Dieci anni di Comics&Science: intervista a Plazzi e Natalini

Dieci anni di Comics&Science: intervista a Plazzi e Natalini

Per l’anniversario dell’iniziativa realizzata dal CNR, abbiamo intervistato i suoi due ideatori e animatori su progetti passati e futuri.

Nata da un’idea del traduttore e curatore editoriale Andrea Plazzi e dal ricercatore del CNR Roberto Natalini, Comics&Science compie nel 2022 dieci anni di attività, tra incontri e fumetti che hanno coinvolto i maggiori autori italiani, da Leo Ortolani a Zerocalcare, passando per Sergio Ponchione e Tuono Pettinato. In occasione di questo anniversario, celebrato anche da due raccolte extralarge pubblicate da Feltrinelli Comics, abbiamo parlato con Plazzi e Natalini della storia del progetto, dei fumetti nati al suo interno e delle idee per il futuro.

ComicsAndScience1Ciao Andrea, ciao Roberto e grazie per il vostro tempo. Quest’anno si sono celebrati i dieci anni di Comics&Science, iniziativa del CNR che coordinate ed editate insieme. Vorrei fare un salto nel passato e ricordare com’è nato questo progetto e come si è sviluppato all’inizio.

Andrea Plazzi: Nel 2011 ci siamo conosciuti online abbastanza casualmente (mi rendo conto che può suonare vagamente equivoco, quindi preciso: Roberto è uno dei maggiori esperti italiani dell’opera di David Foster Wallace, e si è imbattuto in una mia breve traduzione, un estratto da Questa è l’acqua, che avevo pubblicato su un mio vecchio blog, come una specie di esercizio di traduzione. Per la cronaca, è ancora là). Immediatamente cominciamo a unire i puntini: abbiamo circa la stessa età e abbiamo studiato matematica negli stessi anni. Quella matematica è una piccola comunità, con pochissimi gradi di separazione tra l’ultimo dei fuoricorso e – quasi – un qualunque vincitore della Medaglia Fields. Io curavo già da diversi anni una serie di eventi/sezioni della programmazione di Lucca Comics&Games, dove do appuntamento a Roberto, che è già quasi di casa. Ero alla ricerca di idee e contenuti nuovi: non so chi l’ha detto per primo ma non ci voleva molto a fare 2+2=“Lucca Comics&Science”.
Roberto Natalini: Sfrutto proditoriamente la casualità di rispondere per secondo. Nego decisamente di essere un esperto di David Foster Wallace, mi sono solo occupato degli aspetti matematici che emergevano nella sua opera. Ma anche io avevo tradotto, per primo in Italia su richiesta di Chiara Valerio, per il sito Nazione Indiana, il suo bellissimo discorso per il Kenyon college https://www.nazioneindiana.com/2008/10/08/kenyon-college-and-me/. Quindi era già chiaro che c’era un terreno comune su cui lavorare che non era solo la matematica, e nemmeno i fumetti, ma forse qualcosa che io chiamerei curiosità spericolata. E poi erano anni che cercavo di trovare un linguaggio appropriato per parlare di matematica e di scienza in generale, che riuscisse a toccare un pubblico non accademico. Insomma, serendipità allo stato puro.

Come si svolge di solito il lavoro tra voi, i fumettisti e i ricercatori che vi fanno da consulenti sulle storie?
AP: Prima si individua un argomento, senza un criterio o una procedura particolare. Può essere una nostra idea, frutto delle continue chiacchiere che ci scambiamo (ma puoi chiamarlo brainstorming), o venire da un qualche soggetto interessato a comunicare i propri contenuti usando il formato Comics&Science. In pratica, un qualche istituto (universitario, del CNR o di altri enti di ricerca), una fondazione pubblica o privata, un’azienda.
RN: Poi c’è sicuramente la concretizzazione. La scelta degli autori, spesso per una qualche affinità culturale/geografica/antropologica, ma anche in base alla loro disponibilità e la loro immersione nel quotidiano della ricerca scientifica, con cui spesso non hanno nessuna familiarità (ed è questo uno degli elementi di maggiore interesse). Visite a laboratori, incontri, cene, letture matte e disperatissime. Insomma si filtra l’esperienza e la visione di un gruppo di scienziati attraverso la realtà artistica degli autori, in un feedback continuo, una specie di batti-e-ribatti che lascia sempre tutti stupiti (anche noi).

