Jean-Michel Charlier e Jean Giraud – Il fantasma dai proiettili d’oro (Blueberry)

Jean-Michel Charlier e Jean Giraud – Il fantasma dai proiettili d’oro (Blueberry)

Il fantasma dai proiettili d’oro è una delle storie più belle della saga di Blueberry: il ritmo coinvolgente e gli stupefacenti disegni di Gir ci riportano nel selvaggio west.
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Mondadori, 1978 (Francia, Le spectre aux balles d’or, 1972)

Inutile fare progetti! L’unica cosa certa è una corda che t’aspetta!
(Blueberry)

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Jean-Michel Charlier e Jean “Gir” Giraud.

Il fantasma di proiettili d’oro è il sequel della precedente avventura di Blueberry La miniera del tedesco eppure, da un punto di vista narrativo, è da preferirsi a quest’ultima. L’azione si svolge praticamente tra i monti della superstizione, in territorio indiano ma gli Apache compaiono solo in una manciata di tavole; tutta la storia è praticamente retta dai due protagonisti Blueberry e il compagno di ventura Jimmy McLure e dall’antagonista Werner Amadeus Von Luckner detto “Prosit”, inseguito dai due, prima catturato, poi nuovamente a piede libero fino al beffardo finale tra vari colpi di scena in cui compare un fantasma che spara proiettili d’oro e per questo temuto dagli Apache.

Una serie come quella di Blueberry è come una di quelle estrazioni alla lotteria, con la differenza che qualunque numero pescherete sarete comunque fortunati. E con il personaggio creato da Charlier e Giraud qualunque sia storia che si sceglie di leggere è praticamente impossibile rimanerne delusi perché fin dalla prima avventura, Fort Navajo i due autori hanno creato uno dei migliori western europei; descrizione storica rigorosa, impostazione letteraria d’alto livello e disegni che si commentano da soli per l’ampia sequenza d’inquadrature dal taglio realistico e incisivo. Non per niente dietro il nome di Jean Giraud si nasconde Moebius e credo che non ci sia bisogno d’aggiungere altro.

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Primi piani, azione, ritmo ed espressività nelle splendide tavole di Gir.

Blueberry è un personaggio anticonformista; ben presto si libererà della sua divisa militare, abbandonerà l’esercito dedicando le sue giornate a dare la caccia a banditi e prepotenti di ogni tipo, simpatizzando più per gli indiani vittime dei costanti soprusi dei bianchi.

Il fantasma dai proiettili d’oro è una storia mozzafiato, ambientata, come dicevo prima, tra i monti della superstizione e con buona parte dell’azione svolta di notte; il ritmo è sempre serrato e le sequenze sono sempre di gran classe come in tutte le storie di Blueberry. Tuttavia questa rimane tra le mie preferite proprio per l’incredibile abilità di Charlier di essere riuscito a costruire una storia con pochissimi personaggi e dando grande rilievo all’ambientazione che assume toni spettrali e minacciosi; merito anche dei favolosi disegni di Giraud (che per Blueberry usava firmarsi Gir), ricchissimi nei dettagli e che alternano serrati primi piani a splendidi campi lunghi, ottime sequenze d’azione a momenti più introspettivi, senza che la storia cali mai di tono. E in quest’avventura si vede più che mai la malvagità di uno dei cattivi più riusciti delle avventure di Blueberry, Prosit, balordo senza scrupoli, preoccupato solo di riempirsi le tasche dell’oro nascosto in qualche posto nella miniera del cavallo morto: bella e agghiacciante la sequenza in cui nasconde un serpente nello stivale di un suo nemico per poi farlo morire lentamente in balia del veleno.

Una storia perfetta, impeccabile, che ancora una volta mostra il talento di una coppia di europei con un genere che è, in tutto e per tutto, americano; Ma Charleir Giraud con tutta la saga di Blueberry, hanno realizzato un capolavoro western proprio come quindici anni prima aveva fatto un’altra formidabile coppia di europei, Gianluigi Bonelli e Galep creando Tex Willer, e come faranno esattamente quindici anni dopo un’altra coppia d’europei, Berardi Milazzo con il loro Ken Parker.

Per quanto mi sforzi non ricordo un fumetto western americano che possa anche lontanamente avvicinarsi a Blueberry. E soprattutto alle sue splendide avventure.

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Grande senso d’azione e profondità di campo in una vignetta di Jean Giraud.

Curiosità

La saga di Blueberry è composta da 29 volumi; fino al numero 23 scritti e disegnati da Charlier e Gir, dal numero 24 completamente realizzati da Gir.

Il volto di Blueberry ricorda parecchio, soprattutto nelle avventure iniziali, quello dell’attore francese Jean-Paul Belmondo. Il vero nome di Blueberry è Mike Donovan.

Oltre alla serie regolare esiste anche una collana di volumi dedicata alla giovinezza di Blueberry: al momento sono una ventina di storie di cui le prime tre furono realizzate da Charlier e Gir; dopo l’abbandono di quest’ultimo i disegni furono affidati a Colin Wilson che li disegnerà fino al numero 9, sostituito poi da Michel Blanc-Dumont. Dopo l’improvvisa morte di Charlier (che aveva sceneggiato la giovinezza fino alla sesta storia) succedette lo sceneggiatore François Corteggiani.

Esiste una terza e breve serie dedicata al personaggio: Marshal Blueberry, tre storie scritte da Giraud e disegnate da William VanceMichel Rouge.
Il fantasma dai proiettili d’oro e il precedente La miniera del tedesco sono stati alla base della trama del film Blueberry del 2004 con Vincent Cassel, neanche lontanamente paragonabile al fumetto.

Esiste anche una serie, Lieutenant Blueberry, realizzata da Johannesburg Sfar e Christophe Blain, di cui il primo episodio, Vendetta Apache è stata pubblicata sulle pagine del nuovo Linus nel 2020.

Edizione consigliata

L’edizione di Alessandro Editore sarebbe, forse, da preferirsi in quanto molto più recente e realizzata con tecniche di stampa all’avanguardia. Tuttavia resto fedele alla collana “Le avventure del Tenente Blueberry” della Mondadori perché per essere un volume del 1978 è fatto bene: formato grande, cartonato e con la traduzione della bravissima scrittrice Alba Avesini. Mi piace pensare che una biblioteca del fumetto abbia una varietà d’edizioni realizzate nel corso degli anni.

Altre edizioni

Oltre quella di Alessandro nel 2013 l’Editoriale Aurea ha racchiuso in un unico albo da edicola sia Il fantasma dai proiettili d’oro che la precedente avventura La miniera del tedesco. Visto il prezzo molto basso l’acquisto conviene.

Negli anni’ 80 (se non erro) la casa editrice Nuova Frontiera pubblicò la storia sia come Le Avventure del Tenente Blueberry sia come Collana Eldorado (Totem-Comics).

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