La redazione de Lo Spazio Bianco è composta, in primis, da lettori “forti”.
Ogni collaboratrice e collaboratore del sito legge molto di più di quanto riesce a scrivere e di quanto gli piacerebbe scrivere. Tante di queste letture sono spesso accompagnate da note o appunti, utili come schemi o embrioni di future analisi e recensioni.
Per non perdere queste analisi preliminari che tanti di noi fanno, ma soprattutto per dare spazio e visibilità a tutte quelle decine di fumetti che ogni mese escono oggi in libreria, fumetteria ed edicola ma a cui – giocoforza – non riusciamo a dedicare articoli completi, è arrivata la rubrica Letture in breve.
In ogni puntata ci troverete piccoli spot, teaser, microanalisi delle letture, recenti o meno, di vari spaziobianchisti.
Batman: Legends of the Dark Knight Collection II vol. 9 – Poison Ivy: Il ciclo della vita di Amy Chu, Clay Mann, Stephen Segovia, Seth Mann, Ulises Arreola et al. (Panini Comics, 2024)
La miniserie Poison Ivy: Cycle of life and death pubblicata in sei albi da DC Comics nel 2016, proposta da RW Lion all’interno dello spillato Wonder Woman e ristampata da Panini Comics tra i brossurati dedicati alle Leggende del Cavaliere Oscuro, si avvale del contributo di disegnatori molto validi come Clay Mann, Stephen Segovia, Robson Rocha, Ethan Van Sciver e Al Barrionuevo. Tutti gli artisti cercano di seguire le linee guida estetiche impostate da Mann e di elevare un racconto mediocre, che ruota attorno a un mistero poco coinvolgente, sviluppato attraverso le mosse scontate dei personaggi. Purtroppo le entrate in scena di Catwoman e Swamp Thing non bastano per migliorare il giudizio su una storia che accantona ben presto l’elemento più interessante, ossia la “maternità” di Ivy che, poiché fatica a capire gli esseri umani, decide di aiutare una pianta a “partorire” e di trattare come proprie figlie le nuove creature, dal suo punto di vista a lei più affini rispetto a uomini e donne.
Federico Beghin
Uk in a Bad Way di James Harvey (Oblomov Edizioni, 2024)
Una ragazza che si aggira con una pelliccia di gorilla per Londra, un senzatetto che sa fare incredibili trucchi di magia, festini a base di droga, musica anni ’80, vernissage artistici e divagazioni esistenzialiste. E ancora, una coppia di artisti e dandy alternativi – quasi dei Bonny e Clyde da salotto – che mette al mondo, in maniera del tutto inusuale, un bambino mostruoso. Sono questi i protagonisti delle due storie contenute nel volume Oblomov (oltre a quella che da il titolo alla raccolta, anche Mouth Baby) che mettono in luce il talento di James Harvey: stili completamente diversi, che spaziano da un bianco e nero tinteggiato di rossi fatto di segni precisi e dettagliatissimi e una costruzione densa fatta di tavole che giocano con le prospettive, ad altre in cui è il colore a definire i corpi e gli spazi, mentre le tavole si fanno più ampie e ariose. Muovendosi tra Jamie Hewlett e Glen Dillon, Harvey non è solo bravo a giocare con vari temi in maniera seria e faceta al tempo stesso, dramma e commedia che si intersecano in ogni dialogo, ma riesce anche a creare in poche pagine personaggi dai tratti fisici e personali esagerati e paradossalmente genuini in questa loro esagerazioni. Attraverso i loro occhi le società inglese e occidentale vengono scandagliate nel profondo, con scambi di battute taglienti e colpi di scena inaspettati. Una delle letture più strampalate, divertenti e inaspettate del 2024.
