G.O.D.S. – L’ennesima emozione interrotta di Hickman

G.O.D.S. – L’ennesima emozione interrotta di Hickman

Il progetto cosmico di Jonathan Hickman e Valerio Schiti ha avuto una conclusione prematura: proviamo ad analizzarne i motivi.

Dopo S.H.I.E.L.D. e la gestione poco più che biennale dell’era mutante di Krakoa in Marvel, The Manhattan projects e The Black Monday Murders sul fronte Creator Owned, G.O.D.S. è stato l’ultimo progetto di Jonathan Hickman a nascere con grandi ambizioni e chiudere con la loro frustrazione, parziale o totale o finire in un limbo nel quale se ne perdono le tracce. In questo approfondimento ne analizzeremo le caratteristiche cercando di capirne i punti deboli.

Contesto

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Ideata da Hickman, co-creata insieme a Valerio Schiti con i colori di Marte Gracia e il lettering di Travis Lanham, la serie G.O.D.S. fu annunciata e promossa come The Next Big Thing del creatore di tanti grandi progetti della Casa delle idee.
Con il tipico rifiuto dell’understatement, nel maggio 2023 la casa editrice dichiarava che la serie, presentata come il “Sandman della Marvel”, intendeva “dramatically redefine Marvel’s pantheon of cosmic beings and masterfully deconstruct the forces behind reality” (“ridefinire drammaticamente il patheon Marvel degli esseri cosmici e decostruire con maestria le forze che fondano la realtà”); per lanciare il progetto, a ridosso del debutto i suoi personaggi apparvero in cameo in dieci testate Marvel.
I comunicati stampa iniziali non chiarivano la lunghezza della serie, ma già a febbraio 2024 iniziarono a circolare voci sulla sua chiusura con l’ottava uscita, cosa puntualmente avvenuta. Tuttavia, nella pagina delle lettere dell’albo di maggio 2024, Martin Biro, editor della serie scrive: “And so we come to the close… for now. For the gods and their avatars still walk among us and will return” (“E così siamo arrivati alla conclusione… per ora. Perché gli dei e i loro avatar camminano ancora fra noi e torneranno”). In altre parole, la serie è chiusa, ma il racconto continuerà, sebbene non siano date indicazioni né sui tempi né sui modi.

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Fig. 1. Lo schema dell’universo di G.O.D.S.. Questa immagine è quello che resta della passione di Hickman per le infografiche. Jonathan Hickman, Valerio Schiti, G.O.D.S. n. 7 p. 11. Marvel, Panini Comics 2024.

Effettivamente, la natura dell’ultimo albo non contraddice questo impegno: l’incipit è ambientato mille anni nel futuro, quando tutto l’universo sembra essere andato in sfacelo; da lì, il protagonista si muove a ritroso nel tempo attraverso tappe fondamentali della sua vita, fino a un momento che gli offre l’occasione di cambiare il futuro e su questa scena si chiude l’albo. Siamo quindi di fronte a una sorta di cliffhanger, sconfortante come chiusura ma anche interpretabile come promessa di un rilancio. Tuttavia, mentre da una parte nessun filo – con una possibile eccezione – è chiuso e tutto ciò che è avvenuto nello iato fra gli ultimi due numeri resta di fatto non chiarito, dall’altra il destino dei due protagonisti è definito e l’idea di riaprire i giochi in una linea temporale alternativa porterebbe il racconto ben lontano dalle coordinate iniziali e dalle aspettative comunque create nei primi sette episodi.

Per paradosso, un seguito sensato del progetto dovrebbe ripartire cancellando l’ultimo episodio e muovendo dal settimo. Data questa natura particolare dell’ultimo albo, le considerazioni che seguono si concentrano sui primi sette.

