Topolino #3609: Fantastici quei quattro!
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Topolino #3609: Fantastici quei quattro!

Su Topolino #3609, come sempre una settimana più tardi rispetto alla pubblicazione statunitense, torna una nuova parodia disneyana dei supereroi della Marvel Comics. In questa nuova uscita, la quarta in totale, come le precedenti all’interno del cappello dei What If…?, viene celebrata la famiglia per eccellenza della Marvel, i Fantastici Quattro!

Alle origini della silver age

La copertina di Fantastic Four #1
Fantastic Four #1
Insieme con le versioni rivedute e corrette di Flash e Lanterna Verde, i Fantastici Quattro sono considerati, al pari dell’Uomo Ragno, i personaggi che hanno dato il via alla silver age, epoca in cui si è rivista una nuova espansione dei fumetti supereroistici dopo la contrazione successiva alla seconda guerra mondiale.
In effetti gli stessi Fantastici Quattro sono da considerarsi come una variazione su un gruppo precedentemente creato da Jack Kirby nel 1958 per la DC Comics, gli Esploratori dell’ignoto, Challengers of the Unknown. Nel caso dei Fantastici Quattro, che esordirono su Fantastic Four #1 del novembre del 1961, albo co-scritto con Stan Lee, Kirby però aggiunse anche un elemento “alchemico”, per così dire. Ognuno dei componenti del gruppo, infatti, era associato a un elemento particolare: Reed Richards, Mr. Fantastic, dotato di poteri elastici, era l’acqua; Susan Storm, la Donna Invisibile, dotata del potere dell’invisibilità, era l’aria; Johnny Storm, fratello di Susan, la Torcia Umana, era in grado di incendiare il suo corpo, rappresentando così il fuoco; e infine Ben Grimm, pilota di astronavi, era diventato un mostro ricoperto di roccia, e quindi chiaramente associato alla terra.
Questa associazione indirizzava anche la loro caratterizzazione iniziale, mentre le loro dinamiche interne erano guidate da un’unica idea: raccontare le vicende non già di un semplice supergruppo come potevano essere la Justice League o gli Avengers, ma di una vera e propria superfamiglia.

Confrontarsi con l’originale

Prima pagina di Fantastic Four #1
Chiamata alle armi – da Fantastic Four #1
Nel caso della storia disneyana, scritta da Riccardo Secchi da un soggetto di Steve Behling e disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, la scelta però ricade sulle dinamiche amicali che intercorrono tra Topolino, Minni, Pippo e Paperino. Scelti questi quattro personaggi, Secchi ripercorre fedelmente le tre parti in cui è strutturata la storia: il prologo iniziale, in cui Reed Richards chiama a raccolta gli altri 3 componenti del gruppo; un flashback sulle origini dei loro superpoteri; il racconto della loro prima avventura, una sfida contro l’Uomo Talpa.
Allo stesso modo Topolino, lanciando in aria il segnale, chiama a raccolta Minni, che prende il posto di Susan, Pippo, che prende il posto di Johnny, e Paperino, il Ben della situazione, presso la Ducklair Tower, esplicito riferimento alla saga pikappica1.
Non è l’unico riferimento disneyano presente nella storia, e anzi il secondo è forse quello più forte, in un certo senso rendendo la storia una sorta di remake supereroistico della mitica Paperino e i terremotari di Carl Barks. In questo caso, però, a spingere i terrafermini a generare terremoti nel sottosuolo di Paperopoli ci pensa Pietro Gambadilegno, che prende il posto dell’Uomo Talpa come avversario dei Fantastici Quattro di Topolino.
Ovviamente la storia è anche strabordante di mostri provenienti dai misteriosi meandri della Terra, che Pastrovicchio disegna in maniera efficace, ripetendo il già ottimo lavoro realizzato con i paperi provenienti da Saturno nella parodia di Thor.

La scelta dei protagonisti

I Fantastici Quattro di Topolino
I Fantastici Quattro di Topolino
Personalmente avrei fatto alcune scelte leggermente differenti relativamente ai protagonisti della parodia, ma c’è da dire che Secchi, piuttosto che adattare i caratteri dei personaggi disneyani ai corrispettivi Marvel, sfrutta invece le loro caratteristiche per rendere efficaci le loro interpretazioni supereroistiche.
Per esempio con Paperino punta sulla parte del suo carattere su cui i nipotini, semplicemente citati nella storia, generalmente fanno affidamento. Inoltre il suo desiderio di rivalsa, abbastanza noto al lettore disneyano, rende più che normale aspettarsi che Paperino, a differenza di Ben Grimm, sia fiero dei superpoteri acquisiti.
Pippo, invece, risulta decisamente molto più affidabile di Johnny, e Secchi, per riportare fedelmente la scena in cui Mr. Fantastic afferra al volo una Torcia Umana priva di poteri, gli fa esaurire le energie per un gesto di altruismo e non per la spacconeria tipica del fratello di Susan.
In particolare Minni, che ne prende il posto, gioca, invece, un ruolo molto più importante all’interno della vicenda di quanto non fece la Donna Invisibile su Fantastic Four, mentre Topolino compensa col suo ingegno il fatto di non essere uno scienziato come Reed. In questo senso è strano come Secchi non abbia deciso di inserire all’interno del gruppo come membro esterno il buon Archimede Pitagorico, pure presente nella storia, e solo un pkers può immaginare che, in realtà, il supporto tecnologico al quartetto gli venga fornito da Everett Ducklair. Questa, però, è una storia che magari gli autori approfondiranno se questi What If..? avranno un secondo episodio. Per intanto ci accontentiamo di passare alle note dolenti dell’albo.