Emilio Cirri
Jekill e Hyde – Il bianco e il nero di Marco Cannavò e Corrado Roi (Lo Scarabeo, 2024)
Marco Cannavò e Corrado Roi continuano la loro reinterpretazione dei classici letterari dell’horror per Lo Scarabeo e, dopo Frankenstein e Dracula, tocca al capolavoro di Robert Luis Stevenson. Il segno inconfondibile e inquietante di Roi, ormai maestro indiscusso del genere, porta su pagina una vicenda che Cannavò, pur partendo dall’opera originaria, decide in parte di riscrivere e “contaminare” con efficacia, affiancando al protagonista un altro famigerato “mostro” della Londra Vittoriana.
Strutturando la maggior parte delle pagine con una classica griglia a tre strisce, flessibile per dimensione e sovrapposizione delle vignette, Roi mischia sapientemente erotismo e body horror e l’oscurità che pervade il suo stile riflette l’oscurità dell’animo dei personaggi della vicenda, siano essi protagonisti o comprimari.
Le atmosfere gotiche della capitale britannica dell’800 si sposano perfettamente con l’azzeccato character design che il fumettista sceglie per Mr. Hyde, che nelle espressioni si avvicina molto a un altro grande villain del fumetto occidentale, il Joker.
David Padovani
Scorched vol. 5 di John Layman e Stephen Segovia (Panini Comics, 2024)
Nuovo scrittore per la serie Scorched che però non perde il suo taglio spigliato e il suo focus sull’azione serrata. L’arco narrativo inizia in modo interessante, andando a presentare nuovi nemici riemersi direttamente dal passato dei protagonisti e arricchendo il background di questi ultimi con inediti retroscena. I problemi iniziano poco oltre la metà del volume, quando, dovendosi conformare ai macro-eventi dello Spawn Universe e al nuovo status quo venutosi a creare alla fine di Spawn #350, l’autore si vede costretto a lasciare in sospeso la storia che stava raccontando per portare la narrazione su una strada completamente diversa. Si tratta di un cambio di direzione fin troppo repentino che può lasciare spiazzati. Come sempre di alto livello l’apparato artistico, dove disegni dall’alto grado di dettaglio riescono a rendere giustizia agli intricati design di mostri ed eroi, oltre che a catturare appieno il dinamismo delle scene d’azione.
Marco Marotta
Zenit di Marìa Medem (Diabolo Edizioni, 2024)
Ogni giorno, quando il sole giunge al suo zenit, un ceramista e un vetraio si incontrano, separati da un lungo tavolo, e parlano delle loro creazioni, ma soprattutto della notte appena trascorsa e delle loro difficoltà nel dormire, delle loro ansie, del loro possibile sonnambulismo. In una atmosfera rarefatta e surreale, Marìa Medem crea un racconto in cui il tempo si dilata e viene riempito da un confronto serrato tra opinioni diverse e che, oltre a muovere il racconto per capire chi sia il responsabile della distruzione delle opere del vetraio, diventa anche modo per riflettere sul ruolo del lavoro, dell’arte e del benessere personale. Il senso di immobilismo e alienazione viene rafforzato dall’arte di Medem, che guardando sia all’underground spagnolo che a quello tipico del nord e dell’est Europa (in alcuni momenti il racconto ricorda alcune storie di Aisha Franza, Max Baitiger, ma anche Avventura sull’isola deserta di Maciej Sienczyk) tra il suo fascino dal minimalismo del tratto e delle espressioni, la rappresentazione di grandi e vuoti spazi aperti in cui le proporzioni si distorcono e si allungano, divisioni geometriche delle tavole senza alcuno spazio bianco, colori primari che scandiscono lo scorrere del tempo ma anche lo stato emotivo dei personaggi. Un fumetto più di atmosfere che di trama che ricorda quanto la scena spagnola sia viva, attiva e ancora poco considerata nel nostro paese.