La vicenda

G.O.D.S. si nutre della tradizione Marvel, riprendendo idee e personaggi ai quali dà forma e, soprattutto, uno scenario di relazioni intricato e complesso, nel quale svilupparle. L’universo marveliano ci è presentato in un’illustrazione (Fig. 1), come definito da tre assi, ciascun estremo dei quali indica uno dei poteri fondamentali: Magia/Scienza, Nascita/Morte, Bene/Male (#7, p. 11).
Sebbene “bene” e “male” siano citati fin dall’inizio, in realtà il racconto ci presenta la relazione fra Magia (“Le Autorità Superiori”, in originale: “The Powers that Be”) e Scienza (“L’Ordine Naturale delle Cose”, in originale: “The Natural Order of Things”): questi due poteri appaiono in lotta e al contempo necessari l’uno all’altro, poiché l’esistenza dell’universo dipende dal loro equilibrio. Ogni potere agisce nell’universo fisico attraverso degli agenti. Particolare importante, l’agente della Magia detto Avatar) deve essere assistito da un agente della Scienza.

I due protagonisti principali della storia sono Wyn, l’avatar della Magia, e la sua ex moglie Aiko, diventata membro (ovvero “Centivar”) del Ordine. Di fronte alla scelta della ex compagna, Wyn le propone di svincolarsi insieme dal ruolo di pedine usate dai poteri superiori e di mantenere salda la loro relazione – offerta che Aiko rifiuta senza esitazioni (#1, pp. 24-26). Negli episodi successivi, seguiamo una serie di scontri fra gli agenti di Magia e Scienza e quelli di altri poteri, che aprono squarci sulla storia dell’universo e sulle vicende personali sia dei due protagonisti sia di due personaggi che con essi si muovono: Dimitri, innanzitutto, l’assistente di Wyn e poi Mia, una ragazza i cui poteri la destinerebbero ad entrare nei ranghi delle Autorità, ma che Aiko recluta per l’Ordine, violando una delle prassi fondamentali che regolano le relazioni fra i due poteri (Fig. 2).

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Fig. 2. Aiko recluta Mia, violando i patti fra Potere e Ordine; le conseguenze porteranno Aiko a una profonda crisi. Jonathan Hickman, Valerio Schiti G.O.D.S. n. 2 p. 26. Marvel, Panini Comics 2024.

Da queste premesse le ragionevoli dinamiche dell’intreccio appaiono evidenti, innescate dalla dissonanza fra la rivalità dei poteri e gli obiettivi dei singoli personaggi: una serie di percorsi individuali che mescolano ambizioni, frustrazioni, speranze, rimpianti e rimorsi, sullo sfondo di una lotta tra entità superiori che rischia di distruggere la struttura attuale dell’universo.
Per chi segua l’opera di Hickman, una delle promesse più accattivanti e interessanti di G.O.D.S. è proprio il focus particolare sui personaggi, l’esplorazione delle loro personalità e delle loro relazioni, di come queste evolvano, rispondendo a ciò che accade. Di come, poi, ogni scelta sia messa in discussione di fronte alle sue conseguenze sulle loro vite. Se questa è una aspettativa verosimile, basata su quanto leggiamo nei primi due episodi – e i dialoghi sono didascalici nel dichiararlo -, il seguito non offre particolare conferma e si smarrisce nella presentazione di eventi apparentemente accessori, che, se da una parte aprono finestre sullo scenario, dall’altra finiscono per procrastinare lo sviluppo del racconto principale. Se il rapporto fra Wyn e Aiko promette il fascino di una storia d’amore in ambiente ostile, questa si smarrisce ben presto in un andamento carsico, così come le suscitate aspettative di una esplorazione di caratteri ed esistenze sono tradite in favore di una più ordinariamente hickmaniana messa in scena di relazioni di potere e allusioni a “Cose Grandi e Oscure”.

Dare corpo all’indicibile

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Fig. 3. Scottie Young ironizza sulla somiglianza fra Wyn e Strange nella sua copertina alternativa per G.O.D.S. n. 1. Marvel, Panini Comics 2024.

