Topolino #3429: L’oscura finale
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Topolino #3429: L’oscura finale

Le Olimpiadi di Tokyo 2020 si sono ormai concluse da poco più di una settimana e anche i Giochi del Calisota sono giunti a conclusione con il Topolino #3429 di questa settimana. La cerimonia di chiusura dei Giochi è andata senza alcun intoppo, grazie all’intervento di Topolino, come raccontatoci da Tito Faraci e Libero Ermetti ne Le stelle sono come puntini, terzo e ultimo episodio de L’oscura finale.
La storia ideata da Faraci viene sviluppata in maniera perfetta e il numero di episodi non è né troppo né troppo poco, cosa che personalmente è stata decisamente molto rara su Topolino ultimamente (vedi ad esempio i vari capitoli della saga di Mr. Vertigo). Dopo un primo episodio che ha introdotto la location e permesso a Topolino di scoprire il complotto ai danni dei Giochi, e un secondo episodio action in cui il nostro eroe ha sventato una serie di piccoli sabotaggi nel villaggio “olimpico”, nell’episodio conclusivo Topolino, come suggerisce il titolo, unisce i puntini e ha l’intuizione risolutiva sull’identità e sul movente dei complottisti.

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Dal punto di vista strettamente giallistico, la risoluzione risulta abbastanza semplice per il lettore esperto del genere, e forse anche per quello meno esperto, ma non è certo questo a rendere la storia meno valida. Come sottolineato anche nelle recensioni dei due episodi precedenti, l’intento della storia è evidente: raccontare lo spirito sportivo dietro le olimpiadi, come ribadito anche dalla conclusione della fuga velleitaria dei colpevoli. E questo messaggio, Faraci, riesce a trasmetterlo in maniera decisamente molto efficace, anche grazie alla palla-a-caso, il gioco assurdo che lo sceneggiatore ha tirato fuori dal cilindro, molto pippesco, ma soprattutto intriso proprio di quello spirito sportivo di cui sopra.
Ottimi i disegni scarpiani di Ermetti, che ci regala anche la chicca di un Topolino nei classici mutandoni rossi con i bottoni gialli: in realtà questa è la mise notturna del nostro eroe! La vediamo nella pagina in cui Topolino, non riuscendo a dormire, guarda le stelle nel suo letto sul tetto della palazzina dove sono ospiti insieme con Pippo riflettendo che:

Le stelle sembrano i puntini che non riesco a unire!

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E in effetti le stelle sono proprio come i puntini del gioco omonimo: d’altra parte le culture antiche, in primis gli Antichi Greci, hanno usato le stelle per disegnare nel cielo le figure dei loro miti. Dei, semidei o semplici esseri umani protagonisti di storie epiche sono finiti nel cielo diventando le costellazioni a noi oggi note. E raccontano le storie anche in maniera sequenziale, come ad esempio le costellazioni vicine una all’altra di Perseo, Cassiopea, Cefeo e Andromeda legate da un unico mito, un pezzo del più complesso mito di Perseo. E non ho citato quest’ultima costellazione a caso, visto che in queste notti d’agosto è comunque possibile, nonostante il picco sia stato superato, guardare una delle Perseidi incendiarsi mentre cade verso la Terra.

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