A distanza di pochi mesi dall’annuncio dell’incarico a Barbara Baraldi di curatrice di Dylan Dog, in concomitanza con Lucca Comics and Games 2023 è stato presentato, in una edizione celebrativa, il primo albo da lei sceneggiato del nuovo corso, caratterizzato tra l’altro da un nuovo frontespizio.
Dopo averla avuta ospite in live su I quaderni bonelliani, abbiamo incontrato Barbara Baraldi lo scorso 3 novembre, poco prima di uno dei molteplici incontri con i lettori in Fiera. Oltre alla grande emozione per il debutto nella nuova veste, non sono mancati i momenti di commozione legati alle scomparse che nel 2023 hanno coinvolto la grande famiglia di autori che hanno costruito il mito di Dylan Dog.

Abbiamo scelto come frontespizio una foto di famiglia. Uso questo termine perché lo hanno scelto i lettori, ma anche perché è proprio quello che ho pensato anch’io quando l’ho visto. Devi sapere che stavamo cercando l’idea per un nuovo frontespizio da qualche tempo. A un certo punto Tiziano ha suggerito che non serviva cercare qualcosa di complicato ma che una formula ideale poteva prevedere semplicemente Dylan seduto nella sua posa classica con intorno alcuni dei personaggi della sua storia. A quel punto io ne ho proposti alcuni mentre la versione definitiva è arrivata grazie ai fratelli Cestaro: sono lettori appassionati, e hanno saputo arricchire le suggestioni mie e di Tiziano, dando un contributo indispensabile. Mi ha fatto piacere che fossero loro a inaugurare il nuovo Horror Club, arricchito da interviste mie agli autori di Dylan. La prima prevede proprio il loro racconto del nuovo frontespizio. In futuro riporterò le parole di sceneggiatori e redattori, ma mi sembrava giusto che per la prima volta ci fossero i copertinisti.
Vi racconto un piccolo dietro le quinte; nella prima versione mancava Botolo, ma Tiziano ha caldeggiato perché venisse inserito, e così la sua presenza è la testimonianza della partecipazione del padre di Dylan Dog. Il gioco per i lettori invece è provare a capire come i due fratelli si siano distribuiti la realizzazione dei vari comprimari di questo bizzarro quadro di famiglia.
Dopo l’annuncio dell’avvicendamento e della tua nomina a curatrice è finalmente arrivato il tuo esordio nel nuovo ruolo. Cosa puoi raccontare di questi ultimi mesi?
Finché non si inizia è impossibile immaginare cosa questo compito comporti. Il 4 maggio 2023 è arrivata l’ufficialità di un’investitura di cui ero stata avvisata poco prima e da quel momento mi sono immersa nel mondo di Dylan. Quando ho iniziato c’erano alle porte le uscite estive, decisioni da prendere, i primi albi da curare fin dalle copertine che richiedono un lavoro invisibile durante il quale tutta la redazione ha un ruolo fondamentale. I primi mesi si è trattato soprattutto di un lavoro dietro le quinte ma non solo. Tra le prime cose che ho fatto c’è stato il recupero dall’archivio di una storia di Paola Barbato disegnata da Piccatto. Scegliendo questa storia ho voluto ringraziare un grande artista che ci ha lasciati. Insieme, mi faceva piacere che la storia fosse stata sceneggiata da Paola, la prima sceneggiatrice di Dylan, un’apripista per tutte noi. Dei primi mesi mi ha anche colpito l’accoglienza dei lettori che, ancora prima di leggere una mia storia, hanno riconosciuto il mio modo di vedere Dylan. Ogni curatore ha la propria impronta e mi ha fatto piacere che alcuni lettori abbiamo individuato il mio mood.
Dylan si lega a chi lo cura come le bacchette dei maghi in Harry Potter?
Assolutamente, ognuno usa la sua bacchetta. Io ho tanto da imparare e al tempo stesso sono tanto entusiasta di poterlo fare e farmi conoscere dai lettori.