Che reazione c’è da parte dei ricercatori quando vengono contattati per realizzare un fumetto? E quali sono invece le reazioni dei fumettisti nell’interfacciarsi con i ricercatori?
AP: Credo che Roberto lo possa spiegare meglio di me, ma diciamo che si va dallo stupore, anche in senso molto positivo, alla massima naturalezza con cui fummo accolti al CERN.
I fumettisti sono molto più impacciati e intimoriti, almeno all’inizio: non riescono a non mettere le mani avanti (“guardate che non ne so niente”). Ovviamente non sapere nulla di un argomento per noi è una specie di valore aggiunto.
RN: Diciamo che i ricercatori sono molto spesso appassionati di fumetti, ma anche quando non lo sono, capiscono il valore di riuscire a comunicare usando questo mezzo. I fumettisti sono molto meno omogenei in questo, ma è sempre interessante registrare la loro sorpresa quando scoprono che alla fine l’attività di un ricercatore forse ha più punti di contatto con la loro di attività e con la loro creatività, di quanto immaginassero.

ComicsAndScience2C’è una storia che vi è rimasta particolarmente cara, magari per un aneddoto o per l’esperienza di lavorazione?

AP: Non saprei proprio scegliere, “sono tutti figli nostri”… credo che sia anche indicativo di una ragionevole qualità del nostro lavoro (me lo posso dire da solo?).
RN: Direi la prima, almeno per me. Leo Ortolani fu trascinato nello scantinato di una libreria scientifica di Roma (“Assagg”i, oggi “Tomo”) e sottoposto a un bombardamento in stile Arancia Meccanica da parte di un plotone di scienziati vari. Era agli inizi del 2013 e da lì venne fuori il primo Misterius – Speciale Scienza. A questo è legato anche un episodio divertente. Nel fumetto c’è una scena in cui compariva Cédric Villani, matematico che qualche anno prima aveva ricevuto la medaglia Fields. Riuscimmo a portare Cédric in persona alla presentazione della storia a Lucca Comics 2013, e mentre passeggiavamo per le strade di Lucca una ragazzina gridò: “Ma quello è il personaggio della storia di Ortolani!”. Per noi fu meglio di un qualsiasi sondaggio di opinione.

Negli ultimi anni la divulgazione scientifica ha acquisito sempre più importanza: libri, trasmissioni televisive, ma soprattutto influencer e creatori di contenuti sui social. Qual è lo spazio del fumetto in questo campo e qual è la caratteristica principale che può distinguerlo dagli altri mezzi?
AP: Nella comunità dei comunicatori/divulgatori scientifici c’è un certo consenso sul fatto che il coinvolgimento del pubblico possa e spesso debba necessariamente passare attraverso l’uso dei linguaggi più diversi: cinema, teatro, fotografia, etc. Il fumetto è uno di quelli possibili (per noi, naturalmente, è “di elezione”, in un certo senso). Si distingue perché è una forma di lettura, non una performance o uno spettacolo a cui si assiste: la fruizione richiede una partecipazione attiva.
RN: Non dimentichiamo che per gli scienziati l’aspetto visivo è fondamentale. Il fumetto permette di giocare con l’organizzazione spaziale e temporale in modi spesso originali. E rimane lì, ha una sua permanenza che lo rende molto adatto se non altro alla citazione, con un rapporto efficacia/costi probabilmente insuperabile.

