L’orda del tramonto: il Tex di Ruju e Roi

L’orda del tramonto: il Tex di Ruju e Roi

Nell'appuntamento annuale con il Texone stavolta tocca a Pasquale Ruju e Corrado Roi cimentarsi con il mondo di Aquila della notte, in un'avventura western dai toni dark

La prima volta con Tex

Cover RoiQualche anno fa, in un’intervista rilasciata a LoSpazioBianco, un maestro del fumetto italiano che risponde al nome di Giuseppe Palumbo disse: “Essere pronti a capire le esigenze di chi ti sta di fronte (il tuo editore, il tuo pubblico, il tuo personaggio) e interpretarle al meglio. Solo così resti te stesso e non sei più un mero esecutore.
Questo potrebbe essere uno degli assunti su cui si basano, sin dal loro esordio nel 1988, gli Speciali Tex, più noti come Texoni, albi di grande formato affidati a disegnatori italiani e internazionali di prestigio, chiamati a misurarsi con una figura iconica come il ranger ideato da GL Bonelli e Galep.
Tutti i maestri che, incontrando Tex per la prima volta nella loro carriera, hanno prestato il loro segno al personaggio e lo hanno interpretato applicando il proprio stile ad una visione personale dell’eroe bonelliano; alcuni cogliendo in pieno lo spirito di Aquila della Notte e del suo mondo, altri invece lasciando che la loro cifra stilistica, in un certo senso, “prevalesse”.

Talvolta i Texoni sono stati realizzati da professionisti della stessa casa editrice milanese e, nella maggior parte dei casi, la loro matita non era la prima volta che realizzava le tavole del personaggio. Pensiamo, tra gli altri, a Giovanni Ticci1, Bruno Brindisi2, Fabio Civitelli3, Andrea Venturi4.

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Corrado Roi e Tex

L’estate del 2014 ci porta, nella ventinovesima uscita dello Speciale Tex, il primo incontro con Aquila della Notte di un altro pilastro della casa editrice di via Buonarroti, uno dei maestri del fumetto italiano contemporaneo che proprio quest’anno festeggia i suoi 40 anni di carriera: Corrado Roi.
Se si pensa allo stile peculiare dell’artista lombardo, alle sue storie per Dylan Dog, Brendon e Dampyr, la prima sensazione è che niente di più lontano ci potrebbe essere dalle atmosfere western.
Roi, invece, applica alla perfezione la citazione di Palumbo che apre questo articolo: il disegnatore si mette completamente “al servizio” di Tex, sintonizzando il suo stile in un mood classico e adatto al genere letterario del personaggio. Il Tex che ne esce fuori, da un punto di vista grafico, è tradizionale, riconoscibile e, soprattutto credibile, nel suo aspetto, nei suoi gesti e nelle sue pose; lo stesso si può dire di Carson, il pard che affianca il protagonista in questa avventura a cui, se vogliamo, Roi regala ancora più classicità visiva del compagno.

07Si potrebbe dunque pensare che, secondo quanto appena esposto, il disegnatore lombardo si snaturi, in un certo qual modo si “freni” in questo suo ultimo lavoro.
Diventi “un mero esecutore”. Assolutamente no.
Corrado Roi resta se stesso e il suo stile resta ben riconoscibile. A partire dal suo modo peculiare di tratteggiare volti e ambienti con il suo segno graffiato, con forti contrasti di bianchi e neri per definire forme, volumi e tratti dei personaggi. Passando poi alle pose, con i personaggi fatti recitare sempre di fronte, di profilo o da dietro e mai, o quasi, di tre quarti. Per finire con il suo modo estremamente riconoscibile di inquadrare, nelle scene cariche di tensione, i personaggi, soprattutto gli antagonisti, visti di fronte, dal basso verso l’alto, a fargli riempire l’intera vignetta, per trasmettere al lettore il loro stato d’animo di terrore o di voglia di terrorizzare, a seconda dei casi.

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Qualcuno, magari sfogliando l’albo velocemente, potrebbe evidenziare che invece il western non sia proprio l’ambito di Roi, a causa della presenza di sfondi molto spogli nelle tavole; perché, per costoro, “un western senza sfondi è come una Colt senza pallottole”. Ma a un’attenta analisi visiva si può invece constatare che gli sfondi ci sono dove sono necessari alla narrazione. Dove ciò che preme allo sviluppo della storia è la recitazione dei personaggi, le espressioni dei loro volti, o i loro movimenti, lì il disegnatore minimizza lo sfondo, lo rende bianco o, come spesso usa nelle sue storie horror, lo segna con nette campiture bianche e nere, spesso ombre nate dall’ambiente in cui si svolge la scena. Questo aiuta il lettore a concentrarsi sulla dinamica dei protagonisti: 04l’assenza di sfondo non è quindi poca ricchezza del disegno, ma precisa e studiata scelta narrativa. Va anche detto che il formato più grande del volume, rispetto ai mensili Bonelli, accentua la sensazione di scarsità di sfondi: ma, appunto, è solo una sensazione, che svanisce dopo una lettura attenta.
Se invece qualche passaggio difficoltoso si può imputare a Corrado Roi in questo lavoro, lo si può ritrovare nelle tavole iniziali della storia, in cui gli stessi personaggi, in alcuni frangenti, perdono riconoscibilità tra una vignetta e l’altra e dove i cappelli di Tex e Carson, nella loro prima apparizione nella storia, possono far storcere il naso dei più puristi.

Alla riuscita dell’esordio di Roi in una storia di Tex contribuisce, senza dubbio, la sceneggiatura imbastita da Pasquale Ruju che, su un canovaccio espressamente “texiano” (i due pards sulle orme di una banda di assassini), ricama una narrazione fatta, per la maggior parte, di atmosfere crepuscolari e notturne, contaminando una tipica trama western-avventurosa con atmosfere che rimandano all’est del vecchio continente europeo e alle sue ambientazioni da racconto gotico. Alla fine, si può dire che Ruju è bravo a comporre una storia di Tex con elementi vicini all’esperienza di Roi.
Anche questa può, di primo acchito, sembrare una dissonanza, eppure Ruju riesce a costruire una vicenda perfettamente entro i canoni del genere avventuroso, in generale, e di quello di Tex, in particolare.
La stessa figura dell’antagonista, che, soprattutto in alcuni caratteri del volto, quali gli occhiali e la capigliatura, appare ispirato al “dandy” Dracula/Gary Oldman della pellicola di Francis Ford Coppola del 1992, si staglia ben definita all’interno dell’arco narrativo con una parabola evolutiva che, correttamente, si sviluppa e si esaurisce lungo tutta la storia.

Abbiamo parlato di:
Tex Speciale #29 – L’orda del tramonto
Pasquale Ruju, Corrado Roi
Sergio Bonelli Editore, Giugno 2014
240 pagine, brossurato, b/n – 6,50 €
ISBN: 977112365500240029

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  1. Tex Speciale #7 – Il pueblo perduto, 1994. Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi 

  2. Tex Speciale #16 – I predatori del deserto, 2002. Soggetto e sceneggiatura: Claudio Nizzi 

  3. Tex Speciale #27 – La cavalcata del morto, 2012. Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli 

  4. Tex Speciale #28 – I pionieri, 2013. Soggetto e sceneggiatura: Mauro Boselli 

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