La scienza, questa sconosciuta

Le origini segrete dei Fantastici Quattro di Topolino
Investiti dai raggi cosmici… a terra!

Come avete letto nelle righe precedenti, ho volutamente saltato le origini dei Fantastici Quattro, questo perché è proprio in questa parte che troviamo la differenza più importante rispetto a Fantastic Four #1.
Nel caso della storia di Kirby e Lee, i 4 avventurieri ottengono i loro superpoteri a causa di alcuni pannelli di protezione difettosi montati sull’astronave che li avrebbe dovuti portare nello spazio. L’interazione dei raggi cosmici provenienti dallo spazio profondo con il loro DNA li dota di quei fantastici poteri che li spingono a diventare un gruppo di supereroi.
Più o meno accade la stessa cosa con Topolino and friends, con l’unica differenza che i 4 non vengono investiti dai raggi cosmici nello spazio, ma sulla Terra, mentre sono a bordo di una finta navicella spaziale, una di quelle presenti come attrazione di un luna park.
E se già ciò che è accaduto ai Fantastici Quattro ha un che di incredibile, quello che succede a Topolino, Minni, Pippo e Paperino è addirittura impossibile. Per capire perché, però, cerchiamo di capire cosa sono i raggi cosmici.

“Visitarori” dallo spazio profondo

La generazione dei raggi cosmici secondari a partire da un protone
La generazione dei raggi cosmici secondari a partire da un protone

L’universo investe il nostro pianeta di grandi quantità di radiazioni. La maggior parte di queste radiazioni sono particelle ad alta energia: fotoni e protoni principalmente, prodotti per lo più al centro delle galassie dai fenomeni di scomposizione della materia innescati dai buchi neri supermassicci.
Questi raggi cosmici particolarmente energetici sono studiati sia nello spazio grazie ai satelliti sia sulla superficie della Terra. In particolare sulla nostra superficie gli esperimenti studiano la cosiddetta radiazione cosmica secondaria, ovvero tutte quelle particelle prodotte dall’interazione dei raggi cosmici provenienti dallo spazio con le molecole e gli atomi della nostra atmosfera.
L’energia dei raggi cosmici, e quindi anche la loro pericolosità, viene ridotta di molto rispetto all’energia dei raggi cosmici primari, ma ciò non impedisce di studiarli e ricavare informazioni sui raggi cosmici e sulla sorgente che li ha generati.
Il fatto che queste interazioni con l’atmosfera riducono l’energia delle particelle che colpiscono il nostro pianeta, però, dovrebbe farci capire che i raggi ad alta energia che colpiscono i nostri amici sono semplicemente impossibili da arrivare. Inoltre il modo in cui la storia è costruita lascia suggerire, anche se non lo mette in risalto esplicitamente, che a “richiamare” quei raggi sulla Terra sia stato Archimede con il suo esperimento, volto appunto a studiare gli effetti dei raggi cosmici sui cavolfiori!

Archimede al lavoro nel suo laboratorio sotterraneo
Archimede al lavoro nel suo laboratorio sotterraneo

Quanto meno, dal lato di Pastrovicchio, forse per caso o forse consapevolmente, lo strumento utilizzato da Archimede per ottenere i dati dallo spazio è un’antenna parabolica, strumento che è stato scelto dai telescopi Cherenkov di CTAO per studiare proprio tali fenomeni altamente energetici.
In definitiva, nonostante i toni simpatici e leggeri della storia e l’aderenza all’albo originale, ho trovato questa parte legata alle origini del supergruppo decisamente superficiale, non solo confrontandola con il fumetto supereroistico moderno, ma anche rispetto allo stesso Fantastic Four #1.
D’altra parte, come Mark Waid insegna:

Penso che più scienza riesco a mettere in una storia di supereroi, appare più reale, possiede maggiore verosimiglianza – questo penso che sia molto importante per i lettori che vogliono investire nei tuoi personaggi.

Per cui è giusto pretendere una maggiore attenzione, in particolare in un fumetto di genere supereroistico, al discorso scientifico, in particolare quando assume una particolare rilevanza come in questo caso.

Pietro Gambadilegno interpreta l'Uomo Talpa
Pietro La Talpa! (non sono riuscito a resistere!)

  1. Riferimento che, comunque, potrebbe cogliere anche qualche lettore statunitense, visto che i primi albi di PKNA sono stati pubblicati anche negli Stati Unini. 

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