Sicuramente il compito di mettere su pagina concetti astratti non era semplice, eppure il lavoro di Valerio Schiti, con il fondamentale contributo di Marte Gracia ai colori, rappresenta uno dei punti di forza principali della miniserie. L’evoluzione stilistica di Schiti nel corso degli anni è indubbia, tanto da farne uno degli artisti di punta della Casa delle Idee: oltre ad aver firmato alcuni dei maxi eventi più rilevanti degli ultimi anni, come Empyre e Judgment Day, aveva già collaborato con Hickman alla miniserie che ha segnato il suo addio ai mutanti di Krakoa, Inferno, oltre che a vari numeri della sua lunga run su Avengers. Anche su G.O.D.S. la sua arte e il suo character design funzionano al meglio, consegnando tavole che coniugano la spettacolarità richiesta dal plot a una efficace caratterizzazione dei personaggi nelle singole scene: una qualità, questa, che in alcuni passaggi viene un po’ smorzata dalla verbosità della sceneggiatura, che spesso cade nel didascalico e che avrebbe certamente potuto affidarsi maggiormente al lavoro narrativo del disegno. La pulizia del tratto e le scelte cromatiche definiscono una generale freddezza ambientale, che trasmette l’idea dell’alterità delle potenze in lotta, il loro distacco rispetto a tutto ciò che è umano, ridotto a insignificante pedina della scacchiera multidimensionale su cui si svolge il loro Grande Gioco.

D’altra parte, nell’ottica della definizione dell’identità della serie, una debolezza significativa è la caratterizzazione visiva dei due protagonisti, Wyn e Aiko: il primo finisce per assomigliare troppo a Doctor Strange o a Tony Stark, nonostante l’ottimo lavoro di character design eseguito da Schiti soprattutto a livello di abbigliamento (Fig. 3), mentre la seconda risulta non solo generalmente poco espressiva ma anche, nel suo biancore dai riflessi metallici, una debole eco della Regina Bianca Emma Frost.

L’equivoco seriale

Da quanto scritto sopra, il patto che G.O.D.S. stabilisce coi lettori sembra ben definito da subito: che cosa, quindi, può aver allontanato gli stessi? La nostra ipotesi è che in primo luogo, molto banalmente, innanzitutto G.O.D.S. sia un racconto pensato per la pubblicazione in volume e invece proposto come seriale; secondariamente che, nonostante le indicazioni della campagna promozionale, sia una storia autonoma strumentalmente collocata nell’universo Marvel; e infine, che soffra di uno stile di scrittura troppo verboso anche rispetto agli standard dell’autore.
Dal primo punto deriva un ritmo narrativo non sincronizzato su quello di lettura; dal secondo una definizione non sufficientemente caratterizzata del protagonista e l’effetto di artificiosità delle apparizioni dei personaggi Marvel di più chiara fama, come il Dr. Strange, che risultano del tutto superflui. Dal terzo una farraginosità di lettura che aumenta il disorientamento durante la fruizione.

Uno dei punti deboli di G.O.D.S. è ben descritto dal primo dialogo che incontriamo: Wyn e Strange discutono al termine della vicenda che scopriremo nel successivo flashback; lo scambio di battute è di per sé fiacco e si conclude con Wyn che chiede retoricamente “Chi può distinguere ormai la differenza [fra bene e male]?”. Lungo tutto il racconto, in effetti, si fatica a distinguere e dare un senso all’agire delle fazioni in campo: c’è molta azione, condotta a un ritmo frenetico e accompagnata da un profluvio di gergo pseudo misterico, ma, alla fine, è la rutilante facciata di un edificio senza fondazioni, poiché tutta quella maestria scenica e lessicale si esaurisce in sé stessa. E mentre è da subito chiaro che ogni tavola può offrire meraviglie, poco a poco lo diventa altrettanto la percezione che la successione di queste meraviglie non segua un disegno e sia piuttosto il risultato di un accumulo continuo. L’alternanza fra scontri di potenze divine e percorsi individuali (di Wyn, Aiko, Dimitri e Mia) muove la narrazione a sbalzi continui e le relative trame appaiono semplicemente giustapposte in una logica di cambio di ritmo (action vs. approfondimento dei personaggi), che però resta fine a sé stessa, perché fra esse non c’è comunicazione.

