In Kill a man, edito da AfterShock Comics, il microcosmo delle arti marziali miste diventa per gli sceneggiatori Steve Orlando e Phillip Kennedy Johnson il banco di prova su cui esplorare la complessità delle relazioni umane.
Presente narrativo: l’esperto campione in carica rivela a tutti l’omosessualità del suo giovane sfidante. Vent’anni prima: il padre del ragazzo, un lottatore omofobo, muore sotto i colpi del suo rivale omosessuale.
Il cortocircuito è chiaro: la EFC (Extreme Fighting Championship) non può accettare un eventuale campione gay né la madre di James riesce a perdonare il figlio per aver “tradito” il genitore. Nell’alternanza tra combattimenti, riflessioni e corruzione, discriminazione e desiderio di rivalsa prendono vita grazie all’immediatezza del disegno a volte stilizzato di Al Morgan. Lo spazio nero tra le vignette incornicia colori non sfumati e pesanti, quali rosso, viola e grigio, metafore di una tensione elevata, di una libertà costantemente limitata.
L’artista trasmette l’intensità dei match attraverso la densità, ossia con la presenza di quadrati piccoli oppure con la ripetizione delle figure, colte mentre eseguono le mosse e sferrano i colpi.
Durante la sfida decisiva, gli schemi compositivi saltano in un tourbillon di movimenti: i personaggi si fronteggiano sul ring, con attorno a loro volti sfigurati che assistono all’azione. Malgrado il risultato torbido dell’incontro, il fumetto è chiaro ed efficace tanto nella narrazione quanto nella trasmissione di un messaggio inclusivo.
Abbiamo parlato di:
Kill a man
Steve Orlando, Phillip Kennedy Johnson, Al Morgan
AfterShock Comics, 2020
128 pagine, brossurato, colori – 17,99 $
ISBN: 9781949028478
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