Kim: sull’adattare magistralmente un classico

Kim è l’adattamento a fumetti dell’omonimo romanzo di Rudyard Kipling, realizzato da Valerio Rontini ai testi e Sergio Tisselli ai disegni. Sullo sfondo del conflitto politico tra Russia e Impero Britannico nel diciannovesimo secolo, la storia dell’orfano Kimball O’Hara si dipana tra vagabondaggi nel subcontinente indiano e intrighi politici, in un contesto narrativo tipicamente picaresco.
La scrittura di Rontini si attiene alle vicende del testo di partenza, riducendo per necessità la lunghezza di alcuni eventi e sottolineando a più riprese il tono da romanzo d’avventura dei dialoghi e mettendo bene in evidenza gli stilemi del genere, inserendo così la storia in schemi già rodati, senza imporre a tutti i costi atmosfere distanti o, peggio ancora, la propria voce di narratore.
I disegni del maestro Tisselli sono la forza centripeta dell’intero lavoro. Siamo di fronte a uno stile più misurato rispetto a titoli come Sul sentiero del tramonto e Marchiato dal diavolo: i personaggi sono definiti da contorni netti e si fondono meno con i paesaggi che li circondano, che spesso sono tesi verso un’espressione totalmente pittorica. Questa scelta è interessante perché da un lato mostra l’attenzione, tutta narrativa, rivolta verso i personaggi; dall’altro, permette a Tisselli di comporre veri e propri quadri, sfruttando gli acquerelli per veicolare le luci e le sfumature di un mondo fatto di colori sgargianti ma anche di zone d’ombra. Ogni pennellata è calibrata per trasmettere una particolare emozione o atmosfera, senza sbavature o eccessi.
In conclusione, si può affermare che Kim è un ottimo adattamento di un classico, compiuto da due autori che non solo hanno trattato la materia originaria con rispetto dedizione, ma che hanno dimostrato soprattutto una profonda conoscenza del mezzo fumetto nella gestione del rapporto tra testo e immagini.