Poco fa accennavi al tuo esordio e alla necessità che hai avvertito di onorare una firma storica come quella di Piccatto. Purtroppo, il 2023 è stato funestato anche da altre scomparse molto dolorose legate a Dylan: poco tempo dopo Piccato ci ha lasciati Montanari e proprio di questi giorni è la notizia di un altro addio doloroso, quello di Carlo Ambrosini, che ci ha lasciato proprio il giorno dei santi.
Sì, guarda, è stato tremendo perché si tratta di artisti che hanno significato molto. Piccatto, Montanari e adesso Ambrosini, oltre a essere dei maestri che hanno disegnato alcune delle nostre storie di Dylan Dog, albi a cui tutti siamo legati, sono state soprattutto persone straordinarie. Vedere andare via artisti di questo tipo è doloroso, è come se ogni volta ci prendessero un pezzetto di cuore.
Devi sapere che non più di dieci giorni prima della sua scomparsa avevo sentito Carlo per una storia per il Color fest, che gli avrebbe dato massima libertà artistica. Lui era entusiasta dell’idea al punto che ha scritto la sceneggiatura di getto, sebbene non in forma dettagliata visto che l’avrebbe disegnata lui stesso. Tengo molto a metterla in lavorazione il prima possibile, perché è stata l’ultima cosa che ha scritto prima di lasciarci.
La sua ultima storia, I supplizianti sull’Old Boy di novembre, letta con senno del poi, suona quasi come un testamento, perché è una storia che parla di perdita, di amore e di morte. Si tratta di una storia che ho amato appena letta e che, rivista alla luce della sua scomparsa, oltre a risultare toccante mi ha fatto riflettere. A volte la vita si incastra in un modo tutto suo. Carlo era un maestro, un artista umile e straordinario, un uomo sensibile e mancherà a tutti, tantissimo.
Tornando al tuo nuovo ruolo, essendo scrittrice sei abituata al ruolo di editor e anche come fumettista hai sempre avuto qualcuno che ti aiutasse nel fare rendere al meglio quello che scrivi. Essere consapevole del lavoro di revisione editoriale come ti pone nel momento in cui ci si trova nel ruolo di curare il lavoro altrui?
La premessa è che, essendo ossessivo compulsiva, già verso me stessa, come editor, sono molto severa. Ogni volta che inizio un nuovo progetto cerco di documentarmi, tanto che si tratti di thriller oppure, per parlare del ciclo di Dylan aperto a novembre, di Intelligenza Artificiale. Che siano romanzi o fumetti sono sempre alla ricerca di tematiche che mi interessino e anche sulla scrittura sono piuttosto ossessiva. Questo lavoro su me stessa ha fatto in modo che, quando poi consegnavo un romanzo, l’avevo talmente tanto revisionato, tagliato, aggiustato, che molto spesso mi cambiavano veramente pochissimo. “Dall’altra parte ho sempre avuto la possibilità di lavorare con editor eccellenti. Avere la possibilità di osservare il lavoro dai due lati mi ha permesso di avere molti strumenti per affrontare un lavoro che affonda le sue radici a quando ero solo una lettrice.
Quale è la bussola che da editor occorre avere per guidare un albo al risultato finale?
La cosa a cui tengo di più è che Dylan sia Dylan, sempre. Questa non è una questione di editing, è una questione ancora più importante, si tratta di fedeltà al personaggio e quindi l’editing più grande che io faccio è diretto al fatto che Dylan Dog debba essere sempre riconoscibile. Quando succede che Dylan si trova a fare una cosa che non farebbe mai, oppure abbia un atteggiamento in cui è troppo inetto o troppo prepotente, allora intervengo invitando a rileggere un brano o una sequenza o un dialogo. Va detto però che lavoro con dei grandissimi professionisti, sceneggiatori che ovviamente conoscono profondamente il personaggio, lo scrivono da più tempo di me e quindi alla fine si tratta di un lavoro fatto da autori che seguono tutti la stessa direzione e che vogliono che un albo di Dylan sia sempre fedele all’idea stessa che ce glielo ha fatto amare come lettori.