Al tempo stesso, nonostante la divulgazione scientifica sia sempre più diffusa, le fake news sembrano sempre più veloci e penetranti (come abbiamo visto durante la pandemia). Che ruolo può avere il fumetto per contrastarle? Avete pensato a progetti a tema?
AP: Nel 2016 fa abbiamo dedicato un numero alle bufale, con una storia di Lupo Alberto scritta da Francesco Artibani e disegnata (lo scrivo ma ovviamente non è necessario) da Silver. Malauguratamente non è invecchiata di un giorno. Se riesce a divertire e a intrattenere, il fumetto può rendere consapevoli di un argomento, sensibilizzando il lettore gratificato, per così dire. Non credo più di tanto in una funzione didattico-prescrittiva: con il fumetto è naturalmente possibile insegnare/spiegare ma con questo approccio è molto più difficile suscitare quella reazione emotiva che lo fa ricordare al lettore, avvicinandolo agli argomenti sullo sfondo.
RN: Niente da aggiungere, se non che forse l’umorismo e l’intrattenimento sono tra le poche armi che possono funzionare contro le fake news. Non è un caso che persino un sito web serio e di solito molto documentato come FiveThirtyEight abbiamo lasciato la parola al fumetto quando si è trattato di spiegare la difficoltà di modellizzare gli effetti della pandemia da Covid-19 https://fivethirtyeight.com/features/a-comic-strip-tour-of-the-wild-world-of-pandemic-modeling/

FunzioneMondoComics&Science è un progetto italiano, ma in Europa e nel mondo ci sono tanti progetti simili, basti pensare a ERCcomics (nel momento in cui scriviamo il sito è down, sperando che torni presto online). Ci sono idee per future sinergie e un occhio al contesto internazionale?

AP: Personalmente mi piacerebbe molto: la collaborazione è un gene cruciale del DNA scientifico. L’unico limite sono le forze/risorse in campo: siamo una realtà piccola e – anche col patrocinio del CNR – a conduzione sostanzialmente “famigliare” (come le buone trattorie). Piccola ma articolata, che non sarebbe possibile portare avanti senza un gruppo affiatato: Mattia Di Bernardo, Sara Di Marcello, Alessio D’Uva, Giovanni Natalini e Jacopo Peretti Cucchi sono parte integrante del progetto, il “braccio secolare” che permette la realizzazione concreta di idee con le quali io e Roberto potremmo solo baloccarci.
Per il resto, liberare tempo ed energie senza nuocere ai progetti in corso per allargarli non è facile ma sarebbe bello. Per ora ci limitiamo alla collaborazione con il centro di ricerca internazionale CECAM e a un altro progetto italiano ma intrinsecamente internazionale che dovremmo annunciare a breve.
RN: Intanto segnalo che sul sito dell’Unione Europea è possibile scaricare un volume di ERComics https://op.europa.eu/en/publication-detail/-/publication/700fc224-22b0-11e9-8d04-01aa75ed71a1/language-en che gli appassionati di fumetto non dovrebbero lasciarsi scappare. Inoltre negli ultimi anni abbiamo ricevuto molte richieste di tradurre le storie di C&S in varie lingue. Sono contatti che stiamo seguendo, ma ci vuole tempo. Qualche piccolo esperimento in inglese lo abbiamo fatto con il volume su Fibonacci (grazie all’Istituto Italiano di Cultura a Dublino https://iicdublino.esteri.it/iic_dublino/en/gli_eventi/calendario/2022/10/munster-maths-and-science-family.html) e quello su Mirzakhani (grazie all’Unione Matematica Italiana https://umi.dm.unibo.it/2022/04/21/may12-mirzakhani/), ma come dice Andrea, siamo piccoli e facciamo tutto “in famiglia”.

Da poco sono state pubblicate per Feltrinelli due raccolte contenti tutti gli albi pubblicati in questi dieci anni. Ci sono in programma storie a tema scientifico di più ampio respiro, magari simili a La funzione del mondo? di Bilotta e Grillotti, da realizzare con l’editore?
AP: È esattamente quello che uscirà in primavera: il volume La medusa immortale di Diego Cajelli e Francesco Frongia. Una storia lunga e con momenti fortemente suggestivi (sequenze oniriche e simboliche di grande effetto, anche grafico) ispirata alla vita e all’opera del naturalista tedesco Anton Dohrn e alla sua creatura prediletta, la Stazione Zoologica di Napoli che oggi porta il suo nome e che ospita l’acquario della città, a cui recentemente si è affiancato il Museo Darwin-Dohrn.
Abbiamo molte idee su questa lunghezza d’onda ma ovviamente per loro natura (richiedono tempo e lavoro) non si realizzeranno dall’oggi al domani e per ciascuna stiamo cercando soluzioni ad hoc.

