del 1965, che ha dato origine a una vera e propria saga grazie alla pubblicazione di altri cinque romanzi fra il 1969 e il 1985 (Messia di Dune, I figli di Dune, L’imperatore-Dio di Dune, Gli eretici di Dune, La rifondazione di Dune, tutti editi, in Italia, da Editrice Nord e oggi disponibili per Fanucci Editore, un altro caposaldo dell’editoria fantascientifica del nostro Paese).
Ma il ciclo di Dune non si è interrotto dopo la scomparsa di Frank Herbert, avvenuta nel 1986. Il figlio Brian, insieme a Kevin Anderson, ha scritto infatti una nuova serie di prequel e sequel dell’opera del padre, ampliando la storia e approfondendo il passato dei personaggi. Un’operazione che sta continuando tutt’oggi nel nostro paese con Mondadori, che ha da poco dato alle stampe Dune – Il duca di Caladan, primo tassello di una trilogia che si focalizza sui personaggi del Duca Leto, di Lady Jessica e Paul Atreides.
E dopo tanta letteratura il Dune in versione graphic novel, come spiegano proprio i due autori nella bella prefazione al volume, è stata una sfida particolare, per la possibilità di sfruttare e offrire ai lettori l’esperienza visiva di un fumetto abbinandola a una monumentale opera letteraria.
L’importanza data al progetto, che si svilupperà con altri due libri, si intuisce già dai nomi di sceneggiatori e disegnatori. Oltre a Brian Herbert, autore anche di una toccante biografia del padre (Dreamer of Dune), Kevin J. Anderson, autore di oltre cinquanta bestsellers e di romanzi spin-off di Star Wars, StarCraft e X-Files; Raúl Allén, disegnatore, regista, illustratore che ha lavorato per Marvel, DC Comics e ha collaborato con Quentin Tarantino, Playboy, Rolling Stone, New York Times, Wall Street Journal; Patricia Martín, letterista, disegnatrice e illustratrice spesso candidata agli Harvey Awards e impegnata, per citare il progetto più famoso, in Wonder Woman con Steve Orlando; Bill Sienkiewicz, artista premiatissimo noto per aver innovato lo stile del fumetto e dell’illustrazione con Marvel e DC Comics, scelto fra l’altro nel 1984 da David Lynch per illustrare l’adattamento a fumetti del suo film Dune.
DA LIBRO A GRAPHIC NOVEL
L’adattamento a fumetti di Dune è assolutamente fedele al romanzo originale. Nella sceneggiatura non ci sono tentativi di reinterpretazione da parte degli autori, che si affidano volutamente al libro originale, scena dopo scena, capitolo dopo capitolo, in modo quasi letterale.
Proprio come nel romanzo la storia inizia in medias res, con la casata degli Atreides in procinto di trasferirsi dal loro mondo, Caladan, ricco di acqua e di vita, ad Arrakis, pianeta desertico e ostile. Ma Dune, così è chiamato gergalmente Arrakis, è anche l’unico luogo della galassia dove è possibile estrarre il melange, ovvero la Spezia, sostanza preziosissima dalle molteplici proprietà e, come si scoprirà, facoltà.
La fedeltà al libro che si sono imposti gli sceneggiatori non nasconde però la loro capacità di sintesi o di approfondimento, quando la narrazione lo richiede. Ne è un esempio la prima tavola: tre vignette verticali con campi lunghi che mostra la netta contrapposizione fra Arrakis e Caladan e introduce al tempo stesso, con testi importati dal romanzo, il mitico Muad’Dib. Il lettore, in questo modo, è subito calato nella complessa ambientazione e nei misteri di Dune.
Misteri e domande si amplificano nella sequenza successiva, sempre parallela al romanzo: “Nella settimana prima della partenza per Arrakis, quando era giunto a livelli quasi insopportabili il tramenio, una donna vecchia e vizza si presentò alla madre del ragazzo, Paul”. Così inizia il Dune di Frank Herbert (dopo una citazione estratta dal Manuale di Muad’Dib), e così iniziano il graphic novel e l’avventura del protagonista principale, Paul Atreides. Un ragazzino di quindici anni, né triste né entusiasta per il trasferimento su Dune ma curioso e affascinato soprattutto dai Fremen, gli abitanti del deserto appartenenti alle libere tribù di Arrakis, altrimenti qualificati come Pirati della Sabbia.
