L’ultima onda, un capolavoro senza tempo per Nathan Never

L’ultima onda, un capolavoro senza tempo per Nathan Never

In un consistente volume disponibile in fumetteria e libreria, vengono riproposte tre grandi storie di Nathan Never, realizzate dalla coppia Bepi Vigna-Stefano Casini, fra cui “L’ultima onda”, che dà il titolo alla raccolta.

Mi sembra di rivedermi sedicenne. O almeno, mi piace immaginare il me stesso che nell’ottobre del 1993 si reca in edicola a comprare L’ultima onda, il #29 di Nathan Never, la prima serie bonelliana che ero riuscito a seguire fin dal numero d’esordio.
Ai disegni Stefano Casini, autore dal segno moderno che mi catturò da subito già nella prima storia doppia da lui disegnata, Operazione Drago ( #3 e 4); ai testi Bepi Vigna, che riversava sulla sua creatura le proprie influenze letterarie e che solo due mesi prima aveva mandato in edicola Cuore di tenebra, albo dolentemente ispirato al capolavoro di Joseph Conrad.
Il nuovo corposo volume da fumetteria e libreria dedicato all’Agente Alfa raccoglie proprio questo trittico di storie, tutte realizzate dal duo Vigna-Casini; si tratta di un’occasione unica per riscoprire non solo il valore di una delle pietre angolari dell’immaginario di Nathan Never, ma anche – per chi avesse già goduto di questo capolavoro al tempo dell’uscita in edicola – di riscoprire con gli occhi di oggi una vera perla della nona arte seriale italiana.

 

Back in 1993

Dopo aver letto L’ultima onda, il legame emotivo con Nathan divenne per me fortissimo. Fino a questo albo, la perdita di Laura Lorring – uno degli eventi centrali per la nascita del personaggio – non aveva avuto un background sufficientemente approfondito. Pur nella sua immane tragicità, e per quanto gli autori fossero riusciti a costruire un incastro tale per cui l’Agente Alfa non potesse liberarsi dal rimorso per il resto dei suoi giorni, sapevamo solo che Ned Mace l’aveva trucidata mentre Nathan era a letto con un’altra donna, condizione non sufficiente per comprendere la perdita che aveva subito.
Qui invece, grazie alla retrospettiva sugli anni dell’accademia nella fanteria dello spazio, scopriamo quale beffardo destino avrebbe poi atteso Nathan: quello di perdere, per proprie colpe, una persona che aveva prima conquistato sacrificando il suo rapporto umano fino ad allora più vero e importante, l’amicizia con Randy Nash.

Quanto ineluttabile dolore portava sulle spalle Nathan Never lo si capisce bene solo in questa storia, dopo la quale possiamo guardare a occhi spalancati dentro l’abisso delle memorie assieme al protagonista, e intuire empaticamente la portata del senso di colpa che lo afferrò alla vista del cadavere di Laura.

Avant-garde

Leggere L’ultima onda oltre quindici anni fa, quando ignoravo totalmente il significato di Gaudeàmus ìgitur, leitmotiv che Vigna sceglie per scandire le fasi del racconto, e leggerlo ora, a quarant’anni suonati, da un certo punto di vista non fa alcuna differenza. Ovviamente, la consapevolezza di lettore rispetto a ciò che viene raccontato è diversa, ma la storia per il resto mantiene intatta tutta la sua potenza narrativa, capace com’è di suscitare una serie di emozioni senza tempo, facendo leva su elementi potenti come la gioventù, l’amicizia e l’amore.

Grande merito va ai disegni di Casini, qui nel pieno del processo di sintesi del suo stile personale, capace di realizzare tavole di una potenza comunicativa straordinaria. Sono numerose infatti le sequenze mute, anche d’azione, i non detti tra i personaggi, le ombre sui loro volti, impossibili da restituire al lettore con quella carica emotiva senza quella sensibilità che l’autore riesce a instillare in ogni vignetta. Risfogliando oggi le tavole mi rendo conto di quanta modernità avesse Casini all’epoca, e soprattutto di quanto Nathan Never abbia dato al fumetto italiano: non si erano mai viste sequenze così spettacolari su un fumetto  da edicola.

Nella prefazione al volume, Vigna racconta di quanto Sergio Bonelli rimase stizzito nell’esaminare le tavole, concedendo poi comunque l’imprimatur solo dopo che lo sceneggiatore lo convinse della necessità narrativamente rilevante di creare le sequenze in quel particolare modo.
E fu una fortuna poter apprezzare la gara tra Randy e Nathan all’esterno della base (pp.326-329), chiusa da una splendida vignetta a tutta pagina con Nathan alla deriva, ripresa all’epoca nella copertina dell’albo di Claudio Castellini.
Oppure la doppia che racconta l’assurdo gesto nell’hangar da parte di Randy (pp. 368-369), costituita da due campi lunghi sviluppati in orizzontale, inframmezzata da una serie di vignette affiancate che zoomano su Randy fino al primo piano.
O ancora, Nathan che cavalca il surf per il suo amico (pp.377-381) le onde nere su cui sfreccia lungo le vignette, fino alla doppia di chiusura, che introduce l’ultimo flashback con un parallelo tra la tavola da surf che schizza via dalle onde e lo shuttle che decolla.

Perfect joint

A livello di meccanismo narrativo, poi, L’ultima onda è un vero gioiello.
I numerosi passaggi tra il passato e il presente, il modo con cui tali transizioni prendono forma, realizzato con vignette che sottolineano il cambio temporale per similitudine di soggetto e inquadratura, la scelta delle scene più adatte a presentare, nelle pagine a disposizione, i personaggi e gli sviluppi delle loro interazioni. Tutto funziona alla perfezione, senza tempi morti, senza riempitivi, tutto è esattamente al suo posto affinché il lettore possa godersi la storia fino al colpo di scena finale.
Conoscere il Nathan Never dei 28 numeri precedenti aiuta, come detto, a sviluppare un legame empatico con il protagonista, ma la magia di questa storia è anche nella sua autonomia, potendo essere goduta tranquillamente come una graphic novel di 96 pagine.
Tutto questo, oltre all’esperienza personale che ciascuno può ricavare in base alle proprie sensibilità, regala a L’ultima onda una sorta di immortalità.

Ciascuno di noi ricorda con affetto le storie che più lo hanno legato a un determinato personaggio. Te ne accorgi subito, quando chiudi la quarta di copertina, che hai appena letto qualcosa che immediatamente assurge a qualcosa di più che un frammento di una storia oggi quasi trentennale. La rileggi dopo anni e realizzi quanto l’hai interiorizzata, quella storia, al punto da influenzare anche il tuo modo di pensare, di vivere.
Ti accorgi che per duemilacinquecento lire, Vigna e Casini ti avevano regalato un vademecum su cosa significhi quella moneta, così intrinsecamente ardua da valutare e così maledettamente difficile da tenere nel palmo della mano, che si chiama giovinezza.
E non potrai mai ringraziarli abbastanza.

Abbiamo parlato di:
Nathan Never. L’ultima onda
Bepi Vigna, Stefano Casini
Sergio Bonelli Editore, 2019
400 pagine, brossurato , bianco e nero – 15,00 €
ISBN: 9788869614101

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