Topolino #3393: Una lezione multigusto
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Topolino #3393: Una lezione multigusto

Dopo la presentazione della serie, In viaggio nel sapere entra nel vivo con la prima lezione di Pico al giovane Newton. E già nelle prime pagine Giorgio Fontana ci propone un approccio didatticamente interessante: Pico, infatti, cerca di capire le difficoltà di Newton facendogli raccontare come è arrivato fino a lui. E qui, per bocca dello stesso Pico, Fontana chiarisce il senso della perplessità rilevata sul compito punitivo:

Quindi, il rettore Schnauzer ha creato una verifica pretestuosamente impossibile, per punirti due volte!

definendolo, poi, in un balloon di pensiero un metodo alquanto inappropriato. A questo punto, finito lo sfogo del giovane Pitagorico, Pico decide di cambiare approccio e porta Newton a fare uno spuntino con un gelato.
La citazione di Pico con cui il nostro giustifica l’uscita presenta un riferimento al filosofo Martin Heidegger, disneyzzato in Paperberg, ma personalmente mi fa pensare al matematico Henri Poincaré che un giorno, per sbloccare la mente da un problema che non riusciva a risolvere, decise di andare in gita in campagna. E la cosa ebbe anche successo!

Una storia ghiacciata

In effetti Una lezione multigusto è non solo un’esaltazione del concetto di “ozio creativo“, ma una vera e propria lezione multidisciplinare sul gelato. L’approccio multidisciplinare, che è spesso consigliato dal Ministero, ma mai realmente implementato come fatto in altri paesi (Finlandia su tutti), in questo caso prevede una serie di informazioni storiche sul gelato, che partono da Alessandro Magno e dagli antichi romani con la tradizione di aromatizzare la neve. Questa tradizione, in effetti, è sopravvissuta all’incirca fino ai giorni nostri: quando ero piccolo e la neve era molto più pulita di come non è adesso, succedeva spesso che si faceva la così detta scirubetta, che era un po’ di neve con l’aggiunta della melata, ovvero il miele di fichi. A differenza di quanto pensa Newton Pitagorico, è veramente una leccornia!
Il resto è storia molto ben riassunta da Fontana per bocca di Pico: la storia è infatti ricca di dessert freddi ideati dagli arabi, che idearono i sorbetti e le granite, e dai cinesi, con il latte congelato (in una ricetta il latte veniva prima riscaldato e poi refrigerato).
Il primo dessert denominato come “gelato” lo ritroviamo alla corte di Carlo II d’Inghilterra, ma era sostanzialmente panna con frutta e aromi e una gran quantità di cristalli di ghiaccio. Il gelato propriamente detto, però, venne probabilmente inventato ad Aci Trezza, in Sicilia, dal cuoco Francesco Procopio dei Coltelli, che però, dopo ua lunga serie di insuccessi, si trasferì in Francia, a Parigi, dove finalmente la sua invenzione culinaria ebbe un successo travolgente.

Una questione di fisica

Dal punto di vista della fisica il gelato è un materiale molto interessante. Fa parte della categoria della materia soffice. Ne fanno parte svariati materiali, come liquidi, colloidi, polimeri, ecc. I comportamenti di questi materiali sono sostanzialmente imprevedibili e spesso sono legati ai vortici che si creano all’interno e al comportamento di questi vortici. Un esempio può essere la facilità con cui si gira un cucchiaino all’interno di un materiale soffice, in particolare all’interno dei così detti liquidi non newtoniani (come è lo stesso gelato). Ad esempio se giriamo il cucchiaino nel gelato, questi farà meno resistenza se lo giriamo lentamente, anche se girandolo velocemente gli daremo l’energia sufficiente per sciogliersi e quindi la sua resistenza diventerà man mano sempre più bassa.
Sempre legata al gelato c’è una scoperta interessante, quella dell’acqua superfredda, realizzata dallo studente Erasto Bartholomeo Mpemba nel 1963 (all’epoca era un tredicenne) mentre era intento a preparare proprio un gelato come esperimento scientifico in classe. In questo caso il ragazzo, per recuperare sul ritardo accumulato sui suoi compagni, decise di congelare il composto ottenuto ancora caldo (o comunque a una temperatura superiore rispetto a quanto consigliato), accorgendosi però che in questo modo il suo “gelato” si era congelato prima di quello dei suoi compagni.
In poche parole l’effetto Mpemba è quell’effetto fisico per cui l’acqua a una temperatura elevata si congela prima dell’acqua fredda. E questo è un esperimento che potete realizzare anche a casa (magari con la supervisione di un adulto).

Questione di stile

Lasciatemi concludere con due parole su Donald Soffritti, disegnatore della serie. Soffritti, grazie al suo tratto cartoon style, fornisce dinamismo alla storia e recupera l’aspetto che Pico aveva all’esordio nei cartoni animati. Inoltre, con grande maestria, caratterizza perfettamente le due età a confronto, quella adulta di Pico e quella infantile di Newton, grazie proprio al gelato: nel caso di Pico il gelato sfida addirittura la fisica, saltando e sciogliendosi senza mai sporcare né il marciapiede né Pico stesso, mentre Newton vede il suo gelato sciogliersi e sporcare d’appertutto.
In conclusione In viaggio nel sapere si sta rivelando sin da questo secondo episodio una serie molto interessante sia grazie all’approccio multidisciplinare scelto da Fontana, sia grazie al dinamico tratto di Soffritti.

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