Dieci anni sono passati: che bilancio potete fare del progetto? Qual è stata la vostra più grande soddisfazione?
AP: Sono tante ma per quanto mi riguarda la maggiore è che il progetto si è allargato e ha preso un certo abbrivio del tutto passivamente, per passa parola: non abbiamo le forze o la struttura per promuoverlo o “venderlo” come farebbe un’azienda con i propri prodotti. Per dire: abbiamo un (bel) sito solo da un anno https://www.comicsandscience.it/. Ma regolarmente e con frequenza crescente veniamo contattati da persone e istituzioni interessate al formato. In un certo senso, non facciamo niente perché accada, se non continuare a portarlo avanti.
RN: Come scienziato, la mia più grande soddisfazione è stata la richiesta di esporre presso l’Accademia dei Lincei alcune tavole originali di Dario Grillotti relative alla storia sulla vita di Volterra che dei Lincei fu presidente giusto 100 anni fa (ok, non è proprio Comics&Science, ma uno dei suoi principali spin-off). Vedo che la comunità scientifica è sempre molto interessata alle nostre iniziative e con le scuole il problema è solo che non sempre riusciamo a rispondere a tutte le numerose richieste.

Per chiudere guardando al futuro con ambizione, come ogni scienziato che si rispetti: cosa ci aspetta nei prossimi 10 anni di Comics&Science?
AP: Quello che abbiamo già fatto, sia con nuovi autori, il più possibile diversi tra loro, che con altri con i quali rinnoviamo la collaborazione appena è possibile, per meriti sul campo (talento, affidabilità, affezione).
Ma lo vedo come il minimo sindacale: sono cose che sappiamo già fare e non dovremmo sederci sugli allori. Mi piacerebbe espandere in maniera regolare le produzioni internazionali: per ora sono quattro, vorrei almeno raddoppiarle entro il 2024.
RN: Riuscire a intercettare la fascia più giovane della popolazione. Comics&Science è nato per un pubblico che corrisponde più o meno a quello di Lucca Comics&Games: ragazze e ragazzi tra i 15 e i 30 anni, nerd, appassionati di giochi e tecnologia. Rivolgersi ai più piccoli sarebbe veramente una sfida affascinante.

Intervista realizzata via mail a dicembre 2022

Comics&Science

Logo_ComicsEdizioniComics&Science nasce nel 2012 come sezione della programmazione culturale del festival Lucca Comics&Games. Dal 2013 è una serie di pubblicazioni a fumetti e nel 2016, sotto la cura di Symmaceo Communications, diventa una collana di CNR Edizioni, etichetta editoriale del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).
L’obiettivo è promuovere il rapporto tra Scienza e Intrattenimento, nella convinzione che entrambi costituiscano momenti formativi importanti per la crescita dell’individuo e del cittadino.
Nell’ambito dell’attività di divulgazione del CNR, è uno degli strumenti con cui l’Ente comunica all’opinione pubblica non specializzata e al grande pubblico non specializzato obiettivi e risultati della propria attività di ricerca scientifica e tecnologica.
Il formato editoriale prevede una storia a fumetti originale su una specifica tematica, commissionata espressamente a grandi nomi del fumetto italiano (Silver, Zerocalcare, Leo Ortolani, Giuseppe Palumbo, tra i tanti) a cui vengono affiancati testi e redazionali di approfondimento dell’argomento in questione.
Gli autori vengono “immersi” nell’attività e nei luoghi della ricerca, nel corso di uno o più incontri con ricercatori ed esperti che espongono loro lo stato dell’arte in quell’ambito.
Prendono quindi atto di quale sia la posizione scientifica corrente e ne ricavano idee e spunti per fumetti che a un approccio didattico tradizionale preferiscono uno “narrativo”, dove i fatti e le idee della Scienza fungono da motore per gli eventi e da motivazione per le azioni dei personaggi. (testo tratto da www.comicsandscience.it/chi-siamo/scopri-il-progetto)

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