Alex Bertani è tra i dirigenti di Panini Comics. Nel 1994 è entrato in Panini (allora Marvel Italia) rivestendo diversi ruoli fino a quando nel 2016 ha assunto la direzione del “Mercato Italia – Publishing”. Dal 2018 è direttore di Topolino, subentrando a Valentina De Poli.
All’edizione 2019 della fiera milanese Cartoomics, nel corso di quella che è da considerarsi la prima uscita pubblica “a tutto tondo” del nuovo direttore di Topolino Alex Bertani, tra una conferenza e l’altra, riesce gentilmente a concederci qualche minuto del suo tempo per rispondere ad alcune domande.
Lo abbiamo incontrato presso lo stand Panini-Disney, per chiedergli dei suoi primi mesi in questo nuovo ruolo.
Buongiorno e grazie per la disponibilità.
Innanzitutto, cosa vuol dire per lei essere direttore di Topolino? Tra le tante “forme” che ha assunto la rivista negli anni, a quale guarda con maggior attenzione per l’impronta che gli vorrà dare?
Essere direttore di questo settimanale è, come dico spesso, innanzitutto un grande onore ma nel contempo anche una grande responsabilità: Topolino è un “classico” dell’editoria per ragazzi, un giornale che tutti conoscono e che rappresenta un punto di riferimento importante per il mondo dei fumetti.
Penso che ognuno, dentro di sé, abbia il proprio “Topolino del cuore”, che in genere coincide con quello che ha conosciuto per la prima volta, che lo ha conquistato.
Io mi ricordo del Topolino delle grandi storie e saghe a fumetti: eravamo a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, l’epoca in cui al giornale collaboravano autori destinati a fare la storia del fumetto Disney (e non solo) come Romano Scarpa, Massimo De Vita, Giorgio Cavazzano, ma anche grandi scrittori come Guido Martina, Rodolfo Cimino, Giorgio Pezzin e tanti altri. Il mio Topolino di riferimento rimane quello. Ai tempi era una lettura quasi imprescindibile per ogni ragazzo, uno strumento incredibile di enormi potenzialità, capace nel contempo di divertire ma anche di fare divulgazione ed essere strumento formativo. Io allora ero un bambino e fui affascinato e rapito dal primo contatto con certi temi, certe ambientazioni, certe atmosfere.
Chiaramente occorre avere la capacità di reinventarsi; con il tempo cambiano le persone, i contesti e anche il modo di divertirsi. La sfida è riuscire a non restare immobili, continuare a guardarsi intorno, con attenzione alle evoluzioni del linguaggio e delle modalità di intrattenere, che non vuol dire solo mostrare il cellulare invece del telefono a scatti, è un discorso molto più complesso.
I ragazzi di oggi non sono quelli degli anni Settanta, leggono meno e con più fatica, la ricetta non credo sia quella di ripetere quello che è stato fatto in passato ma attualizzare quel grande potenziale di humor, divertimento e avventura di questi meravigliosi personaggi.
Può darci qualche anticipazione su quello che vedremo su Topolino nel 2019?
Sicuramente uno dei punti focali sarà la grande attenzione data alla produzione delle storie a fumetti, che sono il cuore di questo giornale. Mi piacerebbe riuscire a raccontare grandi storie, capaci di divertire ed emozionare il pubblico, capaci di farci vedere con sempre grande profondità e accuratezza la personalità di eroi amati e di grande spessore. Gli spunti non mancano.
Tra queste stiamo lavorando per esempio con Marco Gervasio al rilancio di Paperinik, per ritrovare lo spirito del personaggio che secondo me negli anni si è un pochino perso: un po’ più Paperino e un po’ meno supereroe.
Anche le nuove storie del Papersera saranno un bell’appuntamento. Corrado Mastantuono è un grande autore e sta contestualizzando l’attività dei nostri giornalisti pasticcioni nel mondo di oggi con risultati esilaranti. Trovo che l’ambientazione giornalistica dia il “la” per raccontare e leggere aspetti importanti del nostro quotidiano.
Poi Casty, che continuerà a raccontarci il suo Topolino classico, molto legato alla tradizione ma nel contempo modernissimo e ricco di storie piene di suspense.
Infine ci sarà una lunga e divertente saga con protagonista Paperino e nipoti, scritta da Bruno Enna e ambientata tutta qui in Italia, in diverse città, che penso sarà molto seguita. Il nostro Paese ha dato i natali ad alcuni dei migliori autori disneyani al mondo e oltre il 70% dell’intera produzione di fumetti Disney viene realizzata in Italia: così mi è sembrato giusto farli venire qui in visita.
Ma l’idea è di chiedere un po’ a tutta l’incredibile squadra di autori di grande caratura che abbiamo di lavorare per produrre storie sempre più innovative e ricche di emozione, quello che vi ho raccontato è solo la piccola punta di un iceberg… i “cantieri aperti” sono tantissimi.
Quali sono i personaggi Disney che le piacciono di più?
A sorpresa ti dico Qui, Quo, Qua. Sono cresciuto e vivo a Cavriago, un piccolo paesino nelle campagne di Reggio Emilia. Da bimbo, per problemi logistici, non avevo possibilità di frequentare molti amici, ero spesso solo (beh… in compagnia dei miei fumetti, dai!), così ammiravo e un po’ invidiavo quei tre fratellini così in gamba; sempre assieme, sempre in compagnia, sempre così uniti.
Ringraziamo Alex Bertani per il tempo dedicatoci.
Intervista realizzata dal vivo a Cartoomics 2019