L’organizzazione internazionale “Un ponte per…” opera sin dal 1991 in vari teatri di guerra per sostenere progetti sociali e culturali insieme alle società civili del luogo. Il Kurdistan iracheno è forse uno dei più affascinanti, complessi e travagliati in cui l’associazione svolge la sua funzione, ed è qui che Claudio Calia ci porta per raccontarci storie di lotte quotidiane per un futuro diverso lontano dalla guerra. Nei dieci giorni di viaggio in tre città del Kurdistan, parallelamente all’attività di workshop sul fumetto, Calia raccoglie testimonianze di profughi, missionari e volontari con il consueto tatto ed empatia che contraddistingue i suoi reportage. L’autore sceglie di usare una forma di documentario in cui si nasconde dietro la pagina e ci mostra attraverso i suoi occhi, con due vignette al massimo per pagina, persone, luoghi ed esperienze. Nonostante il ritmo del racconto sia molto veloce e le scene si susseguano con rapidità, Calia restituisce una panoramica ben documentata della vita nel Kurdistan iracheno. L’estrema sintesi del tratto, lungi dall’essere realistico e che risente dell’influenza di autori come Scott McCloud e Guy Delisle, rende ancor più autentica la narrazione: con pochi segni, l’autore definisce le caratteristiche di ogni personaggio che ha di fronte, rendendolo riconoscibile. L’abbondanza del bianco sul nero, oltre a ricreare l’atmosfera arida e desertica del luogo, dona un senso di leggerezza, quasi a volere dire che c’è speranza oltre la guerra e il dolore.
Abbiamo parlato di:
Kurdistan – Dispacci dal fronte iracheno
Claudio Calia
BeccoGiallo – dicembre 2017
184 pagine, brossurato, bianco e nero – 16,50 €
ISBN: 9788899016586