Emilio Cirri
The last of us – Il sogno americano di Neil Druckmann, Faith Erin Hicks, Rachelle Rosenberg (Editoriale Cosmo, 2020)
Miniserie pubblicata da Dark Horse e scritta da Neil Druckmann, direttore creativo del successo videoludico The last of us, Il sogno americano narra l’incontro tra la protagonista Ellie e Riley, personaggio noto ai giocatori come agli spettatori della serie TV tratta dal videogioco. È un racconto lineare e semplice che riesce a presentare i personaggi e l’ambientazione in maniera soddisfacente, fornendo un piccolo approfondimento su quanto avvenuto prima degli eventi presenti nel gioco. I disegni di Hicks sono di stampo realistico ma con una certa influenza cartoonesca che risalta soprattutto nella resa dei volti e delle espressioni; i colori di Rosenberg rendono le tavole scure, quasi soffocanti, contribuendo così a far emergere l’atmosfera del mondo in cui si muovono i personaggi. Un fumetto realizzato con cura, indirizzato certamente agli appassionati del gioco o della serie TV, ma che con una minima conoscenza del contesto risulta godibile per tutti.
Ettore Gabrielli
Rodolfo Torti Artbook – Segni e disegni di una vita (Cut Up Publishing, 2025)
Dopo quello di Pasquale Frisenda, l’editore Cut Up pubblica un nuovo artbook dedicato a un altro maestro del fumetto italiano, Rodolfo Torti. È Roberto Dal Prà, amico del disegnatore e, soprattutto, suo sodale nella saga di Jan Karta, il detective tedesco degli anni ’30 le cui avventure su Orient Express e Comic Art hanno raggiunto un successo internazionale, a introdurre il volume e a fornire le coordinate del lavoro del fumettista.
Con 55 anni di carriera professionale alle spalle, Torti ha lavorato per serie come Rosco & Sonny (su Il Giornalino), il già nominato Jan Karta per poi approdare alla SBE nel 1989, lavorando nel corso di tre decenni su serie come Martin Mystére, Tex e Zagor.
Le decine di illustrazioni e varie tavole di fumetti raccolte nell’artbook, per la maggior parte in bianco e nero, svelano la cifra autoriale di Torti, una linea chiara composta da un segno minimalista e a tratti spigoloso, in cui il contrasto tra bianchi e neri pieni definisce volumi e profondità. Uno stile simile a quello di Giancarlo Alessandrini, collega di Torti tanto su Rosco & Sonny che su Martin Mystére.
David Padovani
Collo di bottiglia di Marco Quadri (Edizioni BD, 2024)
Nella sua graphic novel d’esordio, Marco Quadri costruisce un romanzo corale che non segue una trama precisa, bensì le vicende di un gruppo di personaggi che vive in perenne attesa di un misterioso evento prossimo venturo, con senso di speranza e di apocalisse al contempo. Nel frattempo le vite scorrono, tra noia, strani rituali e quotidianità spicciola. Una fotografia generazionale, ma riletta in chiave lievemente fantastica e allucinogena, divisa tra una placidità sospesa e un tensione lisergica. In questo mondo più o meno reale, più o meno credibile, gli spazi (quelli fisici, ma anche quelli creati dalle vignette) diventano protagonisti tanto quanto i personaggi che si muovono al loro interno: punti di contatto tra mondi diversi, tra città e natura, tra chiusura e apertura, tutto in sottile equilibrio tra spensieratezza e paura del futuro. Quadri parla del mondo che ci circonda – quello del cambiamento climatico, delle precarietà lavorative ed esistenziali, delle pandemie e delle teorie del complotto, tra le altre cose – con una lingua trasognata, tradotta in un disegno che si rifà all’underground contemporaneo statunitense e francese, fatto di linee e costruzioni geometriche al cui interno si muovono personaggi definiti da un tratto nervoso, quasi scosso da continue interferenze. Il colore, elemento cardine della narrazione e dell’estetica del volume, appare costantemente sfasato rispetto al segno, sempre acido ed esagerato, definendo una ambientazione fatta di silenzi ed evanescenze che parla del nostro tempo, fatto di solitudini e di riconciliazioni, di feste e di timori notturni, di magie che si intravedono nelle intercapedini del reale e di attese destinate a rimanere insoddisfatte.
Emilio Cirri
Per questa puntata è tutto. Vi diamo appuntamento tra quindici giorni, con nuove letture, brevi o lunghe che siano.