Figlio ed erede del Duca Leto, capo degli Atreides, e di Lady Jessica, appartenente all’antica scuola Bene Gesserit, Paul si trova catapultato nel clima di aperta ostilità fra la casata del padre e gli Harkonnen, capeggiati dal Barone Vladimir Harkonnen, che in precedenza governavano Arrakis con il pungo di ferro, ma sono stati destituiti per volere dell’imperatore padiscià Shaddam IV.
Paul teme per la vita del padre, che sembra destinato a morte certa, ma pur all’oscuro di molti fatti, appare risoluto, a volte impertinente e già addestrato al comando e alla resistenza al dolore sia fisico, sia psicologico. Capacità che, insieme alla sensazione di dover interpretare un ruolo all’apparenza già scritto, gli consentono di iniziare un cammino tortuoso fra vermi giganti, immense tempeste di Coriolis, spezia, tute distillanti, assassini e Fremen.
Paul interagisce con tutti i grandi personaggi che compongono l’affresco di Dune. I già citati Duca Leto, Vladimir Harkonnen, Lady Jessica e poi il mentat Thufir Hawat, il guerriero Gurney Halleck, il maestro Duncan Idaho, il mentat deviato Piter de Vries e molti altri, tornano a vivere con forza fra le pagine di questo graphic novel, tutti profondamente caratterizzati dal punto di vista fisico e morale.
Herbert e Anderson riescono anche, sempre destreggiandosi al meglio fra sintesi e approfondimento, nel non semplice compito di ricostruire il fitto intreccio di tematiche dell’opera di Frank Herbert. Intrighi, alleanze, segreti, religione, avventura, politica, misticismo: tutto converge sul pianeta Dune in un libro che, nell’attesa dei prossimi due capitoli, appare completo ed entusiasmante.
UN DUNE MAESTOSO
Raúl Allén e Patricia Martín utilizzano un segno realistico inserito in una tavola classica, in generale a tre o quattro strisce, con vignette regolari. I personaggi sono caratterizzati con una sofisticata cura del dettaglio: un naso pronunciato, delle labbra carnose, una cicatrice, diversi tipi di tuniche, capi di vestiario, una serie di anelli o orecchini, spingono a soffermarsi sui disegni. La stessa attenzione è riservata alle ambientazioni con architetture, arredamenti (e colori, come vedremo in seguito), capaci di rappresentare le varie casate o, semplicemente, di incuriosire: gli Harkonnen vivono in ambienti spigolosi, freddi, con un’estetica essenziale e funzionale. Forme più morbide. arredamenti eleganti e artistici con quadri alle pareti, piante in vaso, sculture e delle fantascientifiche poltroncine gravitazionali caratterizzano invece gli Atreides.
La scelta delle inquadrature e, in alcuni casi, dei punti luce con le ombre che ne derivano, contribuiscono a esaltare la recitazione e l’espressività dei personaggi, acuendo i sentimenti espressi anche nelle scene di massa, come durante un ricevimento di benvenuto organizzato dagli Atreides poco dopo l’arrivo su Arrakis.
Spettacolari alcune sequenze d’azione, fra le quali un salvataggio a bordo degli ornitotteri (le macchine volanti utilizzate su Dune), che culmina in una tavola doppia con protagonista un verme gigante. Grande cura è rivolta proprio alle tecnologie, dalle tute distillanti ai trattori per l’estrazione della Spezia, e agli effetti speciali, come l’aura prodotta dagli scudi o la diffusione di un veleno in una stanza. Va segnalata anche tavola 26, dove in un campo lunghissimo compare per la prima volta il pianeta Arrakis nella sua interezza.
Riguardo la cura del dettaglio, è inevitabile un parallelo fra questa graphic novel e il Dune di Denis Villeneuve appena uscito nelle sale cinematografiche: era infatti da tempo che in un film di fantascienza non si vedeva così tanta attenzione per il mecha design e per il minimo dettaglio della tecnologia, a qualsiasi scala. Viene in mente tanta produzione cinematografica indipendente di fantascienza, in cui la cura per il dettaglio bilancia i budget minori a disposizione per gli effetti speciali. Ovviamente non è il caso della produzione dietro il film del regista canadese, bensì può derivare dalla volontà di quest’ultimo di ridurre al minimo il ricorso al green screen e agli effetti digitali in postproduzione.
Ricopre un ruolo importante la colorazione che, soprattutto all’inizio del volume, permette di identificare le casate e conferisce ai personaggi una connotazione caratteriale: gli Harkonnen, tornati su Giedi Primo dopo l’abbandono di Dune, sono ad esempio caratterizzati da un rosso slavato che tende a volte al rosa, a volte al rosso scuro come il sangue. Una tinta che trasmette inquietudine e la consapevolezza che qualcosa di malvagio pervada gli animi dei personaggi.