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Fig. 4. Il racconto della vicenda dei Cigni Neri è un esempio di come G.O.D.S. avrebbe potuto affrescare il fondale della vicenda, con la suggestione di una profondità temporale e di relazioni antiche. Jonathan Hickman, Valerio Schiti, G.O. D.S. n. 3 p. 2. Marvel, Panini Comics 2024.

Le suggestioni disseminate sono d’altra parte affascinanti: la dicotomia realtà/sogno è resa con un’efficace metafora platonica, distorta nella prospettiva inquietante della volontà di annullamento del nostro mondo; le manifestazioni delle potenze danno la sensazione di conoscere “verità” rispetto alla realtà di esseri umani, negando le nostre percezioni umane o rivelandone la superficialità. Così dalle parole di Oblio negli albi #3 e #4 si potrebbe dedurre che il libero arbitrio sia solo una illusione dell’uomo, e la sua allusione alle creazioni umane e agli improvvisatori ha una risonanza con lo Zarathustra di Nietzsche, laddove parla di saltimbanchi a cui gli uomini danno retta, ignorando l’avvento del superuomo. Ugualmente, che l’ambiente di comunicazione fra i livelli di realtà sia una sorta di camera di deprivazione sensoriale potrebbe alludere all’illusorietà delle percezioni umane. Queste suggestioni sono forse i passi per costruire le personalità delle Potenze, dando loro una sfumatura di irriducibilità alla sensibilità umana? O solo accenni per aumentare il livello di alterità di queste potenze inumane? Ovviamente, non lo sapremo mai.

Rispetto a questo profluvio di materiale grezzo, la debolezza strutturale principale di G.O.D.S. è non avere centri narrativi forti, che diano ordine e senso al racconto e una prospettiva al lettore: incontriamo una serie di candidati al ruolo, tutti però offerti su uno stesso livello gerarchico e nessuno che venga sviluppato. I molti spunti non si coagulano in strutture narrative portanti o caratterizzazioni forti, ma fanno emergere brandelli di scenario, istantanee di un universo variegato (si pensi al caso dei Cigni Neri in #5. Fig. 2), la cui profondità resterà ormai un’ipotesi di lavoro. Nei primi numeri, il lavoro di tessitura necessario a comporre quegli spezzoni in una struttura coerente è minimo: certo, la chiusura anticipata gli ha negato lo spazio, ma che, nell’arco di sette numeri, il racconto non sia stato in grado di costruire un percorso narrativo riconoscibile è chiaro segno di un’opera non calibrata per una pubblicazione seriale, che paga fortemente ogni incertezza iniziale.

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Fig. 5. Cassandra è un personaggio che entra in scena con una definizione accurata, agisce brevemente e scompare: sarebbe dovuto essere ripreso? Jonathan Hickman, Valerio Schiti, G.O.D.S. n. 3 p. 16. Marvel, Panini Comics 2024.

La narrazione è divergente fino al settimo numero e l’ottavo è a tutti gli effetti una ghigliottina che taglia la fase di espansione per inventarsi una risoluzione priva di sviluppo e convergenza, in cui i fili siano chiusi in una qualche maniera. Per questo, l’ultimo numero, con Wyn che può scegliere da solo il futuro (per sé e Aiko) è letteralmente la negazione del racconto letto fino a quel momento; una negazione insipida, perché viene dopo quello che per noi è un niente narrativo. Troppo poco abbiamo conosciuto dei protagonisti, le loro personalità sono rimaste abbozzate da dialoghi didascalici: il viaggio di Aiko nel #7 resta un’indicazione di messa in scena del travaglio interiore, ma è troppo poco e i protagonisti ci restano distanti, nonostante lo spazio occupato sulla scena.

Infine, a livello di scrittura, G.O.D.S. soffre di una ricorrente prolissità, che appesantisce la lettura: non è, questa, una caratteristica che possa sorprendere i lettori di Hickman, ma qui il senso di disorientamento è amplificato. I muri di testo non sono occasioni per suggestionare il lettore con spiragli sulla vastità e complessità del mondo, ma tentativi falliti di importare nella tavola le tanto amate e (ab)usate infografiche.

