Topolino #3395: IperPaperone
Abbiamo già visto come gli autori del passato, Carl Barks in primis, abbiano giocato con i suffissi matematici assurdi e arzigogolati per descrivere l’innumerevole ricchezza di Paperone. A questa folta schiera si unisce Giorgio Fontana che ne Il fantomatico ipergigacolossaliardo compie anche un passo in più, andando a descrivere il processo con cui vengono inventati i nomi per le cifre raggiunte da Paperone. La storia, disegnata da Nicola Tosolini, è indubbiamente una divertente satira sul mondo di Paperone da un lato, ma anche sul mondo della matematica dall’altro, e su come spesso venga inteso (a torto) come puramente astratto. Fornisce, però, anche molti spunti interessanti proprio riguardo la matematica che si vanno ad aggiungere a quanto scritto un paio di anni fa sulla ricchezza di Paperone.
Nuovi traguardi
Cuore della storia è la ricerca del nuovo nome da assegnare al nuovo limite economico raggiunto da Paperone. A fargli da consulente, però, non sarà Pico, ma la professoressa Madasky, docente universitaria di matematica. Il personaggio viene tratteggiato in maniera ben precisa dai due autori sin dall’ingresso nella sua casa, dove mobili e suppellettili presentano simboli ed equazioni matematiche, come il teorema di Pitagora, l’equivalenza massa-energia nella relatività speciale, il simbolo del pi greco, emblema stesso della disciplina.
Ciò che in qualche modo colpisce negativamente è invece il suo atteggiamento sprezzante nei confronti della matematica applicata, che invece conta il fior fiore di matematici nella storia, ma anche nei nostri tempi, in cui si riesce a coniugare in maniera spesso elegante ed efficace l’astrazione di un teorema con le sue applicazioni nella vita reale. In questo senso la tirata di Paperone in difesa della matematica applicata al conteggio delle sue sostanze risulta in un certo senso interessante e, prendendola un po’ alla lontana, anche come una difesa proprio di quella matematica applicata cui accennavo poco fa.
Accettato l’incarico, ciò che stupisce del resto della storia è che si debbano fare dei calcoli per determinare il nome del nuovo limite numerico raggiunto da Paperone. Questo perché i prefissi metrici sono ben codificati, ma questo non vuol dire che i prefissi non siano destinati a crescere. A differenza delle sostanze mondiali, che sono ancora dell’ordine del trilione (1018) di dollari, la memoria e la quantità di dati utilizzati nel digitale è sempre più vicina a raggiungere il limite dei 1027 byte, che ancora non ha un prefisso. Ed effettivamente ci sono già delle proposte, alcune delle quali basate proprio sulla matematica. I prefissi metrici, infatti, servono per identificare una certa potenza del 10 (il sistema numerico adottato come standard) e quindi in qualche modo la richiamano. Molti dei prefissi adottati derivano dal greco e dal latino, ma alcuni hanno anche altre derivazioni (come il francese, per esempio).
Ad ogni buon conto il nome che la professoressa Madasky e due suoi colleghi giunti in soccorso, l’ipergigacolossaliardo, contiene almeno due prefissi matematicamente interessanti.
Uno di questi è un prefisso metrico abbastanza noto, il Giga, che corrisponde a 109, che è l’unità di misura con cui vengono identificate le memorie di moltissimi dei dispositivi digitali che utilizziamo ogni giorno (in effetti le memorie dei computer e gli hard disk esterni in commercio ormai hanno raggiunto il Tera, ovvero i 1012 byte). L’altro prefisso, invece, non è metrico ma puramente matematico.
Iper, in effetti, identifica uno spazio con una dimensione superiore a 3, che è la dimensione del nostro spazio tridimensionale, ed effettivamente diventa un modo interessante per rendere più evocativo il nuovo nome delle sostanze di Paperone.
Piccole curiosità finali
Ho lasciato in chiusura alcune curiosità. Innanzitutto nel corso della storia vengono citati due grandi matematici del XX secolo. Il primo è il matematico francese Henri Lebesgue, famoso per l’integrale che porta il suo nome, che diventa Lebeck. Il secondo è il geniale Srinivasa Ramanujan, matematico indiano di grandissime abilità sia nella dimostrazione di teoremi sia nel calcolo mentale, che diventa Papermmnujan.
Infine c’è la fissa del bere il te’ alla versa: in questo caso la curiosità sta nel fatto che effettivamente è possibile realizzare un infuso alla verza!