Guardando al lavoro di questo mese, al tuo esordio come sceneggiatrice e curatrice, leggiamo del ritorno alla metafora dello specchio nel primo dei tre albi che hanno come tema comune l’Intelligenza Artificiale.
La volontà era quella di fare un omaggio a un albo storico come Attraverso lo specchio di Sclavi e Casertano, che è stato un albo fondamentale. Il lavoro fatto però è stato quello di non realizzare un omaggio fine a se stesso ma qualcosa di diverso, perché quando si vanno a toccare albi così importanti per la storia del personaggio, albi che rimandano all’idea stessa del creatore del personaggio, occorre che il rimando sia un mezzo, non il fine. In quest’albo, ad esempio, abbiamo utilizzato archetipi classici per il personaggio, come lo specchio e la casa infestata, ma presentati sotto una chiave diversa, vestendoli di un abito di contemporaneità.
Da Lucca 2023 inizia un nuovo anno dylaniato. Cosa puoi anticipare del Dylan che verrà?
Ci sono cose parecchio interessanti su cui purtroppo devo mantenere il giusto riserbo ma, secondo me, una cosa carina da segnalare e che diventerà un appuntamento fisso, che attendo io per prima, è il nuovo albo Bis Estivo. La sua evoluzione è una delle prima cose di cui abbiamo parlato con Tiziano: il bis diventerà, un contenitore per i What if, continuando la tradizione inaugurata da Tiziano stesso nel ’93 con L’ultimo uomo sulla terra. Negli albi estivi leggeremo cosa succederebbe se Dylan vestisse panni diversi o vivesse in altre epoche, mantenendo comunque la sua piena identità.
Il primo appuntamento, durante l’estate 2024, segnerà l’esordio su Dylan del tratto di Silvia Califano, che ha lavorato già in Bonelli e lavora molto in America. Si tratta di un grande talento che è stato bello coinvolgere su Dylan Dog. Il suo bis sarà sceneggiato da Bruno Enna e sarà una storia ambientata nell’Artide del 1800. Avremo questa nave che rimane incagliata nei ghiacci e da lì l’orrore che coinvolgerà l’intero equipaggio, Dylan compreso. Il gioco è quello di rendere Dylan fedele e riconoscibile anche in contesti non usuali.
Grazie per la tua gentilezza!
Grazie a voi.
Intervista registrata dal vivo il 3 novembre a Lucca
BARBARA BARALDI
È autrice di thriller e sceneggiature di fumetti.
Pubblica per Giunti editore la serie thriller Aurora Scalviati, profiler del buio di cui fanno parte i romanzi best-seller Aurora nel buio (2017), Osservatore oscuro (2018), L’ultima notte di Aurora (2019), La stagio-ne dei ragni (2021) e Cambiare le ossa (2022). Il suo ultimo romanzo è Il fuoco dentro (Giunti).
Nel corso della sua carriera, ha collaborato con la Walt Disney Company come consulente creativa, ha pub-blicato graphic novel con editori indipendenti in Italia, e in Francia con l’editore Soleil. Ha pubblicato romanzi per Mondadori, Castelvecchi, Einaudi e un ciclo di guide ai misteri della città di Bologna per Newton & Compton.
È vincitrice di vari premi letterari, tra cui il Gran Giallo città di Cattolica e il Nebbia Gialla. È tra i protagonisti di Italian noir, il documentario prodotto dalla BBC sul thriller italiano. I suoi libri sono accolti con favore dalla critica e dal pubblico e sono pubblicati in vari Paesi, tra cui Germania, Inghilterra e Stati Uniti. Dal 2017 collabora con il periodico Tutto Libri – La Stampa. Dal 2023 è docente di fumetto presso la Scuola Holden.
Da maggio 2023 è curatrice della serie Dylan Dog di Sergio Bonelli Editore.

