Luigi Formisano è stato ospite della 33a edizione di Romics, dove ha portato il primo volume della sua prima storia originale: Nights, edito in Italia da Edizioni BD.
Ciao Luigi, grazie per essere qui con noi. Stai portando in Italia, grazie a Edizioni BD, la tua attuale serie sotto etichetta Image, Nights. Tu sei l’illustratore e Wyatt Kennedy è lo sceneggiatore, ma entrambi siete accreditati come creatori della serie. Quindi oltre al character design ti sei occupato anche del soggetto?
Sì, esatto. Dal 2021 parlo con lo sceneggiatore Wyatt Kennedy praticamente tutti i giorni. Lui mi ha visto su Instagram e mi ha contattato via mail con due idee da proporre ad Eric Stevenson di Image. Abbiamo lavorato ad entrambe e le abbiamo sviluppate, poi Eric ha scelto una delle due, appunto Nights. L’altra era una space opera, molto figa, che spero di poter riprendere prima o poi.
Visto che hai dato vita anche all’aspetto dei personaggi, ce n’è uno a cui sei più legato?
Mi sento molto vicino a Matt e Ivory, ma in realtà c’è un personaggio a cui non sono semplicemente legato ma… sono proprio io! Avevamo bisogno di un personaggio che doveva essere distrutto di mazzate (succede a pag. 48) e dato che a me piace non prendermi molto sul serio ho pensato di farlo con le mie fattezze. Ho creato questo personaggio con la personalità di un politico orribile e gli ho messo la mia faccia perché mi faceva ridere. Quel genere di americano bianco che ha in casa tutti quei memorabilia asiatici, che a lui piacciono ma non comprende, perché non apprezza davvero quella cultura. Gli ho fatto anche indossare una maglia con un kanji che praticamente è il corrispettivo di moron (termine offensivo nel gergo americano per intendere una persona molto stupida, ndr). Comunque a parte questo aneddoto, devo dire che sono legato a tutti e quattro i personaggi principali.
In superficie, la trama di Nights vede muovere quattro giovani in un mondo in cui avvengono fenomeni paranormali sotto gli occhi di tutti. Ma più in profondità, di cosa tratta?
Non è facile rispondere brevemente perché tratta di tante cose. In primo luogo è una lettera d’amore agli anime di fine anni novanta e a quel genere di storie che trattano di ragazzini lasciati a loro stessi. Penso che molti miei coetanei, cioè tanti millennials, siano accomunati da questa senso di abbandono, di non appartenere a un concetto, un ideale o a un sentimento. Nights vuole mostrare questa desolazione, rappresentata dalle storie di questi ragazzini che cercano di sopravvivere senza adulti in un Paese che non li accetta e non li accetterà forse mai.
E invece questa scelta di dividere la storia in stagioni da dove arriva?
Ci piaceva rievocare il senso di narrazione televisiva, di fatto sono degli archi narrativi ma abbiamo preferito adottare questa dicitura ancora una volta perché siamo affezionati alle serie degli anni novanta, sia anime che americane.
Avete già un’idea di quante stagioni saranno?
Per ora so solo dirti che faremo una seconda, e che ognuna sarà composta da due volumi.
Che direzione prenderà la serie in futuro e quali elementi ritieni che rimarranno immutati?
Abbiamo fatto un lavoro molto in profondità sui personaggi e soprattutto su dove volevamo che arrivassero emotivamente e fisicamente. Abbiamo già progettato il finale per ognuno di loro, su quello che ci sarà nel mezzo invece ci vogliamo tenere liberi per sfruttare al massimo le potenzialità di quello che abbiamo creato. Di base sarà una serie con un anima horror-sovrannaturale e per me è importante che rimanga in quel filone, ma se volessimo allontanarcene ogni tanto lo possiamo fare, sfruttando la natura episodica della serie.
Ti senti soddisfatto della strada che hai fatto finora con Nights?
Sì, indubbiamente! Per me è divertentissimo lavorare a Nights, perché ogni giorno è come lavorare su una cosa diversa. è un percorso che avrei voluto fare da ragazzino. Ho il privilegio di collaborare con il mio miglior amico, Wyatt Kennedy, e di giocare con i nostri giocattoli preferiti, di lavorare con un editore che ha totale fiducia in noi e ci dà carta bianca su tutto. Sono molto fiero di questo lavoro.
Pensi che avresti trovato la stessa fiducia con un editore italiano?
Secondo me sì, perché effettivamente è un tipo di storia di stampo più autoriale rispetto ai classici comics americani. L’unica cosa che sarebbe diversa sono i tempi di lavorazione: quando ho lavorato per Bonelli e Bugs Comics, disegnavo qualcosa che veniva pianificato a 6-7 mesi dall’uscita… mentre negli USA, quello a cui stai lavorando magari esce il mese dopo! In questo le case editrici italiane sono indubbiamente più organizzate e meno frenetiche
Toglici un’ultima curiosità: finora hai sempre avuto a che fare con storie horror, pensi che diventerà il tuo genere?
L’ho sempre amato come genere e credo che sia un ponte verso altri generi, almeno per me. Ti permette di raccontare storie ultra-realistiche, a volte persino comiche oppure di suspense. Non è mai una storia “solo horror”. Ed è un ponte anche con il lettore perché riesce a fargli accettare altri generi che potrebbe non conoscere. Non so se mi dedicherò solamente all’horror nella mia carriera, so per certo però che adesso ci sto lavorando molto volentieri.
Grazie del tempo che ci hai dedicato Luigi, ti facciamo tanti auguri per il futuro di Nights.
Luigi Formisano
Vive a Glasgow ,ma è nato a Napoli nel 1994. Debutta nel 2017 con Orfani: Sam per Sergio Bonelli Editore e poi con Bugs Comics disegna alcuni numeri di Samuel Stern. Dall’autunno 2023 ha iniziato a serializzare la sua prima storia creator-owned, sotto etichetta Image, insieme all’amico Wyatt Kennedy: Nights, pubblicato in Italia da Edizioni BD nell’ottobre 2024.