Gli Atreides sono invece avvolti in ambienti blu e azzurri, in linea con animi maggiormente rivolti alla saggezza e inclini a una certa rettitudine morale. C’è poi l’azzurro degli occhi dei Fremen, con una tonalità glaciale davanti alla quale è difficile rimanere indifferenti.
Le didascalie, che si affiancano a balloon classici, risultano fondamentali per la narrazione grazie a sfondi di colori diversi, ciascuno dei quali è abbinato a un personaggio. I pensieri di Paul sono sempre su sfondo verde, quelli di Lady Jessica arancione e così via, con il nero dedicato all’uso della Voce, la particolare tonalità e cadenza dei suoni emessi attraverso la quale le sorelle Bene Gesserit possono controllare e manipolare la mente altrui. Lo sfondo colorato, con lettering sempre bianco, è una soluzione semplice e intuitiva che rende più scorrevole la lettura anche nel caso di testi corposi.
Da evidenziare anche la confezione – copertina rigida e grammatura delle pagine interne conferiscono al libro un peso specifico e una solidità in linea con il contenuto – e i contenuti extra. La splendida ed evocativa copertina di Bill Sienkiewicz racchiude infatti, oltre al primo capitolo di questa trilogia a fumetti di Dune, un’esaustiva prefazione di Herbert e Anderson, i ringraziamenti di tutti gli autori, un commento, varie citazioni dall’opera ispiratrice e, in apertura, questa significativa dedica: “A Frank Herbert, che per oltre quarant’anni lesse le prime stesure di Dune alla sua famiglia e alla sua amata moglie, Beverly Herbert, sempre prodiga di ottimi consigli”.
Se si può fare un appunto, inerente proprio agli extra, sarebbe stato affascinante ritrovare anche nella versione a fumetti la mappa di Arrakis-Dune, che comparve nell’edizione italiana di Editrice Nord. Molto utili, ma forse difficili da pubblicare per motivi di spazio, sarebbero forse state anche alcune delle appendici del libro, in particolare la numero V con la terminologia dell’Impero che, in ordine alfabetico, fornisce definizioni e spiegazioni di alcune parole o concetti presenti nella storia.
In conclusione, questo adattamento di Dune sfrutta al massimo le potenzialità del fumetto, offrendo un’interpretazione visiva di alto livello, fruibile sia per coloro che hanno amato il Dune letterario, sia come punto di partenza per chi si avvicina per la prima volta all’epopea herbertiana. Del resto, la saga Dune non necessita di ammodernamento perché, come un cult cinematografico, sembra non passare mai di moda.
DAL LIBRO A…
Non è naturalmente un caso che la pubblicazione del graphic novel Dune sia stata programmata in contemporanea con l’uscita dell’omonimo e attesissimo film diretto da Denis Villeneuve (che dopo Arrival del 2016 e Blade Runner 2049 del 2017 compone, con quest’ultimo film, un’apprezzabilissima trilogia fantascientifica). È anche significativo il fatto che sia il fumetto, sia il film, si chiudano nello stesso punto, adattando cioè la prima parte del romanzo originale.
Ma già in passato l’opera di Herbert aveva attirato l’attenzione di altri media. Tutti ricorderanno ad esempio il Dune di David Lynch del 1984, con il Kyle MacLachlan di Twin Peaks nei panni di Paul Atreides. Al film seguirono una serie di videogiochi ma anche giochi da tavolo e un gioco di ruolo. Più recente (del 2000), la miniserie in tre parti Dune – il destino dell’universo di Sci-Fi Channel. Anche la musica ha omaggiato il cult fantascientifico con, ad esempio, la canzone To Tame a Land degli Iron Maiden (inserita nell’album Piece of Mind del 1983), ispirata al ciclo Herbertiano. E non c’è dubbio che altre iniziative vedranno la luce, in futuro.
C’è stata tuttavia anche un’iniziativa mai realizzata: l’adattamento cinematografico di Dune tentato negli anni Settanta da Alejandro Jodorowsky. Un’opera talmente colossale da rimanere incompiuta, ma con una lavorazione talmente affascinante da essere diventata oggetto del documentario Jodorowsky’s Dune di Frank Pravich (link).
Abbiamo parlato di:
Dune
Brian Herbert, Kevin J. Anderson, Raúl Allén, Patricia Martín
Mondadori Oscar Ink, 2021
176 pagine, cartonato, con alette, colori – 20.00 €
ISBN: 9788804736493