Riflessioni

G.O.D.S. nasce come progetto ambizioso e nei primi sette albi sparpaglia numerosi spunti che fanno presagire una vicenda di ampio respiro con personaggi destinati a caratterizzazioni complesse, raccontate attraverso relazioni mosse da sentimenti, passioni e ambizioni profonde. È anche un ulteriore tassello della complessiva ridefinizione dell’universo Marvel, che Hickman sta perseguendo, ormai da oltre vent’anni, attraverso gli Avengers prima, i Fantastici Quattro poi, passando per Secret Wars e arrivando agli X-Men, seppur in questo ultimo caso il progetto narrativo non si sia concluso. G.O.D.S. si prende in carico l’ambito metafisico di quell’universo (l’ottava manifestazione dell’universo Marvel, nata proprio alla fine di Secret Wars), cercando di dargli una struttura e offrendone una visione complessiva, che reinventa elementi del passato (si pensi ai Cigni Neri, peraltro creazioni dello stesso Hickman mai usate da altre, e al Tribunale Vivente) e gli dà un senso nuovo.

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Fig. 6. G.O.D.S. si congeda giocando con i salti nel tempo, proprio il tipo di trucchi bandito nella gestione HIkman di Krakoa. Jonathan Hickman, Valerio Schiti, G.O.D.S. n. 8 p. 14. Marvel, Panini Comics 2024.

Di tutto ciò, resta un progetto abortito, stroncato tanto da una maldestra gestione del suo sviluppo quanto da una politica editoriale che lo ha proposto in un formato inadatto all’impresa.
Hickman è autore che ama delineare mondi sconfinati e tratteggiare le dinamiche di forze e poteri, in racconti che hanno bisogno di tempo, perché intendono rivelare progressivamente le strutture profonde di quei mondi. Come l’hype suscitato durante la fase promozionale rifletteva le aspettative verso un racconto di grandi ambizioni, così la delusione è nata dal rapido ripiegarsi di quelle ambizioni in una vicenda frammentaria.
Va anche segnalato che, durante il periodo 2023-2024, Hickman era al lavoro su Ultimate Spider-Man, Doom, Wolverine: Revenge e Aliens vs. Avengers, tutte serie ben incardinate nella generale proposta Marvel: USM partecipa al rilancio dell’universo Ultimate, affidato proprio allo stesso Hickman, AvA è collegato al franchising cinematografico di Alien – e si è rivelato una inattesa e piacevole sorpresa – mentre Wolverine, al quale pure è dedicato il film uscito a luglio 2024, resta uno dei personaggi più popolari del mondo mutante. Tutti lavori che o hanno ottenuto riscontri ben migliori di G.O.D.S. o che erano molto meno impegnativi nella realizzazione.

Certo, G.O.D.S. ha lasciato una qualche sporadica perturbazione nell’universo Marvel, ma, almeno per ora, si tratta banalmente della ripresa dei personaggi: Mia è riapparsa di recente su The Spectacular Spider-Man, ma l’aver abbozzato personaggi da mettere a disposizione di altre storie è ben poca cosa rispetto alle ambizioni iniziali dell’impresa.
G.O.D.S. lascia il retrogusto amaro e il senso di avvilimento tipico delle sorprese che diventano occasioni perdute, caso esemplare della difficoltà di creare qualcosa di nuovo restando in un universo narrativo condiviso e senza l’appoggio di una strategia editoriale a lungo termine.

Abbiamo parlato di:
G.O.D.S. #1-8
Jonathan Hickman, Valerio Schiti, Marte Gracia, Travis Lanham
Traduzione di: Fabio Gamberini
Panini Comics, 2024
60 pagine (#1), ca. 30 pagine (#2-8), spillato, colori – 6,00 € (#1), 3,00 € (#2-8)

Altri media:
Podcast Building Stories Ep. 20:
G.O.D.S. – Team-up con Lo Spazio Bianco (Link Spotify)

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