Andrea Meucci è laureato in storia, ha frequentato un corso da sceneggiatore e scritto alcuni fumetti autoprodotti. Giorgio Carta è studente della Scuola Internazionale di Comics di Firenze. Insieme hanno realizzato l’autobiografia di Renato Serra, in uscita a luglio per Kleiner Flug, dedicata allo scrittore e critico letterario cesenate ucciso durante la Prima Guerra Mondiale a soli 31 anni. Lo Spazio Bianco ha incontrato i due autori presso lo spazio espositivo Aut di Prato per parlare di quest’opera.
Buongiorno ragazzi e grazie per averci concesso questa intervista. Partiamo dalla vostra opera in uscita per Kleiner Flug, ovvero Renato Serra. Lo scrittore cesenate è una figura sconosciuta ai più, ammetto di aver dovuto cercare su Internet per sapere chi fosse. Come mai la scelta è ricaduta su questo personaggio?
GC: Ci siamo ritrovati a lavorare su questo personaggio, in realtà, perché è arrivata a Kleiner Flug una richiesta dalla biblioteca Malatestiana di Cesena che era intenzionata a realizzare una biografia su questo critico letterario. Da lì la scelta è ricaduta prima su Andrea, che si è occupato dei testi e poi su di me, che ho vinto un concorso il cui premio consisteva nella realizzazione di questo fumetto, e quindi ci siamo conosciuti un po’ così.
La storia di Serra è tragica e molto breve: uno studioso di belle speranze ucciso a soli 31 anni. Sembrerebbe che ci sia poco da raccontare in una vita così poco vissuta. Che taglio avete deciso di dare a questa biografia e quali temi vi ha permesso di affrontare?
AM: Renato Serra è sì una biografia, ma ha un tema molto preciso, che è il valore del tempo. Questo ragazzo muore giovanissimo in guerra, aveva tanti progetti e tante idee ma aveva scritto pochissimo prima di allora. La storia inizia con la sua morte, non perché sia tutto in prospettiva ma perché l’argomento centrale è quello di vedere quanto il tempo scorra veloce verso un finale assolutamente imprevedibile, che brucia la vita di una persona a 31 anni e le impedisce di realizzarsi. Questo è il concetto fondante. Ma non è una storia triste. Ho cercato di rendere il personaggio interessante, uno a cui affezionarsi, è come se la telecamera fosse fissa su di lui, lo seguiamo dall’inizio alla fine e ho provato a renderlo vivo. Non c’è dolore nella storia, se non alla fine. È la storia di un ragazzo che non è mai diventato un uomo, era pieno di immaginazione e di gioia, e tutto questo c’è nella storia, che alla fin fine è serena.
Giorgio, per quanto riguarda lo studio grafico dei personaggi e la rappresentazione della storia, dove hai trovato le idee che ti hanno ispirato?
GC:È stato un connubio molto felice quello tra me e Andrea, nel senso che ci siamo ritrovati con le stesse intenzioni senza consultarci. Lui aveva scritto la storia prima e voleva tenerla tutta a livello del personaggio come una camera fissa. Queste indicazioni a me sono arrivate subito leggendo la sceneggiatura e quindi ho creato questo personaggio, una via di mezzo tra disegno realistico e caricaturale, visti anche gli intermezzi surreali. Ho studiato arte, tanti quadri che si potessero rifare a quel periodo, e ciò che più mi ha ispirato sono i quadri di Modigliani, infatti i personaggio hanno tutti il collo allungato. Come detto prima, la scelta registica è stata quella di tenere la camera a livello personaggio, ci pochissime prospettive a volo di uccello o cambi bruschi, come se fossimo noi a vedere con i suoi occhi.
Questa storia parla di un personaggio legato al mondo della letteratura, inserendosi nell’offerta della casa editrice Kleiner Flug. Il fumetto diventa quindi strumento divulgativo: voi come valutate la sua efficacia sotto questo aspetto?
AM: Il fumetto è un medium, un mezzo, può essere usato per tante cose, come la divulgazione di personaggi più o meno importanti. In ambito letterario, Renato Serra è conosciuto, ma non così conosciuto al di fuori. Dal mio punto di vista, è stato anche divertente poter fare emergere un personaggio che non ha moltissimo seguito, ed è interessante parlare di un soggetto sconosciuto. Se mi avessero offerto di parlare di una figura più conosciuta, nonostante tutti i pregi che può comportare, mi sarei divertito forse meno, perché il poter offrire un personaggio a 360 gradi a un pubblico che non lo conosce è una sfida più interessante. Quindi sì, il fumetto dovrebbe essere usato anche per questo, far conoscere personalità esistenti poco sconosciuti.
GC: Ho molta fiducia nel fumetto come strumento divulgativo. Penso che il mio primo approccio alla Divina Commedia sia stata la versione a fumetti di Marcello Tolinelli pubblicata sul «Giornalino». Tra l’altro ci troviamo molto d’accordo con Alessio [D’Uva], direttore della casa editrice, nell’utilizzare i fumetti in questo modo, facendo laboratori nelle scuole e per i bambini. Penso sia uno strumento valido anche per togliere la polvere da certi argomenti e personaggi.
Kleiner Flug punta su questi temi, ma anche su autori esordienti. Come è avvenuto l’ingresso nel mondo del fumetto? Come è stata la vostra collaborazione?
AM: Ho scritto una sceneggiatura di 60 tavole con i vari editing e dopo ho conosciuto lui (Giorgio Carta) [ride] perché prima non lo conoscevo. Per quanto mi riguarda, non ci sono state grosse difficoltà o cose da correggere, lui ha preso la sceneggiatura e l’ha interpretata benissimo, quindi è andato tutto liscio. La ricerca di documentazione, nonostante il personaggio non sia conosciutissimo, non è stata difficile: la biblioteca Malatestiana ci ha dato un aiuto a ricostruire e organizzare le informazioni e per me, che sono uno storico, questo lavoro non ha rappresentato un grosso problema.
GC: Tutti e due abbiamo militato nelle autoproduzioni e nei piccoli editori, mentre ora ritrovarsi a curare un intero libro è stato impegnativo, ma anche divertente, quasi un passaggio naturale per una cosa che avevamo voglia di fare.
E infine l’ultima domanda, anche se forse prematura: siete a lavoro su qualche nuovo progetto?
AM: Io sì! [ridono] Il problema dello sceneggiatore è che deve lavorare a molti progetti contemporaneamente, per esempio ora sto lavorando anche su qualcosa per Kleiner Flug. Posso dire che faremo il Lago dei Cigni, in una versione commedia sofisticata, non posso aggiungere altro. Però non è solo per appassionati del balletto.
GC: Io ho in cantiere altri progetti con Andrea, di tutt’altro genere, come un libro illustrato e un lavoro a fumetti per ora top secret. E poi ho in mente di rispolverare altre idee rimaste nel cassetto su cui ancora non mi sbilancio.
Grazie mille per il tempo concessoci e alla prossima! Di seguito, un’anteprima del volume in uscita a luglio.
Intervista svolta presso lo spazio espositivo Aut di Prato il 21 maggio 2015